Dott. Ignazio Madonia
Morbo di Crohn (Malattia di Crohn) e Alimentazione

Il morbo di Crohn si presenta come una malattia infiammatoria cronica che può interessare diverse parti dell’apparato digerente. Teoricamente potrebbe localizzarsi in ogni tratto del canale alimentare, dalla bocca all’ano. In realtà si può dire che comunque le parti più colpite sono la zona finale dell’intestino tenue, il colon e l’ano. Esiste un rapporto molto stretto fra colite ulcerosa e morbo di Crohn, ma la prima interessa di solito il retto o il colon e non colpisce altre parti dell’intestino. Al pari della colite ulcerosa, può anche essere causa d’invalidità il morbo di Crohn. Vediamo quali sono le cause del morbo di Crohn e i sintomi del morbo di Crohn.
cause
Pur non conoscendo a fondo l’eziologia della malattia, la constatazione che questa sia più diffusa nelle aree più sviluppate del pianeta, così come nei grossi centri urbani, spesso sovraffollati, non esclude situazioni come lo stress, fors’anche l’inquinamento, oltre ad una predisposizione genetica, quali eventuali cause scatenanti.
Per quanto riguarda l’insorgenza, la malattia colpisce i giovani, in particolar modo, persino gli adolescenti, avendo il massimo picco d’insorgenza dai 15 ai 45 anni d’età, più raramente, può insorgere in età adulta, comprese forme senili che colpiscono oltre i 65/70 anni d’età.
sintomi
La qualità della vita dei malati di Crohn è seriamente compromessa, soprattutto nelle acuzie della malattia, quando i pazienti riferiscono, nelle forme più gravi, dolori addominali severi, al punto da essere costretti a ricoveri d’urgenza con la paura di essere stati colpiti da una colica di tipo appendicolare.
La diarrea è quasi sempre una costante di questa patologia, così come la febbre, eventuali artralgie e stati astenici con diminuzione progressiva dell’appetito e conseguente dimagrimento, sono riferiti, caso per caso, dai pazienti che, generalmente, lamentano tutti, dolore alla destra dell’addome, in prossimità dell’ombelico e spesso dopo i pasti, così come, a seguito delle continue evacuazioni, non sono infrequenti ascessi anali aggravati, a volte, da vere e proprie fistole.
L’andamento della malattia, che riveste il carattere delle patologie psicosomatiche, tuttavia aggravate nel tempo, da impegni di altri organi, che provocano essi stessi altre patologie che si sovrappongono con la principale, è incostante, così dopo periodi di aggravamento, il paziente riferisce periodi di remissione dei sintomi al punto da ritenersi del tutto guarito, spesso dopo una cura o, dopo intervento chirurgico. Tuttavia, i casi in cui la malattia si complica al punto da arrecare gravi danni all’intestino o al di fuori di esso, sono, generalmente, limitati al 20/25% poiché la restante parte dei pazienti risponde alla terapia medica, pur con i limiti rappresentati da una patologia cronica.
diagnosi del disturbo
La diagnosi del morbo di Crohn implica di solito l’integrazione di differenti specialità mediche, anche per esaminare meglio tutte le complicanze della malattia. Negli ultimi tempi in ogni caso le tecniche di diagnosi sono migliorate, riuscendo a coprire tempi più brevi e riuscendo a distinguere anche la patologia di Crohn dalla colite ulcerosa.
A differenza del colon irritabile, la diagnosi della malattia si base sulla storia clinica del paziente e su una serie di dati di laboratorio: VES, albuminemia, coprocultura, ricerca di determinati anticorpi e del sangue occulto nelle feci.
Molto utili sono anche altri esami diagnostici, come l’ecografia addominale, la scintigrafia, la radiografia all’addome, la TAC e la coloncoscopia. Si può ricorrere anche, come prova decisiva, alla biopsia del tessuto, prelevato per mezzo dell’endoscopia.
cure a cui fare ricorso
Le cure per il morbo di Crohn consistono nelle terapie farmacologiche e nel ricorso all’intervento chirurgico. I farmaci sono aminosalicilati e salicilati, cortisonici, antibiotici, immunosoppressori e antidiarroici. In ogni caso dobbiamo tenere presente che non esiste una cura risolutiva per il morbo di Crohn.
In genere i farmaci contro il morbo di Crohn servono solo a tenere sotto controllo i sintomi e ad evitare possibili complicazioni. Più della metà dei pazienti ha bisogno di ricorrere ad un intervento chirurgico in un periodo da 10 a 15 anni dalla diagnosi della malattia. Il morbo di Crohn si cura anche con terapie biologiche.
L’intervento chirurgico contro il morbo di Crohn viene richiesto nel caso in cui si presentino complicazioni, come emorragie e perforazioni. Particolarmente pericoloso può essere il morbo di Crohn in gravidanza. Il morbo di Crohn in gravidanza causerebbe parti prematuri.
Morbo di Crohn e morte: spesso può essere una conseguenza inevitabile, specialmente se non si interviene in tempo.
complicanze
Purtroppo, pur nella percentuale dei casi appena visti, non si possono escludere eventuali complicanze che, anche dopo diverso tempo dall’insorgenza dei primi sintomi, il morbo di Crohn, può arrecare al paziente. Le più diffuse sono a carico dell’intestino che, in casi gravi, può giungere fino all’ostruzione totale, a causa della perdita di elasticità dell’organo per effetto dell’infiammazione e dei continui restringimenti che esso accusa.
Quando si giunge all’ostruzione completa, il ricorso al chirurgo, spesso in urgenza, diventa una tappa obbligata, anche per il rischio di una perforazione intestinale con le gravi conseguenze del caso. Più frequentemente, comunque, si assiste a soli restringimenti o ad una subocclusione dell’intestino che causa nel paziente una sintomatologia contraddistinta da sintomi quali, meteorismo, nausea, vomito, eventuali sanguinamenti anali, così come non sono infrequenti fistole o ascessi in sede anale.
Le malattie, espressione del morbo di Crohn, che hanno altrove i propri sintomi o gli eventuali danni, sono a carico di bocca, cute, articolazioni ed apparato della vista. Da segnalare che altri organi, in maniera indiretta, possono presentare danni, nel tempo, a causa della malattia principale, fra questi, interessati possono essere fegato, colecisti e reni.
cause
Pur non conoscendo a fondo l’eziologia della malattia, la constatazione che questa sia più diffusa nelle aree più sviluppate del pianeta, così come nei grossi centri urbani, spesso sovraffollati, non esclude situazioni come lo stress, fors’anche l’inquinamento, oltre ad una predisposizione genetica, quali eventuali cause scatenanti.
Per quanto riguarda l’insorgenza, la malattia colpisce i giovani, in particolar modo, persino gli adolescenti, avendo il massimo picco d’insorgenza dai 15 ai 45 anni d’età, più raramente, può insorgere in età adulta, comprese forme senili che colpiscono oltre i 65/70 anni d’età.
sintomi
La qualità della vita dei malati di Crohn è seriamente compromessa, soprattutto nelle acuzie della malattia, quando i pazienti riferiscono, nelle forme più gravi, dolori addominali severi, al punto da essere costretti a ricoveri d’urgenza con la paura di essere stati colpiti da una colica di tipo appendicolare.
La diarrea è quasi sempre una costante di questa patologia, così come la febbre, eventuali artralgie e stati astenici con diminuzione progressiva dell’appetito e conseguente dimagrimento, sono riferiti, caso per caso, dai pazienti che, generalmente, lamentano tutti, dolore alla destra dell’addome, in prossimità dell’ombelico e spesso dopo i pasti, così come, a seguito delle continue evacuazioni, non sono infrequenti ascessi anali aggravati, a volte, da vere e proprie fistole.
L’andamento della malattia, che riveste il carattere delle patologie psicosomatiche, tuttavia aggravate nel tempo, da impegni di altri organi, che provocano essi stessi altre patologie che si sovrappongono con la principale, è incostante, così dopo periodi di aggravamento, il paziente riferisce periodi di remissione dei sintomi al punto da ritenersi del tutto guarito, spesso dopo una cura o, dopo intervento chirurgico. Tuttavia, i casi in cui la malattia si complica al punto da arrecare gravi danni all’intestino o al di fuori di esso, sono, generalmente, limitati al 20/25% poiché la restante parte dei pazienti risponde alla terapia medica, pur con i limiti rappresentati da una patologia cronica.
diagnosi del disturbo
La diagnosi del morbo di Crohn implica di solito l’integrazione di differenti specialità mediche, anche per esaminare meglio tutte le complicanze della malattia. Negli ultimi tempi in ogni caso le tecniche di diagnosi sono migliorate, riuscendo a coprire tempi più brevi e riuscendo a distinguere anche la patologia di Crohn dalla colite ulcerosa.
A differenza del colon irritabile, la diagnosi della malattia si base sulla storia clinica del paziente e su una serie di dati di laboratorio: VES, albuminemia, coprocultura, ricerca di determinati anticorpi e del sangue occulto nelle feci.
Molto utili sono anche altri esami diagnostici, come l’ecografia addominale, la scintigrafia, la radiografia all’addome, la TAC e la coloncoscopia. Si può ricorrere anche, come prova decisiva, alla biopsia del tessuto, prelevato per mezzo dell’endoscopia.
cure a cui fare ricorso
Le cure per il morbo di Crohn consistono nelle terapie farmacologiche e nel ricorso all’intervento chirurgico. I farmaci sono aminosalicilati e salicilati, cortisonici, antibiotici, immunosoppressori e antidiarroici. In ogni caso dobbiamo tenere presente che non esiste una cura risolutiva per il morbo di Crohn.
In genere i farmaci contro il morbo di Crohn servono solo a tenere sotto controllo i sintomi e ad evitare possibili complicazioni. Più della metà dei pazienti ha bisogno di ricorrere ad un intervento chirurgico in un periodo da 10 a 15 anni dalla diagnosi della malattia. Il morbo di Crohn si cura anche con terapie biologiche.
L’intervento chirurgico contro il morbo di Crohn viene richiesto nel caso in cui si presentino complicazioni, come emorragie e perforazioni. Particolarmente pericoloso può essere il morbo di Crohn in gravidanza. Il morbo di Crohn in gravidanza causerebbe parti prematuri.
Morbo di Crohn e morte: spesso può essere una conseguenza inevitabile, specialmente se non si interviene in tempo.
complicanze
Purtroppo, pur nella percentuale dei casi appena visti, non si possono escludere eventuali complicanze che, anche dopo diverso tempo dall’insorgenza dei primi sintomi, il morbo di Crohn, può arrecare al paziente. Le più diffuse sono a carico dell’intestino che, in casi gravi, può giungere fino all’ostruzione totale, a causa della perdita di elasticità dell’organo per effetto dell’infiammazione e dei continui restringimenti che esso accusa.
Quando si giunge all’ostruzione completa, il ricorso al chirurgo, spesso in urgenza, diventa una tappa obbligata, anche per il rischio di una perforazione intestinale con le gravi conseguenze del caso. Più frequentemente, comunque, si assiste a soli restringimenti o ad una subocclusione dell’intestino che causa nel paziente una sintomatologia contraddistinta da sintomi quali, meteorismo, nausea, vomito, eventuali sanguinamenti anali, così come non sono infrequenti fistole o ascessi in sede anale.
Le malattie, espressione del morbo di Crohn, che hanno altrove i propri sintomi o gli eventuali danni, sono a carico di bocca, cute, articolazioni ed apparato della vista. Da segnalare che altri organi, in maniera indiretta, possono presentare danni, nel tempo, a causa della malattia principale, fra questi, interessati possono essere fegato, colecisti e reni.
Alimentazione

Un aspetto molto importante riguardo ad una corretta alimentazione per il morbo di Crohn è la gestione delle intolleranze alimentari.
Le intolleranze alimentari hanno un´importanza cruciale per i malati di Crohn. Se non risolte costituiscono un potente fattore di innesco di attacchi e recidive in quanto è dallo sviluppo delle intolleranze alimentari che il sistema immunitario viene sovra-stimolato, diviene iperattivo e predispone alle malattie autoimmuni incluso il morbo di crohn in quanto malattia autoimmune.
Tutto ciò è correlato alla sindrome dell´intestino permeabile (leaky-gut syndrome) che è quella condizione che si instaura quando le connessioni intercellulari delle cellule epiteliali della mucosa diventano lasse con il risultato che tra queste "maglie" allargate entrano anche sostanze che non dovrebbero: tossine e proteine non completamente digerite. Ciò scatena la reazione del sistema immunitario peggiorando il livello di infiammazione a livello intestinale. Si può dunque instaurare un circolo vizioso che porta ad una sempre maggiore infiammazione intestinale il che può precipitare una crisi ed un acuirsi di una fase acuta del morbo di Crohn.
Il primo punto dunque è rappresentato dalla corretta gestione delle intolleranze.
Il secondo punto è l´assunzione di succhi che possono giocare un ruolo molto importante per un trattamento naturopatico per il morbo di Crohn. Si tratta se vogliamo dei "rimedi della nonna" cioè quei consigli di un tempo che - in mancanza di medicine specifiche - utilizzavano i mezzi naturali a disposizione per affrontare una malattia. Ecco alcuni di questi consigli "della nonna" che però possono considerarsi fondamentali per il trattamento del Crohn e di altre malattie o disturbi dell´intestino:
Una spremuta con un limone ed acqua appena alzati. Questa semplice azione ha l´effetto di pulire e disinfettare tutto il tratto gastro-intestinale. Ha inoltre moltissimi effetti importanti; grazie ai citrati di potassio scioglie i calcoli, depura il sangue ed i tessuti, migliora la produzione energetica a livello cellulare, aiuta a depurare le articolazioni che rappresentano spesso un problema per i malati di Crohn.
Succo di carote o da centrifuga o da succhi biologici. La carota è un regolatore sia del fegato che dell´intestino con azione depurativa e cicatrizzante anche grazie all´alto contenuto di carotenoidi.
Mezzo litro da bere 2-3 volte la settimana.
Spremuta di pompelmo 2-3 volte la settimana. Facilità la digestione intervenendo sulle secrezioni gastriche e biliari., drena reni e fegato ed ha un azione antinfiammatoria.
Succo di cavolo. A causa di vari principi attivi ed in particolare dell´amionacido L-glutammina, il succo di cavolo ha ottime proprietà cicatrizzanti sia per lo stomaco che per l´intestino ed il colon. Indicato anche nelle ulcere.
E´ possibile assumere due o più di questi succhi a seconda della gravità della situazione. La spremuta di limone di mattina ed il succo di carote rappresentano il minimo.
Queste restano comunque indicazioni generiche che non possono sostituire le indicazioni su misura consigliate dal Naturopata dopo un´attenta analisi della persona e delle sue intolleranze alimentari. Poichè siamo tutti diversi può darsi che per alcuni sia necessario modificare le quantità e modalità di assunzione dei succhi e spremute.
Terzo punto - come si mangia;
un´abitudine sbagliata che abbiamo tutti consiste nel mangiare troppo rapidamente a scapito della digestione. Masticare velocemente vuole dire mandare allo stomaco cibo non trasformato adeguatamente in poltiglia e non sufficientemente imbevuto di saliva con i suoi enzimi digestivi. Il malato di Crohn così come chi è affetto da gastrite o molte altre patologie del tratto gastro-enterico, ha già una capacità digestiva compromessa. Se oltre a ciò costringiamo stomaco ed intestino ad un lavoro extra, ciò può portare a cattivo assorbimento, peggioramento delle intolleranze alimentari e dell´infiammazione intestinale.
Masticare dunque a lungo e completamente. Più uno è malato e più dovrebbe tendere all´abitudine di deglutire solo dopo aver completamente triturato il cibo avendolo reso il più liquido possibile.
Altro punto importante per migliorare la digestione mentre si mangia: bere poco durante i pasti. Ciò diventa bere il meno possibile (anche niente) ai pasti per chi è affetto da gastrite. La ragione risiede nel fatto che la digestione senza liquidi aggiunti è più rapida ed efficiente se non diluiamo troppo i succhi gastrici durante il pasto. Ciò a condizione di essere sufficientemente idratati il che implica il bere molta acqua lontano dai pasti a stomaco vuoto. Il malato di Crohn o con un intestino infiammato dovrebbe abituarsi a bere sempre acqua (meglio se filtrata anche con semplice caraffa) con un po´ di limone in aggiunta a quello preso di mattina.
Mangiare con calma e tranquillità; lo stress stimola il sistema simpatico il quale inibisce tutti i processi digestivi. Se siete tesi rilassatevi, prendete dei profondi respiri e mangiate con calma, ciò aiuterà assieme agli altri accorgimenti, ad inviare allo stomaco e poi all´intestino un chilo adeguatamente preparato affinché possa essere assorbito il meglio possibile anche con un intestino infiammato o fuori posto.
Quarto punto: gli alimenti da favorire e gli alimenti da evitare. Anche questo punto è fondamentale per vari motivi, il più importante è che bisogna evitare alimenti pro-infiammatori ad esempio che favoriscono la produzione di prostaglandine di tipo infiammatorie e prediligere alimenti che forniscono i precursori per le prostaglandine di tipo antinfiammatorio oltre ad alimenti che hanno altre azioni antinfiammatorie derivate ad esempio dai bioflavonoidi dai fenoli ecc.
L´ideale è di assumere il più possibile alimenti di provenienza biologica.
Da eliminare: caffè, cioccolato, bevande gasate inclusa l´acqua frizzante o leggermente frizzante, fritti, grassi idrogenati, insaccati, sostanze notoriamente irritanti, carne di maiale o grassa, zucchero bianco, latticini e grano.
Latticini e grano sono le voci che più di frequente appaiono nei test di intolleranze alimentari. Ma anche quando non risultano e la persona non ha in effetti intolleranze verso latticini e grano, questi due alimenti hanno comunque un considerevole effetto irritante per l´intestino. Di conseguenza un periodo di almeno due mesi senza questi alimenti è più che consigliabile per ogni tipo di disturbo dell´intestino o del colon incluso il morbo di Crohn.
Caffè e cioccolato sono pure due forti irritanti della mucosa gastro-enterica. In particolare il caffè distrugge facilmente la nostra flora batterica.
Da limitare: carne rossa, salumi, uova sode, zucchero grezzo di canna.
Da favorire: frutta e verdura (vedere oltre la sezione sulle fibre) soprattutto mele ed ananas, acqua filtrata da caraffa, frutti di bosco anche surgelati, cibi biologici, cereali integrali ( pane, pasta integrale ecc.), altri cereali in rotazione che non siano il grano: kamut, farro, segale, grano saraceno, riso. Inoltre i legumi in quanto contengono fibre solubili che non danneggiano il malato di Crohn (non i fagioli che favoriscono il meteorismo). I semi tritati inclusi i semi di lino che forniscono importati quantità di omega 3 ad azione antinfiammatoria.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.
Le intolleranze alimentari hanno un´importanza cruciale per i malati di Crohn. Se non risolte costituiscono un potente fattore di innesco di attacchi e recidive in quanto è dallo sviluppo delle intolleranze alimentari che il sistema immunitario viene sovra-stimolato, diviene iperattivo e predispone alle malattie autoimmuni incluso il morbo di crohn in quanto malattia autoimmune.
Tutto ciò è correlato alla sindrome dell´intestino permeabile (leaky-gut syndrome) che è quella condizione che si instaura quando le connessioni intercellulari delle cellule epiteliali della mucosa diventano lasse con il risultato che tra queste "maglie" allargate entrano anche sostanze che non dovrebbero: tossine e proteine non completamente digerite. Ciò scatena la reazione del sistema immunitario peggiorando il livello di infiammazione a livello intestinale. Si può dunque instaurare un circolo vizioso che porta ad una sempre maggiore infiammazione intestinale il che può precipitare una crisi ed un acuirsi di una fase acuta del morbo di Crohn.
Il primo punto dunque è rappresentato dalla corretta gestione delle intolleranze.
Il secondo punto è l´assunzione di succhi che possono giocare un ruolo molto importante per un trattamento naturopatico per il morbo di Crohn. Si tratta se vogliamo dei "rimedi della nonna" cioè quei consigli di un tempo che - in mancanza di medicine specifiche - utilizzavano i mezzi naturali a disposizione per affrontare una malattia. Ecco alcuni di questi consigli "della nonna" che però possono considerarsi fondamentali per il trattamento del Crohn e di altre malattie o disturbi dell´intestino:
Una spremuta con un limone ed acqua appena alzati. Questa semplice azione ha l´effetto di pulire e disinfettare tutto il tratto gastro-intestinale. Ha inoltre moltissimi effetti importanti; grazie ai citrati di potassio scioglie i calcoli, depura il sangue ed i tessuti, migliora la produzione energetica a livello cellulare, aiuta a depurare le articolazioni che rappresentano spesso un problema per i malati di Crohn.
Succo di carote o da centrifuga o da succhi biologici. La carota è un regolatore sia del fegato che dell´intestino con azione depurativa e cicatrizzante anche grazie all´alto contenuto di carotenoidi.
Mezzo litro da bere 2-3 volte la settimana.
Spremuta di pompelmo 2-3 volte la settimana. Facilità la digestione intervenendo sulle secrezioni gastriche e biliari., drena reni e fegato ed ha un azione antinfiammatoria.
Succo di cavolo. A causa di vari principi attivi ed in particolare dell´amionacido L-glutammina, il succo di cavolo ha ottime proprietà cicatrizzanti sia per lo stomaco che per l´intestino ed il colon. Indicato anche nelle ulcere.
E´ possibile assumere due o più di questi succhi a seconda della gravità della situazione. La spremuta di limone di mattina ed il succo di carote rappresentano il minimo.
Queste restano comunque indicazioni generiche che non possono sostituire le indicazioni su misura consigliate dal Naturopata dopo un´attenta analisi della persona e delle sue intolleranze alimentari. Poichè siamo tutti diversi può darsi che per alcuni sia necessario modificare le quantità e modalità di assunzione dei succhi e spremute.
Terzo punto - come si mangia;
un´abitudine sbagliata che abbiamo tutti consiste nel mangiare troppo rapidamente a scapito della digestione. Masticare velocemente vuole dire mandare allo stomaco cibo non trasformato adeguatamente in poltiglia e non sufficientemente imbevuto di saliva con i suoi enzimi digestivi. Il malato di Crohn così come chi è affetto da gastrite o molte altre patologie del tratto gastro-enterico, ha già una capacità digestiva compromessa. Se oltre a ciò costringiamo stomaco ed intestino ad un lavoro extra, ciò può portare a cattivo assorbimento, peggioramento delle intolleranze alimentari e dell´infiammazione intestinale.
Masticare dunque a lungo e completamente. Più uno è malato e più dovrebbe tendere all´abitudine di deglutire solo dopo aver completamente triturato il cibo avendolo reso il più liquido possibile.
Altro punto importante per migliorare la digestione mentre si mangia: bere poco durante i pasti. Ciò diventa bere il meno possibile (anche niente) ai pasti per chi è affetto da gastrite. La ragione risiede nel fatto che la digestione senza liquidi aggiunti è più rapida ed efficiente se non diluiamo troppo i succhi gastrici durante il pasto. Ciò a condizione di essere sufficientemente idratati il che implica il bere molta acqua lontano dai pasti a stomaco vuoto. Il malato di Crohn o con un intestino infiammato dovrebbe abituarsi a bere sempre acqua (meglio se filtrata anche con semplice caraffa) con un po´ di limone in aggiunta a quello preso di mattina.
Mangiare con calma e tranquillità; lo stress stimola il sistema simpatico il quale inibisce tutti i processi digestivi. Se siete tesi rilassatevi, prendete dei profondi respiri e mangiate con calma, ciò aiuterà assieme agli altri accorgimenti, ad inviare allo stomaco e poi all´intestino un chilo adeguatamente preparato affinché possa essere assorbito il meglio possibile anche con un intestino infiammato o fuori posto.
Quarto punto: gli alimenti da favorire e gli alimenti da evitare. Anche questo punto è fondamentale per vari motivi, il più importante è che bisogna evitare alimenti pro-infiammatori ad esempio che favoriscono la produzione di prostaglandine di tipo infiammatorie e prediligere alimenti che forniscono i precursori per le prostaglandine di tipo antinfiammatorio oltre ad alimenti che hanno altre azioni antinfiammatorie derivate ad esempio dai bioflavonoidi dai fenoli ecc.
L´ideale è di assumere il più possibile alimenti di provenienza biologica.
Da eliminare: caffè, cioccolato, bevande gasate inclusa l´acqua frizzante o leggermente frizzante, fritti, grassi idrogenati, insaccati, sostanze notoriamente irritanti, carne di maiale o grassa, zucchero bianco, latticini e grano.
Latticini e grano sono le voci che più di frequente appaiono nei test di intolleranze alimentari. Ma anche quando non risultano e la persona non ha in effetti intolleranze verso latticini e grano, questi due alimenti hanno comunque un considerevole effetto irritante per l´intestino. Di conseguenza un periodo di almeno due mesi senza questi alimenti è più che consigliabile per ogni tipo di disturbo dell´intestino o del colon incluso il morbo di Crohn.
Caffè e cioccolato sono pure due forti irritanti della mucosa gastro-enterica. In particolare il caffè distrugge facilmente la nostra flora batterica.
Da limitare: carne rossa, salumi, uova sode, zucchero grezzo di canna.
Da favorire: frutta e verdura (vedere oltre la sezione sulle fibre) soprattutto mele ed ananas, acqua filtrata da caraffa, frutti di bosco anche surgelati, cibi biologici, cereali integrali ( pane, pasta integrale ecc.), altri cereali in rotazione che non siano il grano: kamut, farro, segale, grano saraceno, riso. Inoltre i legumi in quanto contengono fibre solubili che non danneggiano il malato di Crohn (non i fagioli che favoriscono il meteorismo). I semi tritati inclusi i semi di lino che forniscono importati quantità di omega 3 ad azione antinfiammatoria.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.