Alimentazione & Benessere ​Dott. Ignazio Madonia
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Spina Bifida e alimentazione

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La spina bifida è una malformazione genetica incurabile a carico della colonna vertebrale: si tratta di una malattia del sistema nervoso centrale in cui alcune vertebre, non completando il proprio sviluppo, favoriscono la fuoriuscita di meningi e/o midollo spinale da una fessura del rachide.
Le cause dell’insorgenza di spina bifida sono tuttora ignote, anche se è certo che sono coinvolti molteplici fattori.
Dagli ultimi studi si presume che un intreccio di fattori materno-ambientali, genetici ed alimentari possa predisporre il feto alla spina bifida.


I bambini malati di spina bifida presentano un'evidente anomalia a livello dell'arco vertebrale: alcune vertebre non completano il proprio sviluppo; pertanto, dalla colonna vertebrale, si crea una fessura (schisi) da cui possono fuoriuscire meningi, midollo spinale od entrambi. Le due vertebre non accuratamente "saldate" impediscono alla colonna vertebrale di svilupparsi in modo adeguato e completo: visibilmente, la particolare conformazione anatomica dà l'impressione che l'arco vertebrale sia bifido. 
La spina bifida può comparire in qualsiasi punto della colonna, dalla base del cranio all'osso sacro; nonostante quanto detto, nella maggior parte dei casi diagnosticati colpisce il segmento lombare.
 
In base ai dati messi a disposizione dal Ministero della Salute, l’incidenza della spina bifida nel nostro Paese è di 4-6 casi ogni 10.000 nati (vale a dire circa 360 nuovi casi all’anno); superiori le incidenze anche in Gran Bretagna (8 casi ogni 1.000 nati) e in Giappone (un caso ogni 1.000 nati).


Spina bifida: le forme principali

Esistono diverse modalità di classificazione della spina bifida, non tutte sempre sovrapponibili; una delle più utilizzate è quella che distingue le forme di spina bifida a seconda dell’interessamento midollare; in base a tale criterio esistono quindi due grandi tipologie di spina bifida:

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  • spina bifida con interessamento midollare
  • spina bifida senza interessamento midollare.
Rientrano nella prima categoria le seguenti forme:
  • mielomeningocele
  • mielocistomeningocele
  • spina bifida con tumore.
Rientrano invece nella seconda categoria le seguenti forme:
  • meningocele
  • spina bifida occulta
  • schisi vertebrale.
La forma che viene riscontrata con più frequenza è il mielomeningocele (nota anche come spina bifida aperta); tale malformazione è visibile fin dai primi momenti della nascita; si presenta come una tumefazione di grandezza variabile di forma rotonda; generalmente è sporgente, ma in alcuni casi rimane sullo stesso piano della colonna vertebrale. Sostanzialmente, in caso di mielomeningocele, viene a mancare la protezione che le meningi e le vertebre assicurano alle strutture nervose che sono inoltre malformate e non correttamente funzionanti.
Il meningocele (anche ciste meningeo o spina bifida cistica) è la forma più rara della malformazione; in questo caso le vertebre si sviluppano in modo normale, ma le meningi restano incastonate nello spazio intravertebrale. Il sistema nervoso non risulta danneggiato ed è molto probabile che non si registreranno danni neuronali nel lungo termine. Le probabili cause di meningocele sono i teratomi, i tumori a livello coccige e spazio presacrale e la cosiddetta sindrome (o triade) di Currarino, una rara patologia malformativa.
La spina bifida occulta è la forma meno grave della patologia in questione; la definizione fa riferimento al fatto che non si ha la presenza di segni particolarmente evidenti; il tessuto cutaneo risulta integro, anche se possono apparire zone pelose o chiazze nella parte bassa della schiena. In moltissimi casi la spina bifida occulta rimane asintomatica per tutta la vita e talvolta la patologia viene scoperta durante un controllo radiografico effettuato per altri motivi. Quando è sintomatica, la spina bifida occulta può dar luogo a prurito o fastidio alla schiena, riduzione della sensibilità, piede cavo o dita a martello; ciò può verificarsi durante il periodo adolescenziale, quando la rapida crescita della colonna vertebrale esercita una trazione sulla parte di midollo colpito dalla malformazione.


Cause e fattori di rischio

Trattandosi di un difetto genetico, non è possibile risalire con assoluta certezza alla causa implicata nell'origine della spina bifida. Si presume che un intreccio di elementi ambientali e genetici possa predisporre il feto alla spina bifida:
  1. In primis, la CARENZA DI ACIDO FOLICO nella partoriente (anche e soprattutto durante il periodo pre-concezionale in prossimità della fecondazione) sembra essere determinante nell'innesco di complicanze relative allo sviluppo della spina dorsale del feto.
  2. La presenza di ANOMALIE METABOLICHE DEI FOLATI nel feto può incidere pesantemente sulla formazione della spina bifida.
  3. Probabilmente, anche alcune ANOMALIE CROMOSOMICHE possono predisporre il feto alla spina bifida. Le malattie idealmente imputate sono: sindrome di Patau (o trisomia 13, malattia genetica rara in cui il soggetto affetto presenta tre copie del cromosoma 13 anziché 2), sindrome di Edwards (il paziente affetto presenta 3 cromosomi 18 anziché 2) e sindrome di Down.
  4. Altro possibile elemento predisponente la spina bifida è il DIABETE della madre. Si stima che il rischio di dare alla luce un bambino affetto da spina bifida sia 2-10 volte superiore nelle donne colpite da diabete pre-gestazionale, rispetto a quelle sane.
  5. Anche l'ALCOLISMO e la somministrazione di FARMACI come il Sodio valproato (farmaco utilizzato per la cura delle convulsioni) e le carbamazepine (utilizzate in particolare per la cura dell'epilessia) sembrano aumentare il rischio di spina bifida nel nascituro.
  6. Se il frutto della prima gravidanza è un bambino affetto da spina bifida, probabilmente, anche il fratello sarà colpito dal medesimo disturbo.
  7. L'OBESITA' materna e le malattie caratterizzate da FEBBRE alta e per lungo tempo possono predisporre il feto alla spina bifida. Sembra che l'utilizzo frequente della madre di saune, bagni turchi, idromassaggi con acqua calda e lettini abbronzanti possano, in qualche modo, predisporre il feto alla spina bifida. Tuttavia, non è possibile dare una spiegazione certa e indiscutibile a questa correlazione. IPOTESI: gli UVA, che hanno un elevato potere di penetrazione, ed il calore vanno a distruggere i folati presenti nel sangue, compromettendo la riproduzione della specie (riduzione della fertilità maschile, maggior rischio di spina bifida) → la pelle scura previene la distruzione dei folati provocata dagli UV ed è quindi una caratteristica vantaggiosa per le popolazioni equatoriali.
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   Alla spina bifida è dunque attribuita una genesi multifattoriale,          non ancora completamente dimostrata. Ciò che è accertato è          che, nonostante la stragrande maggioranza dei bambini affetti        da spina bifida nasca da genitori sani, la componente                      ereditaria  gioca un ruolo da protagonista.

Le complicazioni

Il quadro clinico di un paziente con spina bifida, già di per sé complesso, può degenerare fino ad innescare difetti fisici sempre più marcati, complicanze neurologiche e difficoltà di integrazione e socializzazione. Questa incapacità di relazione non si modifica con l’età: generalmente, anche l’adulto malato di spina bifida è incapace di sostenere una conversazione con i coetanei.
Sorprendente è la propensione a sviluppare allergia al lattice come riportato da uno studio della Spina Bifida Association of America, dove risulta che il 50-73% dei malati abbia sviluppato una marcata sensibilità alle proteine del lattice, forse a causa del frequente contatto con attrezzatura sanitaria, che in molti casi, è composta da questo materiale. Le capacità di linguaggio possono essere pesantemente compromesse e, in alcuni casi, i bambini possono presentare qualche difficoltà di apprendimento.
In alcuni pazienti i 
movimenti degli occhi sono anormali ed incontrollati; le piaghe da decubito e le irritazioni della pelle sono elementi spesso diagnosticati.
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Importanza di una consulenza nutrizionale alle persone con Spina Bifida 

Un’adeguata consulenza nutrizionale è necessaria fin dalla più giovane età e dovrebbe focalizzarsi su sane abitudini alimentari di tutta la famiglia che può trarre beneficio:
• dal controllo del peso;
• da un’adeguata assunzione di fibre e acqua per facilitare la regolare funzionalità intestinale;
• dal controllo dell’assunzione dell’acido folico, calcio e vitamina D.
Il problema dell’eccesso ponderale va evitato seguendo una dieta ipocalorica, con l’aiuto del nutrizionista/dietologo, tenendo in considerazione che anche un’alimentazione con un normale introito calorico può non essere appropriata in questi pazienti che hanno un basso dispendio energetico legato alla poca mobilità.
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l’alimentazione in  presenza di Spina Bifida

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  • Ottimizzare l’apporto proteico diminuendo il consumo della carne  a favore di legumi e del consumo di pesce, specialmente di pesce azzurro ricco di Omega 3 (alici, sgombri, sarde, salmone) di quale un regolare consumo di minimo 2- 3   volte a settimana aiuta a prevenire le piaghe da decubito .
  • Ottimizzare l’apporto di carboidrati complessi. In particolare i cereali a basso indice glicemico (IG) come cereali integrali (riso integrale, avena, orzo, farro, miglio) devono coprire il 35-45% delle calorie  giornaliere, limitando il consumo di zuccheri semplici (biscotti, pasta, pane bianco) a valori inferiori al  15% dell’energia totale.
  • Ottimizzare l’apporto  di grassi. La percentuale calorica derivante dagli acidi grassi saturi non deve superare il 10%; è importante evitare l’assunzione di grassi di origine animale, in particolare condimenti a base di burro, margarina, olio di palma; si consiglia di includere abitualmente grassi vegetali dalla frutta secca, semi oleaginosi e olii di semi spremuti a freddo.
  • Ottimizzare l’apporto di calcio e vitamina D. E’ importante garantire la disponibilità di vitamina D, che serve ad assorbire il calcio nell’intestino e a favorire la mineralizzazione dell’osso.
Per stimolare la sintesi di vitamina D si consiglia l’esposizione di circa 20-30 minuti al sole per 2-3 volte a settimana e aumentare il consumo di fonti alimentari di vitamina D (pesci grassi tipo lo sgombro, le aringhe, le sardine, il salmone o tonno 1-2 volte a settimana.
Il calcio è presente nei cibi vegetali in quantità variabile, per questo è importante fare attenzione ad assumere tutti i giorni cibi che costituiscano buone fonti di calcio vegetale.
Per ottimizzare apporti di calcio è molto importante quindi un regolare consumo di verdura a foglia verde (assorbimento di calcio da broccoli, cavolo verde e riccio varia dal 52 al 59 %), una porzione al giorno  di latticini (assorbimento di calcio dal latte : 32 %), pesce azzurro.
  • Ottimizzare l’apporto  di vitamina C e bioflavonoidi. La vescica neurologica, tipica dei bambini affetti da spina bifida, è responsabile sia della perdita della funzione renale, che dell’incontinenza urinaria e delle ricorrenti infezioni . Per prevenire le cistiti è utile ricorre ai rimedi naturali adottando modifiche nella dieta quotidiana come per esempio:
  1. Evitare fonti alimentari di zuccheri semplici  e latticini (sopratutto i formaggi); 
  2. Aumentare le fonti naturali di vitamina C (kiwi, agrumi, succo di mirtillo rosso senza zucchero);
  3. Garantire un’adeguata quantità di acqua oligominerale non meno di 1,5 lt al giorno;
  4. Assumere integratori funzionali (a base di mirtillo rosso, uva ursina, pilosella, echinacea, malva,  calendula).
  5. Evitare di saltare i pasti principali in particolare la prima colazione e fare alcuni spuntini al giorno a base di frutta fresca; 

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AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.
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