Dott. Ignazio Madonia
Alimentazione e ritenzione idrica

E' opportuno iniziare l'argomento facendo una importante differenziazione tra ritenzione idrica e cellulite.
"Spesso si fa confusione tra i due disturbi che attentano all'estetica di gambe e glutei femminili, ugualmente odiati ma sostanzialmente diversi"
RITENZIONE IDRICA
È la tendenza ad accumulare liquidi in eccesso tra le cellule a causa di un malfunzionamento del sistema venoso e linfatico. Infatti, all’origine della ritenzione idrica vi è proprio uno squilibrio tra la quantità di potassio che si trova all’interno delle cellule e la quantità di sodio, che invece sta all’esterno di esso.
CELLULITE
È una alterazione dei tessuti sottocutanei che porta all’accumulo di liquidi e tossine metaboliche tra una cellula e l’altra e che, nella maggior parte dei casi, diventa visibile anche in superficie nelle temute spoglie della cosiddetta ‘buccia d’arancia’.
Esistono tre differenti tipologie di cellulite a seconda del loro stadio di avanzamento:
- stadio 1: provoca edema, cioè un accumulo di liquidi, presente all’interno del tessuto adiposo soprattutto in corrispondenza di caviglie, polpacci, cosce e braccia.
- stadio 2: si ha un aumento del tessuto connettivo ed un indurimento dell’adipe con conseguente formazione di tanti piccoli noduli (la cosiddetta pelle a buccia d’arancia).
- stadio 3: scaturisce un indurimento e raffreddamento del tessuto, con noduli di grandi dimensioni spesso cause di forte dolore.
In una condizione fisica di salute, la proporzione tra questi due sali dovrebbe essere simile per permettere gli scambi necessari all’organismo e la ritenzione idrica è proprio causata da uno squilibrio di questi due sali, precisamente da un aumento della quantità di sodio, che induce l’organismo a trattenere una maggiore quantità di acqua per ottenere una diluizione normale. Tutto questo molto spesso determina la presenza di edema con conseguente rigonfiamento.
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La ritenzione idrica purtroppo è un disturbo piuttosto diffuso, che colpisce con diversa intensità milioni di persone, soprattutto donne. All’origine del problema possono esistere gravi patologie come disfunzioni cardiache o renali, infiammazioni severe e reazioni allergiche. Spesso però il principale responsabile della ritenzione idrica è uno stile di vita sbagliato, la cui semplice correzione può apportare notevoli benefici.
In medicina il termine “ritenzione idrica” viene utilizzato per indicare la tendenza a trattenere liquidi nell’organismo. Il ristagno di questi fluidi è generalmente superiore nelle zone predisposte all’accumulo di grasso (addome, cosce e glutei).
Il segno principale della ritenzione idrica è l’edema, una condizione in cui l’accumulo di liquidi nei tessuti ne causa un anomalo rigonfiamento.
Molte donne attribuiscono erroneamente alla ritenzione il proprio sovrappeso ignorando che, in assenza di patologie importanti, il contributo della ritenzione idrica sull’aumento di peso è tutto sommato marginale. È invece vero il discorso contrario; è il sovrappeso a rallentare la diuresi e favorire la ritenzione idrica.
La cura della ritenzione idrica si basa sulla correzione delle cause che hanno dato origine al disturbo. In assenza di patologie importanti, il maggiore responsabile della ritenzione idrica è lo stile di vita. Alcune abitudini poco salutari contribuiscono ad aggravare la situazione:
CAMMINARE, NON CORRERE: i ripetuti impatti col terreno causati dall'azione di corsa, oltre ad avere effetti negativi sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale, causano delle microlacerazioni alle membrane delle cellule adipose che a lungo andare possono peggiorare la situazione. Inoltre, un'attività fisica svolta ad intensità troppo elevata porta alla formazione di acido lattico.
Questo metabolita è alleato della cellulite, poiché la formazione di tossine muscolari ha effetti negativi sulla circolazione e sull'ossigenazione dei tessuti. Per questo motivo due ore di spinning alla settimana svolte ad intensità elevata risultano non solo inutili ma addirittura controproducenti.
Mantenere la posizione seduta sul sellino per un'ora ostacola infatti la circolazione dei glutei, uno dei distretti corporei più colpiti da cellulite; inoltre, l'elevata intensità dell'esercizio porta all'accumulo di acido lattico con tutte le conseguenze negative appena viste (vedi schema 1).
Si raccomanda pertanto di svolgere attività di lunga durata come il ciclismo, la camminata veloce o lo step. I benefici di questo programma di allenamento sono molteplici: un'attività fisica regolare (almeno 30-40 minuti al giorno) porta ad un miglioramento generale delle capacità cardiocircolatorie e respiratorie favorendo la circolazione periferica.
In questo modo è possibile sconfiggere la cattiva circolazione che rappresenta il più grosso fattore di rischio per lo sviluppo della cellulite.
Per essere definita regolare l'attività fisica dev'essere svolta per almeno tre giorni alla settimana.
Infine, può essere utile seguire un programma di tonificazione generale che preveda l'utilizzo di esercizi a carico naturale, di attrezzature isotoniche o pesi liberi a seconda dell'esperienza e delle preferenze del soggetto. Anche in questi casi è importante non esagerare, utilizzando carichi leggeri per un numero di ripetizioni che, sia pur elevato, non affatichi eccessivamente il muscolo.
Al termine della seduta lo stretching abbinato ad esercizi di controllo respiratorio eseguiti con le gambe in alto, favorisce il ritorno venoso e l'eliminazione delle tossine prodotte (vedi schema 2).
È importante consumare molta frutta e verdura ed in particolare quella ricca di vitamina C, una vitamina che protegge i capillari sanguigni, e cibi ricchi di potassio e poveri di sodio.
Il potassio svolge un’azione diuretica e favorisce l’eliminazione dei liquidi accumulati, soprattutto quando c’è un eccesso di sale nella dieta responsabile di gonfiori e ritenzione idrica. Il sale ed il sodio in esso contenuto sono alcuni tra i principali alleati della cellulite. Per questo motivo è importante assumere con la dieta alimenti dalle proprietà diuretiche evitando quelli che, come il sale, favoriscono la ritenzione idrica. L’acqua deve diventare una fedele compagna e come tale va portata sempre con sé. Una corretta idratazione è infatti una delle soluzioni più semplici ed efficaci per combattere la ritenzione idrica (30 ml di acqua per kg di peso corporeo, es. 60 Kg x 30 ml = 1,8 litri )
Alcuni alimenti consigliati che favoriscono il drenaggio dei liquidi sono:
Alimento
Funghi secchi
Albicocche
Fagioli bianchi
Piselli
Uvetta
Mandorle
Prugne secche
Semi di girasole
Datteri secchi
Patate
Broccoli
Banana
Funghi freschi
Farina d’avena
Carne rossa
Tacchino
Riso
Mele
Cipolle
"Spesso si fa confusione tra i due disturbi che attentano all'estetica di gambe e glutei femminili, ugualmente odiati ma sostanzialmente diversi"
RITENZIONE IDRICA
È la tendenza ad accumulare liquidi in eccesso tra le cellule a causa di un malfunzionamento del sistema venoso e linfatico. Infatti, all’origine della ritenzione idrica vi è proprio uno squilibrio tra la quantità di potassio che si trova all’interno delle cellule e la quantità di sodio, che invece sta all’esterno di esso.
CELLULITE
È una alterazione dei tessuti sottocutanei che porta all’accumulo di liquidi e tossine metaboliche tra una cellula e l’altra e che, nella maggior parte dei casi, diventa visibile anche in superficie nelle temute spoglie della cosiddetta ‘buccia d’arancia’.
Esistono tre differenti tipologie di cellulite a seconda del loro stadio di avanzamento:
- stadio 1: provoca edema, cioè un accumulo di liquidi, presente all’interno del tessuto adiposo soprattutto in corrispondenza di caviglie, polpacci, cosce e braccia.
- stadio 2: si ha un aumento del tessuto connettivo ed un indurimento dell’adipe con conseguente formazione di tanti piccoli noduli (la cosiddetta pelle a buccia d’arancia).
- stadio 3: scaturisce un indurimento e raffreddamento del tessuto, con noduli di grandi dimensioni spesso cause di forte dolore.
In una condizione fisica di salute, la proporzione tra questi due sali dovrebbe essere simile per permettere gli scambi necessari all’organismo e la ritenzione idrica è proprio causata da uno squilibrio di questi due sali, precisamente da un aumento della quantità di sodio, che induce l’organismo a trattenere una maggiore quantità di acqua per ottenere una diluizione normale. Tutto questo molto spesso determina la presenza di edema con conseguente rigonfiamento.
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La ritenzione idrica purtroppo è un disturbo piuttosto diffuso, che colpisce con diversa intensità milioni di persone, soprattutto donne. All’origine del problema possono esistere gravi patologie come disfunzioni cardiache o renali, infiammazioni severe e reazioni allergiche. Spesso però il principale responsabile della ritenzione idrica è uno stile di vita sbagliato, la cui semplice correzione può apportare notevoli benefici.
In medicina il termine “ritenzione idrica” viene utilizzato per indicare la tendenza a trattenere liquidi nell’organismo. Il ristagno di questi fluidi è generalmente superiore nelle zone predisposte all’accumulo di grasso (addome, cosce e glutei).
Il segno principale della ritenzione idrica è l’edema, una condizione in cui l’accumulo di liquidi nei tessuti ne causa un anomalo rigonfiamento.
Molte donne attribuiscono erroneamente alla ritenzione il proprio sovrappeso ignorando che, in assenza di patologie importanti, il contributo della ritenzione idrica sull’aumento di peso è tutto sommato marginale. È invece vero il discorso contrario; è il sovrappeso a rallentare la diuresi e favorire la ritenzione idrica.
La cura della ritenzione idrica si basa sulla correzione delle cause che hanno dato origine al disturbo. In assenza di patologie importanti, il maggiore responsabile della ritenzione idrica è lo stile di vita. Alcune abitudini poco salutari contribuiscono ad aggravare la situazione:
- fumo;
- eccessivo consumo di alcolici;
- sovrappeso;
- predisposizione per i cibi salati;
- abuso di farmaci e caffè;
- abiti troppo stretti;
- tacchi troppo alti;
- rimanere a lungo in piedi senza muoversi.
CAMMINARE, NON CORRERE: i ripetuti impatti col terreno causati dall'azione di corsa, oltre ad avere effetti negativi sulle articolazioni e sulla colonna vertebrale, causano delle microlacerazioni alle membrane delle cellule adipose che a lungo andare possono peggiorare la situazione. Inoltre, un'attività fisica svolta ad intensità troppo elevata porta alla formazione di acido lattico.
Questo metabolita è alleato della cellulite, poiché la formazione di tossine muscolari ha effetti negativi sulla circolazione e sull'ossigenazione dei tessuti. Per questo motivo due ore di spinning alla settimana svolte ad intensità elevata risultano non solo inutili ma addirittura controproducenti.
Mantenere la posizione seduta sul sellino per un'ora ostacola infatti la circolazione dei glutei, uno dei distretti corporei più colpiti da cellulite; inoltre, l'elevata intensità dell'esercizio porta all'accumulo di acido lattico con tutte le conseguenze negative appena viste (vedi schema 1).
Si raccomanda pertanto di svolgere attività di lunga durata come il ciclismo, la camminata veloce o lo step. I benefici di questo programma di allenamento sono molteplici: un'attività fisica regolare (almeno 30-40 minuti al giorno) porta ad un miglioramento generale delle capacità cardiocircolatorie e respiratorie favorendo la circolazione periferica.
In questo modo è possibile sconfiggere la cattiva circolazione che rappresenta il più grosso fattore di rischio per lo sviluppo della cellulite.
Per essere definita regolare l'attività fisica dev'essere svolta per almeno tre giorni alla settimana.
Infine, può essere utile seguire un programma di tonificazione generale che preveda l'utilizzo di esercizi a carico naturale, di attrezzature isotoniche o pesi liberi a seconda dell'esperienza e delle preferenze del soggetto. Anche in questi casi è importante non esagerare, utilizzando carichi leggeri per un numero di ripetizioni che, sia pur elevato, non affatichi eccessivamente il muscolo.
Al termine della seduta lo stretching abbinato ad esercizi di controllo respiratorio eseguiti con le gambe in alto, favorisce il ritorno venoso e l'eliminazione delle tossine prodotte (vedi schema 2).
È importante consumare molta frutta e verdura ed in particolare quella ricca di vitamina C, una vitamina che protegge i capillari sanguigni, e cibi ricchi di potassio e poveri di sodio.
Il potassio svolge un’azione diuretica e favorisce l’eliminazione dei liquidi accumulati, soprattutto quando c’è un eccesso di sale nella dieta responsabile di gonfiori e ritenzione idrica. Il sale ed il sodio in esso contenuto sono alcuni tra i principali alleati della cellulite. Per questo motivo è importante assumere con la dieta alimenti dalle proprietà diuretiche evitando quelli che, come il sale, favoriscono la ritenzione idrica. L’acqua deve diventare una fedele compagna e come tale va portata sempre con sé. Una corretta idratazione è infatti una delle soluzioni più semplici ed efficaci per combattere la ritenzione idrica (30 ml di acqua per kg di peso corporeo, es. 60 Kg x 30 ml = 1,8 litri )
Alcuni alimenti consigliati che favoriscono il drenaggio dei liquidi sono:
Alimento
Funghi secchi
Albicocche
Fagioli bianchi
Piselli
Uvetta
Mandorle
Prugne secche
Semi di girasole
Datteri secchi
Patate
Broccoli
Banana
Funghi freschi
Farina d’avena
Carne rossa
Tacchino
Riso
Mele
Cipolle
Schema 1
Schema 2
La dieta anti-cellulite: il tuo menu!
Tisane contro la cellulite
Betulla
La Betulla (Betulla alba, Fam. Betulaceae) è una pianta che trova applicazione nel trattamento della cellulite, principalmente sottoforma di tisane.
Le parti della betulla utilizzate in fitoterapia sono le foglie, che contengono:
TISANA ALLA BETULLA CONTRO LA CELLULITE: utilizzare da 5 a 10g di foglie di betulla per una tazza d'acqua bollente.
Appena versate le foglie e spenta la fiamma, versare un pizzico di bicarbonato per facilitare la soluzione della resina (acido betuloretico) ed ottenere così effetti più completi.
TINTURA MADRE DI BETULLA: 40 gocce per 3 volte al giorno.
Anche l'estratto fluido glicolico che si trova in commercio ha proprietà astringenti e dermo-purificanti utili per la cellulite, quindi viene utilizzato da solo oppure in associazione ad altre piante (estratti glicolici di edera, ippocastano, quercia marina).
La betulla è ben tollerata, tuttavia non dev'essere utilizzata da persone con insufficienza cardiaca o renale.
Vite rossa
La Vite rossa (Vitis vinifera, varietà tinctoria; Fam. Vitaceae) è una pianta che trova impiego in quasi tutte le tisane anticellulite.
Della vite rossa si utilizzano le foglie, raccolte dopo la vendemmia quando presentano il caratteristico colore rosso. Tale droga viene utilizzata per la cura delle affezioni venose e circolatorie, grazie alla presenza principale di:
L'azione protettiva della vite rossa si esplica attraverso la funzione che le proantocianidine esercitano sulla stabilizzazione dei capillari, prevenendo l'aumento della permeabilità di questi sottilissimi vasi sanguigni: le proantocianidine stabilizzano le fibre di collagene e l'elastina, rafforzando in questo modo la matrice del tessuto connettivo vascolare.
Non sono noti effetti collaterali associati all'uso delle foglie di vite rossa sia in tisana che in formulazioni da banco, quindi può essere usata tranquillamente purché venga rispettata la posologia raccomandata. In gravidanza, allattamento, ed in presenza di qualsiasi altra patologia, è sempre raccomandabile il consiglio medico, nonostante la Vite rossa rappresenti un fitoterapico sicuro.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.
- Colazione: 1 yogurt naturale intero, 1 caffè d'orzo in tazza grande, 4 biscotti di riso.
- Spuntino di metà mattina: 1 fetta di ananas fresco e una tisana di equiseto.
- Pranzo: un gambo di sedano condito con olio e succo di limone; 200 g di petto di pollo cotto in padella con abbondante cicorino in insalata; 70 g di pane integrale; una tisana di zenzero.
- Merenda: 1 fetta di ananas e una tisana di equiseto.
- Cena: un gambo di sedano condito con olio e succo di limone; 200 g di trota al cartoccio con abbondanti verdure e spiedini di patate; una tisana di zenzero.
Tisane contro la cellulite
Betulla
La Betulla (Betulla alba, Fam. Betulaceae) è una pianta che trova applicazione nel trattamento della cellulite, principalmente sottoforma di tisane.
Le parti della betulla utilizzate in fitoterapia sono le foglie, che contengono:
- Saponine triterpeniche 3%, dall'azione emolitica;
- Olio essenziale dallo 0,05% allo 0,1%, contenente il 25% di betulenolo;
- Glucosidi Flavonici: iperoside, quercitrina, mircetina galattoside, kempferolo, quercetina;
- Tannini;
- Acido Ascorbico, Clorogenico e Caffeico;
- Resine, Metilpentosano, Amari, Acido Betuloretico, Betulalbina.
TISANA ALLA BETULLA CONTRO LA CELLULITE: utilizzare da 5 a 10g di foglie di betulla per una tazza d'acqua bollente.
Appena versate le foglie e spenta la fiamma, versare un pizzico di bicarbonato per facilitare la soluzione della resina (acido betuloretico) ed ottenere così effetti più completi.
TINTURA MADRE DI BETULLA: 40 gocce per 3 volte al giorno.
Anche l'estratto fluido glicolico che si trova in commercio ha proprietà astringenti e dermo-purificanti utili per la cellulite, quindi viene utilizzato da solo oppure in associazione ad altre piante (estratti glicolici di edera, ippocastano, quercia marina).
La betulla è ben tollerata, tuttavia non dev'essere utilizzata da persone con insufficienza cardiaca o renale.
Vite rossa
La Vite rossa (Vitis vinifera, varietà tinctoria; Fam. Vitaceae) è una pianta che trova impiego in quasi tutte le tisane anticellulite.
Della vite rossa si utilizzano le foglie, raccolte dopo la vendemmia quando presentano il caratteristico colore rosso. Tale droga viene utilizzata per la cura delle affezioni venose e circolatorie, grazie alla presenza principale di:
- Flavonoidi: quercetina, isoquercetina, rutina, kemferolo, luteolina;
- Antociani (tannini antocianici e leucoantocianici): gallocatecolo, catecolo, gallato di epicatecolo, peonodolo, malvidolo, delfini dolo.
L'azione protettiva della vite rossa si esplica attraverso la funzione che le proantocianidine esercitano sulla stabilizzazione dei capillari, prevenendo l'aumento della permeabilità di questi sottilissimi vasi sanguigni: le proantocianidine stabilizzano le fibre di collagene e l'elastina, rafforzando in questo modo la matrice del tessuto connettivo vascolare.
Non sono noti effetti collaterali associati all'uso delle foglie di vite rossa sia in tisana che in formulazioni da banco, quindi può essere usata tranquillamente purché venga rispettata la posologia raccomandata. In gravidanza, allattamento, ed in presenza di qualsiasi altra patologia, è sempre raccomandabile il consiglio medico, nonostante la Vite rossa rappresenti un fitoterapico sicuro.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.