Dott. Ignazio Madonia
SLA e Alimentazione
L’etimologia della definizione sclerosi laterale amiotrofica chiarisce le caratteristiche della malattia: la parola amiotrofico è composta da a (corrispondente alla negazione), mio (muscolo), trofico (sviluppo), quindi significa che i muscoli si indeboliscono e si atrofizzano; l’aggettivo laterale si riferisce alla zona del midollo spinale colpito. Il fenomeno coinvolge i cordoni laterali che contengono le sinapsi che connettono il primo motoneurone, sito nella corteccia, con il secondo motoneurone, sito nelle corna anteriori del midollo spinale. Ne deriva la morte neuronale e delle vie mielinizzate per cui progressivamente questa zona colpita dal morbo tende a “indurirsi”: ecco spiegato l’utilizzo di sclerosi che significa “indurimento”.
L’incidenza sulla popolazione fortunatamente non è altissima, contando due – tre casi ogni 100.000 persone. Gli studiosi sospettano fattori genetici e ambientali: le cause finora accertate sono per il 3/4 di natura genetica e per 1/4 di natura ambientale!
Che cosa significa?
Semplicemente che la possibilità per questa malattia possa insorgere in un individuo sano sono per il 75% imputabile a mutazioni genetiche; ma esiste un’influenza legata all’alimentazione, all’inquinamento e allo stile di vita che conta per il 25%!
Direi che questa percentuale non è trascurabile!
Allora cosa possiamo fare noi per evitare il rischio di essere assoggettabili a questa terribile patologia?
Come al solito torniamo a parlare di corretta e SANA alimentazione.
Studi dimostrano che le cause della malattia sono legate soprattutto all’iperossidazione cellulare.
L’ossidazione è un fenomeno naturale dovuta alla produzione di radicali liberi. In caso di una loro eccessiva produzione, la mancanza di elementi che frenano la loro azione, si possono riscontrare notevoli problemi di natura degenerativa. La SLA è uno di questi.
Quindi, quali sono le sostanze che rallentano l’ossidazione cellulare e l’attività dei radicali liberi?
Sono: vitamina E, licopene, betacarotene e acidi grassi polinsaturi.
L’incidenza sulla popolazione fortunatamente non è altissima, contando due – tre casi ogni 100.000 persone. Gli studiosi sospettano fattori genetici e ambientali: le cause finora accertate sono per il 3/4 di natura genetica e per 1/4 di natura ambientale!
Che cosa significa?
Semplicemente che la possibilità per questa malattia possa insorgere in un individuo sano sono per il 75% imputabile a mutazioni genetiche; ma esiste un’influenza legata all’alimentazione, all’inquinamento e allo stile di vita che conta per il 25%!
Direi che questa percentuale non è trascurabile!
Allora cosa possiamo fare noi per evitare il rischio di essere assoggettabili a questa terribile patologia?
Come al solito torniamo a parlare di corretta e SANA alimentazione.
Studi dimostrano che le cause della malattia sono legate soprattutto all’iperossidazione cellulare.
L’ossidazione è un fenomeno naturale dovuta alla produzione di radicali liberi. In caso di una loro eccessiva produzione, la mancanza di elementi che frenano la loro azione, si possono riscontrare notevoli problemi di natura degenerativa. La SLA è uno di questi.
Quindi, quali sono le sostanze che rallentano l’ossidazione cellulare e l’attività dei radicali liberi?
Sono: vitamina E, licopene, betacarotene e acidi grassi polinsaturi.
Frutta e verdura aiutano a rallentare la malattia

Fare il pieno di antiossidanti e carotenoidi mangiando regolarmente frutta e verdura aiuta ad alleviare i sintomi della Sla, la sclerosi laterale amiotrofica fin dagli esordi della malattia.
E’ quanto dimostra uno studio pubblicato su Jama Neurology dalla Columbia University, negli Stati Uniti.
I ricercatori, coordinati dall’epidemiologa Jeri W. Nieves, hanno preso in esame le cartelle cliniche di 302 pazienti a cui era stata diagnosticata la Sla da meno di 18 mesi: in particolare, hanno verificato se ci fosse una correlazione tra gli alimenti che consumavano abitualmente e i sintomi della malattia, che giorno dopo giorno tende ad atrofizzare i muscoli portando alla paralisi e all’insufficienza respiratoria.
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti che consumavano alimenti ricchi di sostanze antiossidanti e carotenoidi, come frutta e verdura, avevano una migliore qualità di vita. «Sembra che l’alimentazione giochi un ruolo sia nell’insorgenza della malattia che nella sua progressione. Per questo – afferma Nieves – i pazienti colpiti dalla Sla dovrebbero mangiare cibi ricchi di antiossidanti e carotenoidi, così come cereali integrali, pesce e pollame. I cibi e i nutrienti che possono aiutare a ridurre i sintomi della Sla, in fondo, sono molto simili a quelli che vengono normalmente raccomandati per la prevenzione di altre malattie croniche». Al contrario, invece, il consumo di carne in scatola e di latte sembra essere associato ad una maggiore severità della malattia.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica di Wiley, Annals of Neurology, suggerisce che un buon apporto di cibi che contengono sostanze utili come il betacarotene e la luteina, può essere un buon modo per prevenire o ritardare la manifestazione di una malattia grave come la sclerosi laterale amiotrofica”.
Lo studio arriva dalla Harvard School of Public Health di Boston è il coordinatore della ricerca è italiano. La prevenzione della Sla attraverso una dieta ricca di frutta e verdura è stata osservata del dottor Alberto Ascherio, che ha analizzato l’azione protettiva e antiossidante di betacarotene e luteina contro le malattie neuro degenerative. Ascherio e colleghi dell’HSPH hanno scoperto che proprio una maggiore assunzione totale di questi carotenoidi era legata alla riduzione del rischio di SLA.
Attenzione però: ricordiamoci di lavare molto accuratamente la frutta e la verdura. Studi dimostrano, infatti, che un’altra causa ambientale dell’insorgenza della malattia è legata ai fitofarmaci (insetticidi, pesticidi, diserbanti, etc…). Gli studi presenti in letteratura hanno spesso evidenziato questo tipo di associazione. Una metanalisi del 2012, condotta su studi retrospettivi, ha dimostrato una correlazione statisticamente significativa fra l’esposizione a fitofarmaci (l’esposizione a insetticidi organoclorurati) e lo sviluppo della malattia.
E’ quanto dimostra uno studio pubblicato su Jama Neurology dalla Columbia University, negli Stati Uniti.
I ricercatori, coordinati dall’epidemiologa Jeri W. Nieves, hanno preso in esame le cartelle cliniche di 302 pazienti a cui era stata diagnosticata la Sla da meno di 18 mesi: in particolare, hanno verificato se ci fosse una correlazione tra gli alimenti che consumavano abitualmente e i sintomi della malattia, che giorno dopo giorno tende ad atrofizzare i muscoli portando alla paralisi e all’insufficienza respiratoria.
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti che consumavano alimenti ricchi di sostanze antiossidanti e carotenoidi, come frutta e verdura, avevano una migliore qualità di vita. «Sembra che l’alimentazione giochi un ruolo sia nell’insorgenza della malattia che nella sua progressione. Per questo – afferma Nieves – i pazienti colpiti dalla Sla dovrebbero mangiare cibi ricchi di antiossidanti e carotenoidi, così come cereali integrali, pesce e pollame. I cibi e i nutrienti che possono aiutare a ridurre i sintomi della Sla, in fondo, sono molto simili a quelli che vengono normalmente raccomandati per la prevenzione di altre malattie croniche». Al contrario, invece, il consumo di carne in scatola e di latte sembra essere associato ad una maggiore severità della malattia.
Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica di Wiley, Annals of Neurology, suggerisce che un buon apporto di cibi che contengono sostanze utili come il betacarotene e la luteina, può essere un buon modo per prevenire o ritardare la manifestazione di una malattia grave come la sclerosi laterale amiotrofica”.
Lo studio arriva dalla Harvard School of Public Health di Boston è il coordinatore della ricerca è italiano. La prevenzione della Sla attraverso una dieta ricca di frutta e verdura è stata osservata del dottor Alberto Ascherio, che ha analizzato l’azione protettiva e antiossidante di betacarotene e luteina contro le malattie neuro degenerative. Ascherio e colleghi dell’HSPH hanno scoperto che proprio una maggiore assunzione totale di questi carotenoidi era legata alla riduzione del rischio di SLA.
Attenzione però: ricordiamoci di lavare molto accuratamente la frutta e la verdura. Studi dimostrano, infatti, che un’altra causa ambientale dell’insorgenza della malattia è legata ai fitofarmaci (insetticidi, pesticidi, diserbanti, etc…). Gli studi presenti in letteratura hanno spesso evidenziato questo tipo di associazione. Una metanalisi del 2012, condotta su studi retrospettivi, ha dimostrato una correlazione statisticamente significativa fra l’esposizione a fitofarmaci (l’esposizione a insetticidi organoclorurati) e lo sviluppo della malattia.

Un altro alimento fondamentale da inserire in una corretta alimentazione è rappresentato dagli acidi grassi insaturi !
La frutta secca, nel caso della SLA soprattutto la noce peacan, è una fonte naturale e ricca di grassi polinsaturi.
Abbinati agli omega tre, olio di pesce, l’attività ossidativa dei radicali liberi verrà molto limitata !
Uno studio molto interessante è stato compiuto sull’epidemiologia della sclerosi multipla, osservando un gruppo di giapponesi-hawaiani paragonati ai giapponesi. Nei primi l’alimentazione è più ricca di cereali raffinati, grassi saturi e carboidrati, cioè simile alla dieta Nord-americana. Questa dieta impedisce l’assorbimento di vitamine come la B12, vitamine E ed F, tutte con un’azione protettiva ed antiossidante, nei confronti dei tessuti cerebrali. I Giapponesi invece prediligono una dieta a base di pesce, quindi ricca di omega-3 e acidi grassi insaturi, con un’ottima funzione preventiva e antiossidante. Nei primi lo stile alimentare ricco di grassi, carboidrati e latticini, ha confermato un incidenza della malattia più alta e un decorso più aggressivo nei confronti dell’organismo, rispetto al secondo gruppo, i quali, prediligendo frutta e verdura fresca, pesce e succhi freschi, presentano un’incidenza molto più bassa.
La frutta secca, nel caso della SLA soprattutto la noce peacan, è una fonte naturale e ricca di grassi polinsaturi.
Abbinati agli omega tre, olio di pesce, l’attività ossidativa dei radicali liberi verrà molto limitata !
Uno studio molto interessante è stato compiuto sull’epidemiologia della sclerosi multipla, osservando un gruppo di giapponesi-hawaiani paragonati ai giapponesi. Nei primi l’alimentazione è più ricca di cereali raffinati, grassi saturi e carboidrati, cioè simile alla dieta Nord-americana. Questa dieta impedisce l’assorbimento di vitamine come la B12, vitamine E ed F, tutte con un’azione protettiva ed antiossidante, nei confronti dei tessuti cerebrali. I Giapponesi invece prediligono una dieta a base di pesce, quindi ricca di omega-3 e acidi grassi insaturi, con un’ottima funzione preventiva e antiossidante. Nei primi lo stile alimentare ricco di grassi, carboidrati e latticini, ha confermato un incidenza della malattia più alta e un decorso più aggressivo nei confronti dell’organismo, rispetto al secondo gruppo, i quali, prediligendo frutta e verdura fresca, pesce e succhi freschi, presentano un’incidenza molto più bassa.
Attività fisica e SLA
Ricordiamoci che un’attività aerobica, moderata e costante, porta a un miglioramento del microcircolo con conseguente migliore irrorazione dell’organismo. Questo presupposto è fondamentale sia per un benessere generale e comunemente condivisibile, sia per le persone colpite da sclerosi laterale amiotrofica. È amaramente risaputo, infatti, che le capacità cardio-respiratorie dei malati sono le prime a peggiorare nel decorso della patologia. Camminata, cyclette e nuoto giocano un ruolo fondamentale per il mantenimento delle condizioni del paziente. Nelle prime fasi della malattia, è opportuno utilizzare in modo corretto anche l’attività con i pesi. Una corretta programmazione aiuta il paziente a mantenere buoni livelli di forza e capacità coordinativa. È però fondamentale evitare di raggiungere la fatica fisica.
La disfagia
Il termine disfagia indica la difficoltà a deglutire. In corso di SLA la deglutizione può essere compromessa sia dalla debolezza muscolare sia da alterazioni dei meccanismi riflessi: si parla in questo caso di paralisi bulbare o pseudobulbare.
La sequenza motoria della deglutizione comprende tre stadi:
La sequenza motoria della deglutizione comprende tre stadi:
- volontario;
- faringeo;
- esofageo.
Figura 1
RACCOMANDAZIONI DIETETICHE GENERALI
ALIMENTI NON CONSENTITI
REGOLE COMPORTAMENTALI
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.
- Modificare la consistenza del cibo e dei liquidi, prestando attenzione alle caratteristiche fisiche degli alimenti quali coesione, omogeneità, viscosità e dimensione del boccone. Tutti gli alimenti dovrebbero essere sufficientemente morbidi da poter essere assunti col cucchiaio.
- La consistenza semisolida deve essere ottenuta per tutti gli alimenti, realizzando così diete varie, appetibili e complete che forniscano l’energia e i nutrienti necessari per l’organismo. Se questa indicazione non viene seguita correttamente, la dieta rischia di diventare monotona e possono svilupparsi delle carenze.
- Frazionare l’alimentazione nel corso della giornata in tanti pasti poco abbondanti per prevenire un’immediata sensazione di sazietà e quindi evitare che il paziente non raggiunga il suo fabbisogno nutrizionale
- In presenza di disfagia per i liquidi utilizzare acqua gelificata o polveri addensanti presenti in commercio. Tali polveri possono essere aggiunte a tutti i liquidi, caldi e freddi (acqua, brodo, tè, latte, succo di frutta). I liquidi, per essere deglutiti correttamente, dovrebbero essere addensati fino ad avere la consistenza di un budino.
ALIMENTI NON CONSENTITI
- Pastina in brodo, minestrone con verdure a pezzi, gelato con nocciole, yogurt con pezzi di frutta e altri alimenti in cui coesistano la consistenza solida e liquida.
- Biscotti e crackers friabili, che si possano sbriciolare.
- Riso, mais, pasta in formati piccoli.
- Gnocchi e altri cibi appiccicosi che aderiscano al palato.
- Verdure filamentose come finocchio, carciofo, fagiolini con filo; buccia della frutta, uva e altri alimenti fibrosi.
- Frutta secca e caramelle se dure e compatte.
- Polveri come cannella e cacao.
- Alimenti speziati, pepati o piccanti perché potrebbero indurre tosse e quindi compromettere la deglutizione.
- Besciamella, panna o salse (come la maionese), in base alle preferenza del paziente, da utilizzare per rendere i bocconi morbidi e facili da deglutire agiscono da lubrificanti.
- Fecole, amido di mais, gelatine, tuorlo d’uova sono addensanti naturali e aggiunti a cibi e bevande ne migliorano la consistenza.
- Semolino, crema di riso, purè o patate lesse in sostituzione di pasta e riso.
- Carne trita (ad esempio in polpetta o hamburger); pesce morbido, formaggi cremosi o uova come secondi piatti.
- Verdure non filamentose ben cotte o in passato di verdura.
- Frutta frullata o in mousse.
- Yogurt senza pezzi di frutta, latte addensato con biscotti granulari per la colazione.
- Budini, semifreddi e gelati come dessert.
- Flan o sformati di consistenza sicura per la deglutizione.
- Olio d’oliva a crudo e Grana Padano D.O.P. grattugiato da aggiungere ai primi e alle pietanze per renderle più nutrienti ed energetiche per contrastare il calo di peso.
REGOLE COMPORTAMENTALI
- Mangiare in posizione seduta, con le braccia comodamente appoggiate ai braccioli della sedia e con il tronco retto. Piegare la testa in avanti e abbassare il mento verso il torace durante la deglutizione. Per favorire questa posizione, portare il cucchiaio alla bocca dal basso.
- Mangiare in ambiente tranquillo e poco rumoroso, lentamente e con attenzione (evitando di parlare o guardare la televisione durante i pasti).
- Deglutire a vuoto tra un boccone e l’altro.
- Ogni tanto eseguire piccoli colpi di tosse, per controllare la presenza di cibo in gola.
- Presentare il cibo in piccole porzioni alla volta e magari in piatti non molto grandi, serve per evitare che il paziente si scoraggi e perda l’appetito. Eventualmente può essere sempre aggiunto altro cibo qualora lo desideri
- Monitorare il peso corporeo per prevenire la malnutrizione. Qualora non fosse possibile rilevarlo (pazienti allettati o con difficoltà nel salire sulla bilancia) valutare visibilmente una eventuale variazione (indumenti più larghi, cinture allacciate più strette, ecc.).
- Mantenere un’accurata igiene del cavo orale, evitando ristagni di cibo, muco e saliva che potrebbero compromettere la deglutizione e favorire l’insorgenza di infezioni.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.