Dott. Ignazio Madonia
La disabilità motoria
Si stima che in Italia (al 2011) vi siano circa 2 milioni 824mila disabili, di cui 960mila uomini e 1 milione 864mila donne. Il numero di disabili (di 6 anni o più) che vive in famiglia è di circa 2 milioni 615mila unità, pari al 4,85% della popolazione (ultime stime ISTAT). Di questi circa un milione sono disabili motori. E’ una situazione che ovviamente coinvolge anche tutti i familiari e le persone addette ai diversamente abili. Deve essere pertanto ben chiaro che le risorse professionali, strutturali e logistiche disponibili in qualsiasi struttura pubblica o privata vanno pensate anche per l’assistenza al disabile.
Di fatto il movimento può essere danneggiato in uno degli aspetti che lo caratterizzano e precisamente: il tono muscolare, la postura, la coordinazione e l' aprassia.
Con il termine tono muscolare si intende l’attività del muscolo che si mantiene e si adatta ai bisogni delle azioni da svolgere che si realizzano grazie alle cellule nervose che innervano il muscolo.
La postura corrisponde all’atteggiamento spaziale assunto dal corpo umano in seguito a una distribuzione differenziata del tono muscolare dipendente dalla personalità, dallo stato d’animo, dal sesso, dall’età e da eventuali patologie.
La coordinazione, invece, è la capacità di eseguire un movimento, controllandolo e regolandolo in base alle necessità.
Infine, l' aprassia è l’abilità di compiere correttamente gesti coordinati e diretti al perseguimento di uno scopo.
Il movimento può essere concepito sia come un corpo in azione impegnato nel perseguimento di un fine sia come un corpo in azione che si relaziona con l’ambiente. Affinché il movimento sia illeso sono dunque necessarie sia l’integrità delle diverse vie motrici (vie piramidali, extrapiramidali e cerebellari), sia l’integrità del “dialogo tonico” con l’ambiente circostante e della dimensione affettiva che questa presuppone.
Le principali difficoltà motorie derivate da un danno organico evidente delle vie motorie sono: le paralisi cerebrali infantili e le encefalopatie.
Mentre tra le patologie delle condotte motorie dovute a un’alterazione della relazione io-mondo citiamo: la disgrafia, l’impaccio motorio, le disprassie, e i tic nervosi.
La paralisi cerebrale spastica infantile (PCI), che interessa 1 bambino su 500, è dovuta a un danno irreversibile del sistema nervoso centrale verificatosi a causa di un’emorragia o di un’ischemia in un periodo intorno alla nascita. Di fatto, essa è provocata da traumi ostetrici, prematuranze o patologie neonatali varie. In questi casi, il grado di infermità è assai vario e può manifestarsi con una discreta spasticità che ostacola appena il cammino fino alle grandi retroazioni che rendono impossibile qualsiasi motricità. In termini tecnici, a seconda della localizzazione delle alterazioni, si parla di: monoplegia quando la lesione interessa un solo arto; emiplegia quando è colpita la metà del corpo; diplegia o malattia di Little quando sono interessati due arti; tetraplegia quando l’infermità riguarda tutti e quattro gli arti.
Le encefalopatie sono un gruppo di affezioni sia di origine genetica (anomalie cromosomiche, genetiche, ereditarie) sia di origine acquisita all’inizio della gravidanza (embriopatia) o più tardiva (fetopatia). I sintomi motori comuni a tutti i tipi di encefalopatie sono: il tremore, od oscillazioni ritmiche di una parte del corpo causate dall’azione alternata di gruppi muscolari tra loro antagonisti; l’atrofia muscolare che indica la perdita di forma, tonicità e funzione di alcuni gruppi muscolari; e la mioclonia che è una breve e involontaria contrazione di un muscolo o di un gruppo di muscoli non sempre patologica (come nel caso del singhiozzo) a meno che non sia persistente.
Nell’ambito del secondo gruppo di patologie della condotta motoria ricordiamo innanzitutto la disgrafia. Lo studio clinico della disgrafia, che comporta una qualità della scrittura insufficiente in assenza di qualsiasi deficit neurologico o intellettivo, mostra spesso la presenza di disordini dell’organizzazione motoria (impaccio motorio, disprassia e instabilità) e disordini spazio-temporali caratterizzati da disturbi nella coordinazione del gesto. Di fatto, la mano dei bambini affetti da disgrafia scorre in modo disarmonico e con fatica. L’impugnatura della penna è spesso scorretta, provocando una pressione della mano sul foglio non adeguata e lasciando spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole. Non è ancora chiara l’eziologia di questa patologia visto che in essa sono implicati sia la motricità sia il rapporto del bambino con il suo apprendimento scolastico e il significato che esso può assumere nell’ambito della sua dinamica familiare e scolastica.
Per impaccio motorio si intende una serie di gesti goffi e pesanti o un’impossibilità a ottenere un rilassamento muscolare attivo che può arrivare a una contrazione cerea e a un irrigidimento degli arti tipici della catalessia. Anche in questo caso, è difficile rintracciare le cause eziologiche. Così se qualche studioso pensa a un’origine organica che implica un arresto dello sviluppo del sistema piramidale, altre autorevoli testimonianze riconducono la goffiaggine dei gesti a un significato nevrotico e a un’emotività invasiva.
Le disprassie motorie sono delle perturbazioni nell’organizzazione dello schema corporeo e della rappresentazione spazio-temporale. In questi casi il movimento appare scoordinato e maldestro, tanto da rendere deficitarie azioni come vestirsi, allacciarsi le scarpe, battere le mani, ecc. Nella disprassia gli esami neurologici sono quasi sempre normali, per cui le disabilità motorie sono spesso attribuite a consistenti problematiche psicologiche.
Secondo Charcot "I tic" consistono nell’esecuzione improvvisa ed imperiosa, involontaria ed assurda, di movimenti ripetuti che rappresentano spesso una caricatura di un atto naturale”. Tra i più frequenti vi sono quelli a carico del viso come l’aggrottamento delle sopracciglia, smorfie, sbattere le palpebre, movimenti del mento, senza dimenticare il sollevamento delle spalle o i tic respiratori come il tossicchiare, lo storcere o il soffiare il naso. Normalmente l’esecuzione del tic nervoso rappresenta il raggiungimento di un sollievo subito dopo un forte vissuto di disagio o ansia. Durante tali situazioni, in queste persone sono spesso presenti sensazioni di vergogna o di colpa per affrontare le quali adottano la tattica di scaricare la tensione con una condotta motoria afinalistica. I tic nervosi di per sé non sono una patologia inabilitante fatta eccezione per alcuni casi. Tra questi ricordiamo la malattia di Gilles de la Tourette che si caratterizza per l’associazione: di tic numerosi, ricorrenti, ripetitivi, rapidi e localizzati più spesso al viso e agli arti superiori; e di tic vocali multipli sotto forma di coprolalia (linguaggio scurrile), ecolalia (ripetizione a eco di ciò che dice l’interlocutore), grugniti, tirate su con il naso, latrati, ecc. Tale sindrome comporta numerose implicazioni a carattere sociale, disturbi psicologici e un quadro neurofisiologico alterato. Aleksandr Lurija in una lettera scritta a Oliver Sacks disse a proposito dei tourettiani "La comprensione di una tale sindrome amplierà necessariamente, e di molto, la nostra comprensione della natura umana in generale. Non conosco alcun altra sindrome che abbia un interesse paragonabile".
La prevenzione
In genere per quanto riguarda il trattamento delle disabilità motorie, la prevenzione gioca un ruolo determinante. Nella fattispecie soprattutto per le cause congenite e delle malformazioni è importante conoscere le principali norme per una gravidanza senza rischi. Tutte le donne in età fertile e desiderose di avere un figlio dovrebbero seguire un programma di prevenzione primaria e quindi: una dieta sana e bilanciata, non fumare, non assumere sostanze tossiche, seguire un’adeguata attività fisica e svolgere i principali esami circa le proprie condizioni fisiche. È inoltre fondamentale svolgere un programma di prevenzione secondaria che mira a diagnosticare l’eventuale patologia in una fase precoce attraverso l’ausilio di test, esami ecografici, amniocentesi e risonanza magnetica fetale. In questi casi, l’accidentale conferma della diagnosi della malattia dovrebbe indurre la donna e/o la coppia a rivolgersi presso un centro ospedaliero specializzato nel trattamento di quella precisa patologia.
La Mielolesione
La mielolesione è una lesione del midollo spinale. «Le lesioni più frequenti sono rappresentate dai traumi con frattura o lussazione vertebrale; più rare sono le lesioni mieliche post-traumatiche senza evidenza di frattura o lussazione». «Oltre alla distruzione delle strutture situate nel segmento midollare colpito (livello di lesione), vi sarà l'abolizione di tutte le funzioni (motorie sensitive e viscerali) situate al di sotto del livello lesionale e normalmente controllate dai centri superiori, a causa dell'interruzione delle vie ascendenti e discendenti che collegano il midollo spinale al cervello. La paralisi motoria e i deficit sensitivi interesseranno tutti e quattro gli arti nelle lesioni cervicali (tetraplegia), i soli arti inferiori nelle lesioni dorso-lombari (paraplegia)».
Cure e trattamenti
Per tutti i casi di disabilità motoria chiaramente manifestata occorre ricorrere a interventi che hanno la funzione di evitare le complicazioni legate alla patologia. Si tratta per la maggior parte dei casi di azioni multidisciplinari rivolte alla cura e al trattamento delle complicanze associate alla patologia motoria. Di fatto, la minorazione motoria molto spesso, se non sempre, influisce sulla capacità di apprendimento in genere del soggetto che ne è colpito. Così, l’esercizio motorio influenza la capacità di astrazione e la possibilità di comprendere il mondo, ostacolando il processo mentale e rendendo difficile se non impossibile il concretizzarsi di alcune esperienze. Risulta così fondamentale nel trattamento delle disabilità motorie, oltre all’intervento riabilitativo (fisioterapico, psicomotorio, logopedico, ortopedico e talvolta anche farmacologico e chirurgico) il supporto psicologico e pedagogico. In genere, attraverso un delicato lavoro di equipe occorre mettere il soggetto colpito dalla menomazione nella possibilità di esperire momenti che favoriscono la conoscenza del sé, del rapporto oggettuale, lo sviluppo dell’autonomia, dell’autostima e di altre abilità in grado di sopperire al deficit nel contesto sociale. Si tratta di sviluppare strategie originali all’interno di momenti quotidiani che necessariamente coinvolgono i familiari, il luogo di lavoro o il contesto scolastico affinché possa realizzarsi una crescita e uno sviluppo continuo della personalità del disabile quanto più possibile autonoma, anche attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie.
Intervento nutrizionale preventivo
Certamente è basilare in tutti i casi di disabilità motoria, migliorare lo stato nutrizionale che sicuramente può ridurre il rischio delle lesioni da pressione.
Lo stato nutrizionale rappresenta infatti il più importante fattore reversibile sul quale intervenire precocemente per prevenire o ridurre al minimo i danni delle lesioni cutanee quindi diventa necessario, sia durante un ricovero ospedaliero che al proprio domicilio, monitorare l'alimentazione del soggetto ed intervenire se si rilevano degli indicatori di rischio nutrizionale. Quando individui anche apparentemente ben nutriti sviluppano un'assunzione inadeguata di proteine o calorie si rende necessario scoprire e correggere i fattori che compromettono tale assunzione e quindi offrire il sostegno tramite l'alimentazione.
In tal caso è possibile che siano necessari altri integratori o supporti nutrizionali. Se l'alimentazione rimane inadeguata, si devono prendere in considerazione interventi nutritivi più aggressivi come la nutrizione enterale o parenterale, sempre che ciò sia compatibile con le condizioni cliniche del soggetto. Per i soggetti che presentano uno stato nutrizionale compromesso, si attua un piano di sostegno e/o integrazione nutrizionale che soddisfi le necessità dell'individuo e che sia conforme agli scopi generali della terapia riabilitativa e farmacologica se presente.
Quali indicatori utilizzare per valutare lo stato nutrizionale
Stato di malnutrizione
Uno stato di malnutrizione è clinicamente rilevabile quando l'Albumina sierica è < 3,5 mg/dL, il numero dei linfociti è < 1800/mm3 o il peso corporeo diminuisce repentinamente di oltre il 15%. Molte misurazioni biochimiche e di laboratorio sono spesso parte integrante delle valutazioni nutrizionali.
Alcuni test di laboratorio ( albumina sierica, proteine totali, il conteggio dei linfociti ) sono comunemente eseguiti per stabilire lo stato dell'ammalato e per valutare i principali parametri vitali.
L'albumina è una proteina molto importante nella riparazione tessutale.
Come abbiamo affermato bassi livelli sierici di albumina sono associati ad un aumento delle ulcere da pressione. La funzione renale, l'idratazione e l' emivita relativamente lunga ( 21 giorni ) limitano l'utilità di questo valore di laboratorio (albuminemia sierica) per la valutazione dei cambiamenti dello status nutrizionale. Misurazioni più sensibili ai cambiamenti dello status proteico sono le proteine legate al retinolo ( emivita di 10 ore ) e le pre-albumine ( PAB o pre-albumina legata alla tiroxina con emivita di 2 giorni ). Un livello di pre-albumina sierica inferiore a 10,7 mg/dl indica una severo deficit nutrizionale.
La perdita di proteina (consumo) da una piaga da decubito puó superare 50g/die. La sintesi diminuisce in situazioni di malnutrizione proteica. L’albuminemia che dovrebbe costituire il 44% delle proteine totali, dimostra precocemente il deficit proteico ed é un indicatore piú preciso delle proteine totali.
Stadio della piaga e concentrazione dell´albumina nel siero:
Stadio albuminemia
I 3,4 g/dl
II 2,6 g/dl
III 2,4 g/dl
IV 2,0 g/dl
Riassumendo
Stato di malnutrizione:
Albumina Sierica < 3,5 mg/dL
Linfociti < 1800/mm3
Peso corporeo < 15% repentinamente
Un livello di pre-albumina sierica < a 10,7 mg/dl indica un severo deficit nutrizionale
DIETA
Il nostro primo obiettivo è quello di instaurare un dieta, che introducendo le giuste quantità di calorie con un rapporto tra le varie componenti ( proteica, glucidica e lipidica), sia idonea ad impedire la riduzione della massa magra; sapendo che un adeguato apporto calorico e proteico incide positivamente nell'evoluzione di una lesione da decubito . Il fabbisogno calorico giornaliero nell'adulto a riposo si assesta intorno al 25-30 Kcal/kg di peso ed è ridotto di circa 1/3 negli anziani (20 –25 kcal/kg di peso corporeo).
Il fabbisogno proteico dell'adulto è di circa 0,8 g/kg, di cui la metà rappresentata da proteine nobili di provenienza animale ed è aumentata a circa 1 g/kg di peso nell'anziano.
In presenza di una maggiore richiesta indotta da uno stress metabolico il supporto nutrizionale deve essere sufficiente sul piano energetico (fino a 35 – 40 Kcal/kg di peso) ma deve anche garantire un apporto proteico ( 1/ 2- g/kg/die ) in grado di rendere positivo il Bilancio Azotato.
azoto introdotto (g proteine/6,25) – azoto urinario delle 24 h >0
Per ogni gr di azoto perso con le urine servono 6,25 g di proteine per contrastare il catabolismo, in presenza di un corretto apporto calorico; in pazienti con ferite secernenti o con scarsa introduzione di calorie, l'apporto deve essere maggiore. Ricordiamo che l'ulcera da decubito è una fonte di deplezione proteica proporzionale alle sue dimensioni. Le quantità di calorie e nutrienti somministrati devono comunque essere, in caso di denutrizione, superiori a quelle delle razioni alimentari normali per ricostituire i depositi depleti (riferirsi al peso ideale).
Un Bilancio Azotato positivo si raggiunge, comunque, somministrando circa 30 – 35 Kcal/kg/die con 1,25 – 1,50 gr. di proteine/kg/die.
In casi difficili senza la garanzia di una sufficiente nutrizione con alimenti normali si consigliano gli integratori ipercalorici ed iperproteici, l’alimentazione via sonda nasogastrica o l’alimentazione parenterale la quale permette un apporto più controllato delle vari componenti.
Formula per il calcolo del fabbisogno energetico in caso di piaga da decubito:
peso corporeo x 24 x fattore di attivitá x fattore di stato di salute x fattore di T.C.
Immobile 1,2 buono 1,0 < 37°C 1,0
Parziale mobilitá 1, Settico 1,4-1,6 < 38°C 1,1
Mobile 1,3 decubito <5cm < 39°C 1,2
decubito >5cm 1,5-1,9 < 40°C 1,3
coma 0,9 < 41°C 1,4
Bilancio Azotato Positivo
Dieta:
30 – 35 Kcal/Kg/die con 1,25 – 1,50 gr. di proteine/Kg/die
Esempio di Dieta per paziente di 70 Kg di peso:
2200 Kcal/die
contenuto proteico: 105 gr/die
INDICI NUTRIZIONALI A BASSO COSTO
Sono stati messi a punto vari indici nutrizionali per l' identificazione ed il monitoraggio dei pazienti a rischio malnutrizione, riporto i più semplici:
NRI = 1,519 x100
NRI > 97,5 borderline
83.5 < NRI > 97,5 malnutrizione media
NRI < 83,5 malnutrizione severa
INA = ALBUMINA > 3,5 g/dl – LINFOCITI TOTALI > 1500 = NORMALE
INA = ALBUMINA < 3,5 G/DL – LINFOCITI TOTALI < 1500 = ALTO RISCHIO
Di fatto il movimento può essere danneggiato in uno degli aspetti che lo caratterizzano e precisamente: il tono muscolare, la postura, la coordinazione e l' aprassia.
Con il termine tono muscolare si intende l’attività del muscolo che si mantiene e si adatta ai bisogni delle azioni da svolgere che si realizzano grazie alle cellule nervose che innervano il muscolo.
La postura corrisponde all’atteggiamento spaziale assunto dal corpo umano in seguito a una distribuzione differenziata del tono muscolare dipendente dalla personalità, dallo stato d’animo, dal sesso, dall’età e da eventuali patologie.
La coordinazione, invece, è la capacità di eseguire un movimento, controllandolo e regolandolo in base alle necessità.
Infine, l' aprassia è l’abilità di compiere correttamente gesti coordinati e diretti al perseguimento di uno scopo.
Il movimento può essere concepito sia come un corpo in azione impegnato nel perseguimento di un fine sia come un corpo in azione che si relaziona con l’ambiente. Affinché il movimento sia illeso sono dunque necessarie sia l’integrità delle diverse vie motrici (vie piramidali, extrapiramidali e cerebellari), sia l’integrità del “dialogo tonico” con l’ambiente circostante e della dimensione affettiva che questa presuppone.
Le principali difficoltà motorie derivate da un danno organico evidente delle vie motorie sono: le paralisi cerebrali infantili e le encefalopatie.
Mentre tra le patologie delle condotte motorie dovute a un’alterazione della relazione io-mondo citiamo: la disgrafia, l’impaccio motorio, le disprassie, e i tic nervosi.
La paralisi cerebrale spastica infantile (PCI), che interessa 1 bambino su 500, è dovuta a un danno irreversibile del sistema nervoso centrale verificatosi a causa di un’emorragia o di un’ischemia in un periodo intorno alla nascita. Di fatto, essa è provocata da traumi ostetrici, prematuranze o patologie neonatali varie. In questi casi, il grado di infermità è assai vario e può manifestarsi con una discreta spasticità che ostacola appena il cammino fino alle grandi retroazioni che rendono impossibile qualsiasi motricità. In termini tecnici, a seconda della localizzazione delle alterazioni, si parla di: monoplegia quando la lesione interessa un solo arto; emiplegia quando è colpita la metà del corpo; diplegia o malattia di Little quando sono interessati due arti; tetraplegia quando l’infermità riguarda tutti e quattro gli arti.
Le encefalopatie sono un gruppo di affezioni sia di origine genetica (anomalie cromosomiche, genetiche, ereditarie) sia di origine acquisita all’inizio della gravidanza (embriopatia) o più tardiva (fetopatia). I sintomi motori comuni a tutti i tipi di encefalopatie sono: il tremore, od oscillazioni ritmiche di una parte del corpo causate dall’azione alternata di gruppi muscolari tra loro antagonisti; l’atrofia muscolare che indica la perdita di forma, tonicità e funzione di alcuni gruppi muscolari; e la mioclonia che è una breve e involontaria contrazione di un muscolo o di un gruppo di muscoli non sempre patologica (come nel caso del singhiozzo) a meno che non sia persistente.
Nell’ambito del secondo gruppo di patologie della condotta motoria ricordiamo innanzitutto la disgrafia. Lo studio clinico della disgrafia, che comporta una qualità della scrittura insufficiente in assenza di qualsiasi deficit neurologico o intellettivo, mostra spesso la presenza di disordini dell’organizzazione motoria (impaccio motorio, disprassia e instabilità) e disordini spazio-temporali caratterizzati da disturbi nella coordinazione del gesto. Di fatto, la mano dei bambini affetti da disgrafia scorre in modo disarmonico e con fatica. L’impugnatura della penna è spesso scorretta, provocando una pressione della mano sul foglio non adeguata e lasciando spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole. Non è ancora chiara l’eziologia di questa patologia visto che in essa sono implicati sia la motricità sia il rapporto del bambino con il suo apprendimento scolastico e il significato che esso può assumere nell’ambito della sua dinamica familiare e scolastica.
Per impaccio motorio si intende una serie di gesti goffi e pesanti o un’impossibilità a ottenere un rilassamento muscolare attivo che può arrivare a una contrazione cerea e a un irrigidimento degli arti tipici della catalessia. Anche in questo caso, è difficile rintracciare le cause eziologiche. Così se qualche studioso pensa a un’origine organica che implica un arresto dello sviluppo del sistema piramidale, altre autorevoli testimonianze riconducono la goffiaggine dei gesti a un significato nevrotico e a un’emotività invasiva.
Le disprassie motorie sono delle perturbazioni nell’organizzazione dello schema corporeo e della rappresentazione spazio-temporale. In questi casi il movimento appare scoordinato e maldestro, tanto da rendere deficitarie azioni come vestirsi, allacciarsi le scarpe, battere le mani, ecc. Nella disprassia gli esami neurologici sono quasi sempre normali, per cui le disabilità motorie sono spesso attribuite a consistenti problematiche psicologiche.
Secondo Charcot "I tic" consistono nell’esecuzione improvvisa ed imperiosa, involontaria ed assurda, di movimenti ripetuti che rappresentano spesso una caricatura di un atto naturale”. Tra i più frequenti vi sono quelli a carico del viso come l’aggrottamento delle sopracciglia, smorfie, sbattere le palpebre, movimenti del mento, senza dimenticare il sollevamento delle spalle o i tic respiratori come il tossicchiare, lo storcere o il soffiare il naso. Normalmente l’esecuzione del tic nervoso rappresenta il raggiungimento di un sollievo subito dopo un forte vissuto di disagio o ansia. Durante tali situazioni, in queste persone sono spesso presenti sensazioni di vergogna o di colpa per affrontare le quali adottano la tattica di scaricare la tensione con una condotta motoria afinalistica. I tic nervosi di per sé non sono una patologia inabilitante fatta eccezione per alcuni casi. Tra questi ricordiamo la malattia di Gilles de la Tourette che si caratterizza per l’associazione: di tic numerosi, ricorrenti, ripetitivi, rapidi e localizzati più spesso al viso e agli arti superiori; e di tic vocali multipli sotto forma di coprolalia (linguaggio scurrile), ecolalia (ripetizione a eco di ciò che dice l’interlocutore), grugniti, tirate su con il naso, latrati, ecc. Tale sindrome comporta numerose implicazioni a carattere sociale, disturbi psicologici e un quadro neurofisiologico alterato. Aleksandr Lurija in una lettera scritta a Oliver Sacks disse a proposito dei tourettiani "La comprensione di una tale sindrome amplierà necessariamente, e di molto, la nostra comprensione della natura umana in generale. Non conosco alcun altra sindrome che abbia un interesse paragonabile".
La prevenzione
In genere per quanto riguarda il trattamento delle disabilità motorie, la prevenzione gioca un ruolo determinante. Nella fattispecie soprattutto per le cause congenite e delle malformazioni è importante conoscere le principali norme per una gravidanza senza rischi. Tutte le donne in età fertile e desiderose di avere un figlio dovrebbero seguire un programma di prevenzione primaria e quindi: una dieta sana e bilanciata, non fumare, non assumere sostanze tossiche, seguire un’adeguata attività fisica e svolgere i principali esami circa le proprie condizioni fisiche. È inoltre fondamentale svolgere un programma di prevenzione secondaria che mira a diagnosticare l’eventuale patologia in una fase precoce attraverso l’ausilio di test, esami ecografici, amniocentesi e risonanza magnetica fetale. In questi casi, l’accidentale conferma della diagnosi della malattia dovrebbe indurre la donna e/o la coppia a rivolgersi presso un centro ospedaliero specializzato nel trattamento di quella precisa patologia.
La Mielolesione
La mielolesione è una lesione del midollo spinale. «Le lesioni più frequenti sono rappresentate dai traumi con frattura o lussazione vertebrale; più rare sono le lesioni mieliche post-traumatiche senza evidenza di frattura o lussazione». «Oltre alla distruzione delle strutture situate nel segmento midollare colpito (livello di lesione), vi sarà l'abolizione di tutte le funzioni (motorie sensitive e viscerali) situate al di sotto del livello lesionale e normalmente controllate dai centri superiori, a causa dell'interruzione delle vie ascendenti e discendenti che collegano il midollo spinale al cervello. La paralisi motoria e i deficit sensitivi interesseranno tutti e quattro gli arti nelle lesioni cervicali (tetraplegia), i soli arti inferiori nelle lesioni dorso-lombari (paraplegia)».
Cure e trattamenti
Per tutti i casi di disabilità motoria chiaramente manifestata occorre ricorrere a interventi che hanno la funzione di evitare le complicazioni legate alla patologia. Si tratta per la maggior parte dei casi di azioni multidisciplinari rivolte alla cura e al trattamento delle complicanze associate alla patologia motoria. Di fatto, la minorazione motoria molto spesso, se non sempre, influisce sulla capacità di apprendimento in genere del soggetto che ne è colpito. Così, l’esercizio motorio influenza la capacità di astrazione e la possibilità di comprendere il mondo, ostacolando il processo mentale e rendendo difficile se non impossibile il concretizzarsi di alcune esperienze. Risulta così fondamentale nel trattamento delle disabilità motorie, oltre all’intervento riabilitativo (fisioterapico, psicomotorio, logopedico, ortopedico e talvolta anche farmacologico e chirurgico) il supporto psicologico e pedagogico. In genere, attraverso un delicato lavoro di equipe occorre mettere il soggetto colpito dalla menomazione nella possibilità di esperire momenti che favoriscono la conoscenza del sé, del rapporto oggettuale, lo sviluppo dell’autonomia, dell’autostima e di altre abilità in grado di sopperire al deficit nel contesto sociale. Si tratta di sviluppare strategie originali all’interno di momenti quotidiani che necessariamente coinvolgono i familiari, il luogo di lavoro o il contesto scolastico affinché possa realizzarsi una crescita e uno sviluppo continuo della personalità del disabile quanto più possibile autonoma, anche attraverso l’ausilio delle nuove tecnologie.
Intervento nutrizionale preventivo
Certamente è basilare in tutti i casi di disabilità motoria, migliorare lo stato nutrizionale che sicuramente può ridurre il rischio delle lesioni da pressione.
Lo stato nutrizionale rappresenta infatti il più importante fattore reversibile sul quale intervenire precocemente per prevenire o ridurre al minimo i danni delle lesioni cutanee quindi diventa necessario, sia durante un ricovero ospedaliero che al proprio domicilio, monitorare l'alimentazione del soggetto ed intervenire se si rilevano degli indicatori di rischio nutrizionale. Quando individui anche apparentemente ben nutriti sviluppano un'assunzione inadeguata di proteine o calorie si rende necessario scoprire e correggere i fattori che compromettono tale assunzione e quindi offrire il sostegno tramite l'alimentazione.
In tal caso è possibile che siano necessari altri integratori o supporti nutrizionali. Se l'alimentazione rimane inadeguata, si devono prendere in considerazione interventi nutritivi più aggressivi come la nutrizione enterale o parenterale, sempre che ciò sia compatibile con le condizioni cliniche del soggetto. Per i soggetti che presentano uno stato nutrizionale compromesso, si attua un piano di sostegno e/o integrazione nutrizionale che soddisfi le necessità dell'individuo e che sia conforme agli scopi generali della terapia riabilitativa e farmacologica se presente.
Quali indicatori utilizzare per valutare lo stato nutrizionale
Stato di malnutrizione
Uno stato di malnutrizione è clinicamente rilevabile quando l'Albumina sierica è < 3,5 mg/dL, il numero dei linfociti è < 1800/mm3 o il peso corporeo diminuisce repentinamente di oltre il 15%. Molte misurazioni biochimiche e di laboratorio sono spesso parte integrante delle valutazioni nutrizionali.
Alcuni test di laboratorio ( albumina sierica, proteine totali, il conteggio dei linfociti ) sono comunemente eseguiti per stabilire lo stato dell'ammalato e per valutare i principali parametri vitali.
L'albumina è una proteina molto importante nella riparazione tessutale.
Come abbiamo affermato bassi livelli sierici di albumina sono associati ad un aumento delle ulcere da pressione. La funzione renale, l'idratazione e l' emivita relativamente lunga ( 21 giorni ) limitano l'utilità di questo valore di laboratorio (albuminemia sierica) per la valutazione dei cambiamenti dello status nutrizionale. Misurazioni più sensibili ai cambiamenti dello status proteico sono le proteine legate al retinolo ( emivita di 10 ore ) e le pre-albumine ( PAB o pre-albumina legata alla tiroxina con emivita di 2 giorni ). Un livello di pre-albumina sierica inferiore a 10,7 mg/dl indica una severo deficit nutrizionale.
La perdita di proteina (consumo) da una piaga da decubito puó superare 50g/die. La sintesi diminuisce in situazioni di malnutrizione proteica. L’albuminemia che dovrebbe costituire il 44% delle proteine totali, dimostra precocemente il deficit proteico ed é un indicatore piú preciso delle proteine totali.
Stadio della piaga e concentrazione dell´albumina nel siero:
Stadio albuminemia
I 3,4 g/dl
II 2,6 g/dl
III 2,4 g/dl
IV 2,0 g/dl
Riassumendo
Stato di malnutrizione:
Albumina Sierica < 3,5 mg/dL
Linfociti < 1800/mm3
Peso corporeo < 15% repentinamente
Un livello di pre-albumina sierica < a 10,7 mg/dl indica un severo deficit nutrizionale
DIETA
Il nostro primo obiettivo è quello di instaurare un dieta, che introducendo le giuste quantità di calorie con un rapporto tra le varie componenti ( proteica, glucidica e lipidica), sia idonea ad impedire la riduzione della massa magra; sapendo che un adeguato apporto calorico e proteico incide positivamente nell'evoluzione di una lesione da decubito . Il fabbisogno calorico giornaliero nell'adulto a riposo si assesta intorno al 25-30 Kcal/kg di peso ed è ridotto di circa 1/3 negli anziani (20 –25 kcal/kg di peso corporeo).
Il fabbisogno proteico dell'adulto è di circa 0,8 g/kg, di cui la metà rappresentata da proteine nobili di provenienza animale ed è aumentata a circa 1 g/kg di peso nell'anziano.
In presenza di una maggiore richiesta indotta da uno stress metabolico il supporto nutrizionale deve essere sufficiente sul piano energetico (fino a 35 – 40 Kcal/kg di peso) ma deve anche garantire un apporto proteico ( 1/ 2- g/kg/die ) in grado di rendere positivo il Bilancio Azotato.
azoto introdotto (g proteine/6,25) – azoto urinario delle 24 h >0
Per ogni gr di azoto perso con le urine servono 6,25 g di proteine per contrastare il catabolismo, in presenza di un corretto apporto calorico; in pazienti con ferite secernenti o con scarsa introduzione di calorie, l'apporto deve essere maggiore. Ricordiamo che l'ulcera da decubito è una fonte di deplezione proteica proporzionale alle sue dimensioni. Le quantità di calorie e nutrienti somministrati devono comunque essere, in caso di denutrizione, superiori a quelle delle razioni alimentari normali per ricostituire i depositi depleti (riferirsi al peso ideale).
Un Bilancio Azotato positivo si raggiunge, comunque, somministrando circa 30 – 35 Kcal/kg/die con 1,25 – 1,50 gr. di proteine/kg/die.
In casi difficili senza la garanzia di una sufficiente nutrizione con alimenti normali si consigliano gli integratori ipercalorici ed iperproteici, l’alimentazione via sonda nasogastrica o l’alimentazione parenterale la quale permette un apporto più controllato delle vari componenti.
Formula per il calcolo del fabbisogno energetico in caso di piaga da decubito:
peso corporeo x 24 x fattore di attivitá x fattore di stato di salute x fattore di T.C.
Immobile 1,2 buono 1,0 < 37°C 1,0
Parziale mobilitá 1, Settico 1,4-1,6 < 38°C 1,1
Mobile 1,3 decubito <5cm < 39°C 1,2
decubito >5cm 1,5-1,9 < 40°C 1,3
coma 0,9 < 41°C 1,4
Bilancio Azotato Positivo
Dieta:
30 – 35 Kcal/Kg/die con 1,25 – 1,50 gr. di proteine/Kg/die
Esempio di Dieta per paziente di 70 Kg di peso:
2200 Kcal/die
contenuto proteico: 105 gr/die
INDICI NUTRIZIONALI A BASSO COSTO
Sono stati messi a punto vari indici nutrizionali per l' identificazione ed il monitoraggio dei pazienti a rischio malnutrizione, riporto i più semplici:
- NRI (Nutritional Risk Index)
- INA (instant nutritional assessment)
NRI = 1,519 x100
NRI > 97,5 borderline
83.5 < NRI > 97,5 malnutrizione media
NRI < 83,5 malnutrizione severa
INA = ALBUMINA > 3,5 g/dl – LINFOCITI TOTALI > 1500 = NORMALE
INA = ALBUMINA < 3,5 G/DL – LINFOCITI TOTALI < 1500 = ALTO RISCHIO
Alimentazione
Non v’è certo da spendere molte parole per sottolineare l’importanza di una alimentazione calibrata e di una dieta appropriata. Se questo vale per chiunque, a maggior ragione è importante per il soggetto con PCI o mieloleso, anche dalla alimentazione può, anzi deve, trarre un possibile contributo alla soluzione di problemi come quelli intestinali, vescicali, o delle lesioni da decubito e quindi una alimentazione corretta ed equilibrata assume una vera e propria valenza terapeutica. In questa pagina l’argomento viene affrontato globalmente e imparerai qualche cosa in più di quanto tu non sappia già, sull’importanza delle proteine, dei carboidrati, di alcune vitamine e, perché no?, dell’acqua stessa. Sapevi della necessità di ingerirne almeno due litri al giorno, e di doverne ovviamente aumentare l’assunzione nel periodo estivo? Queste e tante altre notizie utili le potrai trovare più avanti, a cominciare da tre possibili diete di diverso valore calorico. Il criterio-guida fondamentale è costituito dal fatto che l’apporto nutritivo e di calorie deve essere rapportato alla ridotta attività che consegue obbligatoriamente al nuovo stato. La dieta deve comunque essere varia e contenere tutti gli elementi indispensabili alle necessità metaboliche del paziente: quanto più grande sarà la varietà degli alimenti, tanto maggiore sarà l’apporto delle sostanze nutritive fondamentali, quali proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali, senza dimenticare l’importanza dei liquidi, soprattutto l’acqua.
Quale importanza specifica hanno proteine, carboidrati e grassi nell'alimentazione ?
Le proteine servono in particolare per la crescita e la riparazione dei tessuti e aiutano a prevenire le infezioni: va pertanto previsto un apporto proteico pari a circa il 13-14% del totale delle calorie giornaliere (fino al 20% in presenza di piaghe da decubito). Alimenti ricchi di proteine sono la carne, il pesce, le uova, i formaggi e i latticini. Per i soggetti con difficoltà di masticazione e deglutizione è possibile ricorrere a supplementi proteici in polvere da aggiungere al pasto. I carboidrati rappresentano la fonte principale di energia metabolica: soprattutto se viene limitato l’apporto giornaliero di grassi, occorre aumentare quello dei carboidrati, particolarmente quelli definiti complessi. I carboidrati sono contenuti principalmente nel pane (meglio se integrale), nei cereali, fagioli, frutta secca, frutta fresca e verdure. Frutta e verdura, inoltre, contribuiscono ad un adeguato apporto di fibre, fondamentali per regolare la funzione intestinale: hanno la capacità di assorbire acqua e di ammorbidire le feci, mantenendole consistenti. Circa i grassi va soltanto detto che senza giungere alla loro completa abolizione, occorre limitarne l’introduzione, preferendo carni magre e pesce, cuocendo gli alimenti alla griglia e limitando l’uso di burro, margarina e panna.
Quali vitamine ed altri elementi possono risultare utili per il metabolismo ?
Particolarmente indicate sono le vitamine del gruppo B, la vitamina A e la vitamina C. Le vitamine del gruppo B favoriscono la digestione, la funzionalità di nervi e muscoli, il trofismo della pelle e degli occhi. Si trovano nella carne, nel pesce, nella verdura, nelle uova, nei farinacei, nei cereali e nella frutta. La vitamina A è fondamentale per la crescita, protegge la pelle e le mucose, favorisce la visione notturna. Si trova nelle carote, nelle verdure a foglia verde, nella frutta gialla (come le albicocche), nel latte e latticini, nelle uova. La vitamina C facilita l’assorbimento del ferro, interviene nella sintesi del collagene (guarigione delle ferite) e dei neurotrasmettitori, svolge un’azione antiossidante, favorisce il metabolismo del colesterolo, protegge i capillari e sembra potenziare le difese naturali dell’organismo. Ne sono ricchi gli agrumi, i kiwi, i meloni, i pomodori, i broccoli, le patate, i cavolfiori. Fra gli altri elementi utili, citiamo per importanza un adeguato apporto di liquidi, di calcio e di ferro. L’assunzione di liquidi è molto importante nell’alimentazione del mieloleso o con PCI, sia per la funzionalità vescicale e intestinale, sia per il benessere generale dell’organismo. Un soggetto medulloleso o con PCI dovrebbe ingerire almeno 2 litri di acqua al giorno, aumentandone la quantità durante il periodo estivo per mantenere costante la temperatura corporea e rimpiazzare i liquidi persi con la sudorazione. Il calcio è necessario per le ossa e i denti, per la coagulazione del sangue e l’attività muscolare. È contenuto soprattutto nel latte (e derivati), e in piccole quantità nelle verdure a foglie verdi, nel salmone e nelle sardine. Il ferro è indispensabile per la formazione dei globuli rossi e dell’emoglobina (sostanza deputata al trasporto dell’ossigeno nel sangue). È contenuto nel fegato, nel pesce, nelle carni rosse, nelle uova, nella frutta secca, nel cacao e nelle verdure a foglie verdi.
Quanto è necessario controllare il proprio peso?
Il mantenimento di un peso ideale, oltre ad aiutare a prevenire problemi comuni anche ai soggetti sani (cardiaci, circolatori, respiratori, osteoarticolari), è di fondamentale importanza per l’autonomia del paziente. Un peso eccessivo, infatti, può rendere più complessi gli spostamenti e limitare così il movimento. Nel caso in cui si renda necessario perdere peso è opportuno in generale e per un mieloleso o con PCI in particolare che la dieta sia stabilita da un esperto onde evitare squilibri e/o carenze alimentari. Qualche parametro indicativo: per un mieloleso o con PCI maschio giovane-adulto (18- 59 anni) non in sovrappeso, che non svolga abitualmente attività sportiva, è indicata una dieta da circa 1800 -2000 kcal, mentre in una donna bastano in genere 1500-1600 kcal al giorno. Nel caso fosse necessario perdere peso è consigliabile una dieta non superiore alle 1500 kcal giornaliere per gli uomini e alle 1250 per le donne. Nei soggetti anziani (oltre i 60 anni) è in genere sufficiente un apporto calorico di circa 1200 kcal al giorno. Più avanti sono riportate tre esempi di diete rispettivamente da 1800, 1600 e 1200 kcal/die.
Dieta 1800 calorie
COLAZIONE
Latte di vacca parzialmente scremato 250 g
Zucchero 10 g
Fette biscottate integrali 50 g
Marmellata 25 g
SPUNTINO
Yogurt di latte parzialmente scremato 130 g
Kiwi 80 g
PRANZO
Riso parboiled 80 g
Parmigiano grattugiato 30 g
Pomodori 200 g
Tonno sott'olio sgocciolato 60 g
Olio di oliva10 g
SPUNTINO
Mela 200 g
CENA
Pane integrale 100 g
Trancio di pesce spada (grigliato) 150 g
Olio di oliva 10 g
Spinaci 200 g
Dieta 1600 calorie
COLAZIONE
Latte (scremato) + caffè 300 g
Muesli 30 g
SPUNTINO
Yogurt di latte intero 130 g
Fragole 150 g
PRANZO
Pane integrale 100 g
Grana da tavola 40 g
Prosciutto crudo magro 50 g
Succo di pompelmo, conservato, non zuccherato 300 g
SPUNTINO
Mela 200 g
CENA
Pasta di semola 100 g
Pomodoro e basilico 50 g
Una scatoletta di tonno al naturale 52 g
Olio di oliva 10 g
Zucchine 200 g
Dieta 1200 calorie
COLAZIONE
Latte (parzialmente scremato) 200 g
Marmellata 15 g
Fette biscottate vitaminizzate 30 g
SPUNTINO
Kiwi 80 g
PRANZO
Riso integrale 80 g
Parmigiano grattugiato 10 g
Sogliola 100 g
Pomodori da insalata 200 g
Olio di oliva totale da distribuire tra i vari alimenti 15 g
SPUNTINO
Yogurt di latte scremato 130 g
CENA
Pane di grano duro 50 g
Finocchio 200 g
Petto di pollo 80 g
Olio di oliva 10 g
COLAZIONE
Latte di vacca parzialmente scremato 250 g
Zucchero 10 g
Fette biscottate integrali 50 g
Marmellata 25 g
SPUNTINO
Yogurt di latte parzialmente scremato 130 g
Kiwi 80 g
PRANZO
Riso parboiled 80 g
Parmigiano grattugiato 30 g
Pomodori 200 g
Tonno sott'olio sgocciolato 60 g
Olio di oliva10 g
SPUNTINO
Mela 200 g
CENA
Pane integrale 100 g
Trancio di pesce spada (grigliato) 150 g
Olio di oliva 10 g
Spinaci 200 g
Dieta 1600 calorie
COLAZIONE
Latte (scremato) + caffè 300 g
Muesli 30 g
SPUNTINO
Yogurt di latte intero 130 g
Fragole 150 g
PRANZO
Pane integrale 100 g
Grana da tavola 40 g
Prosciutto crudo magro 50 g
Succo di pompelmo, conservato, non zuccherato 300 g
SPUNTINO
Mela 200 g
CENA
Pasta di semola 100 g
Pomodoro e basilico 50 g
Una scatoletta di tonno al naturale 52 g
Olio di oliva 10 g
Zucchine 200 g
Dieta 1200 calorie
COLAZIONE
Latte (parzialmente scremato) 200 g
Marmellata 15 g
Fette biscottate vitaminizzate 30 g
SPUNTINO
Kiwi 80 g
PRANZO
Riso integrale 80 g
Parmigiano grattugiato 10 g
Sogliola 100 g
Pomodori da insalata 200 g
Olio di oliva totale da distribuire tra i vari alimenti 15 g
SPUNTINO
Yogurt di latte scremato 130 g
CENA
Pane di grano duro 50 g
Finocchio 200 g
Petto di pollo 80 g
Olio di oliva 10 g
Livelli di assunzione giornalieri raccomandati di energia e nutrienti
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Tutti i dati riportati sono stati ripresi (parzialmente) da "Parametri" suggeriti da S.I.N.U. Societa' Italiana di Nutrizione Umana.
TABELLA DEGLI ALIMENTI
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DIETA E ATTIVITA' FISICO-SPORTIVA NELLA DISABILITA'
La pratica sportiva può essere un modo per uscire dall'isolamento della disabilità e per vivere esperienze associative e socializzanti.
Molti sono i benefici che il soggetto disabile può ottenere seguendo una dieta corretta ed equilibrata ed attuando una seria e regolare attività motoria e sportiva.
Dunque
Mangia variato, segui i concetti del modello alimentare mediterraneo salvo indicazione diverse del Dietista esperto in nutrizione clinica e/o dell'esperto in Medicina dello Sport. Puoi tuttavia aumentare leggermente l'apporto di proteine in particolare di quelle di origine animale, senza tuttavia ridurre il consumo di carboidrati complessi (presenti soprattutto nei cereali in genere, nei legumi e nelle patate).
Bevi acqua in abbondanza prima, durante e dopo l'attività fisica.
Il programma dietetico-nutrizionale deve essere personalizzato e da solo è in grado di fornire tutti i nutrienti di cui hai bisogno nelle giuste quantità necessarie.
Non affrontare mai l'impegno sportivo a digiuno, ma nello stesso tempo evita di fare attività fisica nelle due ore immediatamente successive ad un pasto completo e/o abbondante.
Durante l'attività sportiva puoi utilizzare succhi di frutta.
Utilizza integratori a base di vitamine o di sali minerali solamente su consiglio del medico sportivo; Non utilizzare integratori sconosciuti e non in vendita nelle farmacie.
Attenzione al doping: le sostanze dopanti nuocciono a tutti ma ancor di piú al disabile; anche il doping involontario è molto piú frequente di quanto si possa pensare;
Abolisci il fumo.
Con una dieta equilibrata, una buona attività sportiva ed un corretto stile di vita otterrai:
Molti sono i benefici che il soggetto disabile può ottenere seguendo una dieta corretta ed equilibrata ed attuando una seria e regolare attività motoria e sportiva.
Dunque
Mangia variato, segui i concetti del modello alimentare mediterraneo salvo indicazione diverse del Dietista esperto in nutrizione clinica e/o dell'esperto in Medicina dello Sport. Puoi tuttavia aumentare leggermente l'apporto di proteine in particolare di quelle di origine animale, senza tuttavia ridurre il consumo di carboidrati complessi (presenti soprattutto nei cereali in genere, nei legumi e nelle patate).
Bevi acqua in abbondanza prima, durante e dopo l'attività fisica.
Il programma dietetico-nutrizionale deve essere personalizzato e da solo è in grado di fornire tutti i nutrienti di cui hai bisogno nelle giuste quantità necessarie.
Non affrontare mai l'impegno sportivo a digiuno, ma nello stesso tempo evita di fare attività fisica nelle due ore immediatamente successive ad un pasto completo e/o abbondante.
Durante l'attività sportiva puoi utilizzare succhi di frutta.
Utilizza integratori a base di vitamine o di sali minerali solamente su consiglio del medico sportivo; Non utilizzare integratori sconosciuti e non in vendita nelle farmacie.
Attenzione al doping: le sostanze dopanti nuocciono a tutti ma ancor di piú al disabile; anche il doping involontario è molto piú frequente di quanto si possa pensare;
Abolisci il fumo.
Con una dieta equilibrata, una buona attività sportiva ed un corretto stile di vita otterrai:
- Incremento delle masse muscolari degli arti superiori e del tronco, con massimo recupero della funzionalità motoria residua.
- Riduzione del peso corporeo, della percentuale di grasso totale e aumento della massa muscolare al di sopra della lesione.
- Miglioramento della funzionalità respiratoria, con diminuzione della tosse, della dispnea e degli episodi infettivi.
- Miglioramento della funzionalità cardiocircolatoria, con riduzione della frequenza cardiaca.
- Riduzione dei disturbi digestivi e di quelli dell'apparato urinario.
- Riduzione degli edemi a livello degli arti inferiori.
- Riduzione della concentrazione di colesterolo e trigliceridi nel sangue.
- Forte riduzione dell' incidenza di ipertensione, coronaropatie, osteoporosi, diabete,ecc.
- Miglioramento dell'umore, con riduzione dell'eventuale stato depressivo.
- Notevole riduzione del consumo di farmaci e delle ospedalizzazioni per comorbilità.
- In linea generale devi preferire l'attività motoria di tipo prevalentemente aerobico a bassa intensità e prolungata nel tempo.
SPORT AGONISTICO E DISABILITA': LE REGOLE NUTRIZIONALI
1. L'alimentazione deve essere sempre, quanto piú possibile, variata e completa.
2. Non dimenticare mai di consumare tutti i giorni una buona prima colazione ed almeno cinque pasti nella giornata.
3. Non iniziare mai l'attività sportiva dopo un periodo troppo lungo di digiuno o subito dopo un pasto abbondante.
4. I carboidrati complessi devono essere la principale fonte di energia.
5. Se l'allenamento è nel primo pomeriggio la scelta migliore per il pranzo è un piatto di pasta, condito in modo leggero e digeribile, accompagnato da verdura cotta e da frutta.
6. Se tra il pranzo e l'allenamento c'è un intervallo di almeno tre o quattro ore allora, insieme alla pasta, si può consumare anche una piccola porzione di carne bianca o di pesce, verdura cotta e frutta, oppure una piccola porzione di un dolce da forno senza creme.
7. Bere spesso, prima ancora di avere sete, è indispensabile per stare bene, in particolare prima, durante e dopo la pratica sportiva.
8. La frutta e le verdure fresche vanno consumate tutti i giorni e in buona quantità.
9. Latte, yogurt e formaggi sono importanti e vanno consumati tutti i giorni, meglio se a basso contenuto di grassi.
10. Evitare di consumare quantità eccessive di proteine e di cloruro di sodio (sale da cucina).
11. Non assumere bevande alcoliche.
12. Se l'alimentazione è variata e corretta non occorre utilizzare gli integratori.
13. Rifiuta e combatti qualunque forma di miglioramento artificioso e sleale (integratori e/o farmaci) della prestazione sportiva.
14. E' necessario un controllo anti-doping per tutti gli atleti dopo le gare ma anche durante gli allenamenti seguendo metodiche già utilizzate in altri sport.
2. Non dimenticare mai di consumare tutti i giorni una buona prima colazione ed almeno cinque pasti nella giornata.
3. Non iniziare mai l'attività sportiva dopo un periodo troppo lungo di digiuno o subito dopo un pasto abbondante.
4. I carboidrati complessi devono essere la principale fonte di energia.
5. Se l'allenamento è nel primo pomeriggio la scelta migliore per il pranzo è un piatto di pasta, condito in modo leggero e digeribile, accompagnato da verdura cotta e da frutta.
6. Se tra il pranzo e l'allenamento c'è un intervallo di almeno tre o quattro ore allora, insieme alla pasta, si può consumare anche una piccola porzione di carne bianca o di pesce, verdura cotta e frutta, oppure una piccola porzione di un dolce da forno senza creme.
7. Bere spesso, prima ancora di avere sete, è indispensabile per stare bene, in particolare prima, durante e dopo la pratica sportiva.
8. La frutta e le verdure fresche vanno consumate tutti i giorni e in buona quantità.
9. Latte, yogurt e formaggi sono importanti e vanno consumati tutti i giorni, meglio se a basso contenuto di grassi.
10. Evitare di consumare quantità eccessive di proteine e di cloruro di sodio (sale da cucina).
11. Non assumere bevande alcoliche.
12. Se l'alimentazione è variata e corretta non occorre utilizzare gli integratori.
13. Rifiuta e combatti qualunque forma di miglioramento artificioso e sleale (integratori e/o farmaci) della prestazione sportiva.
14. E' necessario un controllo anti-doping per tutti gli atleti dopo le gare ma anche durante gli allenamenti seguendo metodiche già utilizzate in altri sport.
RACCOMANDAZIONI PER LE PERSONE AFFETTE DALLA SINDROME DI DOWN
(TRISOMIA 21)
Oggi vivono in Italia circa 38.000 soggetti con sindrome di Down; si ha un bimbo Down ogni 1000 nascite. Le statistiche variano da 1 ogni 800 a 1 ogni 1200.
Sono persone che vanno incontro al sovrappeso e all'obesità.
E' opportuno praticare l'allattamento al seno per quanto tempo è possibile, ma non necessariamente oltre il sesto mese.
La dieta deve essere normocalorica e lievemente iperproteica.
E' opportuno valutare periodicamente la necessità del ricorso ad integratori quali vitamine (in particolare folati) ed altri antiossidanti.
I genitori e tutti coloro che seguono questi soggetti debbono controllare la quantità degli alimenti consumati. Infatti, la assunzione di quantità di calorie, e pertanto piú energia, superiori al necessario, può provocare danni.
Non bisogna quindi cedere alla richiesta di cibi in eccesso rispetto alle necessità: sarebbe una non corretta interpretazione dei sentimenti affettivi nei riguardi di questa persone e ne comprometterebbe lo stato di nutrizione.
E' necessario aumentare il loro dispendio energetico con giochi di gruppo, coinvolgendoli inoltre in tutti gli sport a loro adatti; far seguire corsi di ginnastica per migliorare la sincronia dei movimenti.
Utilizzare il meno possibile i mezzi di trasporto.
Gli stimoli psicologici devono essere continui: pertanto è consigliabile far loro frequentare teatri e cinema, naturalmente per spettacoli adatti ai ragazzi, e condurli a visitare i siti archeologici. E' anche utile farli assistere a gare sportive, per stimolare il loro interesse ed il loro agonismo e per quanto possibile inserirli in attività lavorative.
Sono persone che vanno incontro al sovrappeso e all'obesità.
E' opportuno praticare l'allattamento al seno per quanto tempo è possibile, ma non necessariamente oltre il sesto mese.
La dieta deve essere normocalorica e lievemente iperproteica.
E' opportuno valutare periodicamente la necessità del ricorso ad integratori quali vitamine (in particolare folati) ed altri antiossidanti.
I genitori e tutti coloro che seguono questi soggetti debbono controllare la quantità degli alimenti consumati. Infatti, la assunzione di quantità di calorie, e pertanto piú energia, superiori al necessario, può provocare danni.
Non bisogna quindi cedere alla richiesta di cibi in eccesso rispetto alle necessità: sarebbe una non corretta interpretazione dei sentimenti affettivi nei riguardi di questa persone e ne comprometterebbe lo stato di nutrizione.
E' necessario aumentare il loro dispendio energetico con giochi di gruppo, coinvolgendoli inoltre in tutti gli sport a loro adatti; far seguire corsi di ginnastica per migliorare la sincronia dei movimenti.
Utilizzare il meno possibile i mezzi di trasporto.
Gli stimoli psicologici devono essere continui: pertanto è consigliabile far loro frequentare teatri e cinema, naturalmente per spettacoli adatti ai ragazzi, e condurli a visitare i siti archeologici. E' anche utile farli assistere a gare sportive, per stimolare il loro interesse ed il loro agonismo e per quanto possibile inserirli in attività lavorative.
RACCOMANDAZIONI NEI DISTURBI COGNITIVI
Intervenire ai primi sintomi.
Sono consigliate visite neuropsichiatriche periodiche.
Possono essere utili interventi farmacologici da valutare da parte dei neurologi e degli psicoterapeuti.
E' utile far praticare esercizio fisico mediante attività motoria spontanea e di gruppo, da effettuare con regolarità e sotto la guida di personale qualificato.
La disabilità cognitiva può essere ritardata nell'insorgenza e condizionata favorevolmente nella sua evoluzione da una corretta alimentazione.
Va controllato lo stato di nutrizione, in modo da intervenire tempestivamente con una attenta ed appropriata alimentazione.
La dieta deve essere ricca di frutta e verdura per favorire l'apporto di antiossidanti, fibra e vitamine. Nell'eventualità che questo non sia possibile, è consigliabile l'utilizzo di integratori alimentari suggeriti dal medico-nutrizionista. Particolarmente indicati sembrano essere le vitamine E, C, acido folico, il beta-carotene ed alcuni sali minerali (calcio, zinco ed magnesio). Altre sostanze rivelatesi oggi molto utili nei disturbi cognitivi sono la Glutammina e la Adenosilmetionina.
In caso di forme patologiche in fase avanzata è opportuno che l'alimentazione sia prescritta da Nutrizionisti clinici, in accordo con gli altri specialisti interessati.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.
Sono consigliate visite neuropsichiatriche periodiche.
Possono essere utili interventi farmacologici da valutare da parte dei neurologi e degli psicoterapeuti.
E' utile far praticare esercizio fisico mediante attività motoria spontanea e di gruppo, da effettuare con regolarità e sotto la guida di personale qualificato.
La disabilità cognitiva può essere ritardata nell'insorgenza e condizionata favorevolmente nella sua evoluzione da una corretta alimentazione.
Va controllato lo stato di nutrizione, in modo da intervenire tempestivamente con una attenta ed appropriata alimentazione.
La dieta deve essere ricca di frutta e verdura per favorire l'apporto di antiossidanti, fibra e vitamine. Nell'eventualità che questo non sia possibile, è consigliabile l'utilizzo di integratori alimentari suggeriti dal medico-nutrizionista. Particolarmente indicati sembrano essere le vitamine E, C, acido folico, il beta-carotene ed alcuni sali minerali (calcio, zinco ed magnesio). Altre sostanze rivelatesi oggi molto utili nei disturbi cognitivi sono la Glutammina e la Adenosilmetionina.
In caso di forme patologiche in fase avanzata è opportuno che l'alimentazione sia prescritta da Nutrizionisti clinici, in accordo con gli altri specialisti interessati.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.