Dott. Ignazio Madonia
Dermatiti da contatto e alimenti
Eczema o Dermatite
L'eczema (dermatite) è un malattia della pelle di tipo infiammatorio. Il termine indica una reazione dermica infiammatoria pruriginosa e non contagiosa.
Come si manifesta
Inizialmente abbiamo delle piccole macchie rosse, gruppi di foruncoli infiammati, o placche in rilievo e umide. La malattia può progredire e nei casi più gravi presentare delle vescicole che possono rompersi liberando un liquido chiaro. In seguito queste vescicole si cicatrizzano formando delle croste e la desquamazione della pelle.
Nella zona colpita da eczema, la pelle è molto pruriginosa e se grattata appare umida, il prurito può impedire addirittura il sonno. Grattarsi determina un peggioramento dell’eczema.
Nei bambini, di solito l’eczema esordisce intorno i 2-6 mesi inizialmente sulle guance, passando poi nella zona interna dei gomiti, ai polsi, nel retro delle ginocchia e nelle zone strofinate quando i bambini gattonano.
Cause
Non c’è un'unica causa per quanto riguarda questo disturbo della pelle. Possiamo infatti individuare cause fisiche (legate ad una temperatura troppo calda o troppo fredda), cause chimiche (farmaci, prodotti cosmetici o tinture), cause biologiche (come una copiosa sudorazione), cause alimentari (suscitate da intolleranze alimentari). Un eczema può scaturire anche da patologie come diabete, iperuricemia o insufficienza epatica.
Come si manifesta
Inizialmente abbiamo delle piccole macchie rosse, gruppi di foruncoli infiammati, o placche in rilievo e umide. La malattia può progredire e nei casi più gravi presentare delle vescicole che possono rompersi liberando un liquido chiaro. In seguito queste vescicole si cicatrizzano formando delle croste e la desquamazione della pelle.
Nella zona colpita da eczema, la pelle è molto pruriginosa e se grattata appare umida, il prurito può impedire addirittura il sonno. Grattarsi determina un peggioramento dell’eczema.
Nei bambini, di solito l’eczema esordisce intorno i 2-6 mesi inizialmente sulle guance, passando poi nella zona interna dei gomiti, ai polsi, nel retro delle ginocchia e nelle zone strofinate quando i bambini gattonano.
Cause
Non c’è un'unica causa per quanto riguarda questo disturbo della pelle. Possiamo infatti individuare cause fisiche (legate ad una temperatura troppo calda o troppo fredda), cause chimiche (farmaci, prodotti cosmetici o tinture), cause biologiche (come una copiosa sudorazione), cause alimentari (suscitate da intolleranze alimentari). Un eczema può scaturire anche da patologie come diabete, iperuricemia o insufficienza epatica.
Tipologie
Le principali tipologie di eczema o dermatite sono:
• Eczema o dermatite da contatto: forma dovuta al contatto con sostanze irritanti o allergizzanti;
• Eczema o dermatite atopica: tipologia causata da disfunzioni del nostro organismo.
Nel primo caso l’infiammazione viene provocata da particolari sostanze che vengono a contatto con la pelle e si manifesta nei punti in cui è avvenuto il contatto. La dermatite da contatto può essere di tipo allergico o non allergico. Con l’eczema da contatto allergico si manifesta una sensibilizzazione allergica verso alcune sostanze, mediata da cellule.
Al contrario per l’eczema allergico, l’irritazione cutanea avviene quando la sostanza viene applicata sulla pelle per un tempo e con una concentrazione sufficiente, danneggiando le cellule.
Alcuni esempi di sostanze sensibilizzanti, che portano all’eczema sono: i metalli come cromo, nichel, cobalto, alcuni farmaci come antibiotici e antistaminici, cosmetici come tinture per capelli, deodoranti, fibre tessili o alimenti.
I test allergologici saranno sufficienti per scoprire da quale sostanza sia stato scatenato l’eczema. La dermatite atopica si manifesta nel 60% dei casi nel primo anno di vita.
• Eczema o dermatite da contatto: forma dovuta al contatto con sostanze irritanti o allergizzanti;
• Eczema o dermatite atopica: tipologia causata da disfunzioni del nostro organismo.
Nel primo caso l’infiammazione viene provocata da particolari sostanze che vengono a contatto con la pelle e si manifesta nei punti in cui è avvenuto il contatto. La dermatite da contatto può essere di tipo allergico o non allergico. Con l’eczema da contatto allergico si manifesta una sensibilizzazione allergica verso alcune sostanze, mediata da cellule.
Al contrario per l’eczema allergico, l’irritazione cutanea avviene quando la sostanza viene applicata sulla pelle per un tempo e con una concentrazione sufficiente, danneggiando le cellule.
Alcuni esempi di sostanze sensibilizzanti, che portano all’eczema sono: i metalli come cromo, nichel, cobalto, alcuni farmaci come antibiotici e antistaminici, cosmetici come tinture per capelli, deodoranti, fibre tessili o alimenti.
I test allergologici saranno sufficienti per scoprire da quale sostanza sia stato scatenato l’eczema. La dermatite atopica si manifesta nel 60% dei casi nel primo anno di vita.
L’eczema atopico o dermatite atopica
L’eczema atopico o dermatite atopica (detta anche eczema costituzionale) è legata a fattori genetici, immunologici e ambientali.
Nella maggior parte dei casi questo tipo di eczema si manifesta nei primi mesi di vita e raramente nell’età adulta. Spesso l’eczema atopico è legato ad intolleranza verso il latte o ad un allergia agli acari della polvere. In questo caso per la diagnosi è indispensabile un’attenta anamnesi personale e familiare, e la misurazione della quantità di immunoglobuline E presenti nel sangue.
Altre forme di dermatite sono: eczema seborroico (si manifesta nel bambino e viene detto crosta lattea ma anche nell’adulto) e la disidrosi (tipo di dermatite localizzata nelle dita delle mani o nella piante del piede).
Consigli utili per la prevenzione
• Indossare abiti in fibra naturale, preferire la seta, il cotone e il lino, evitando i tessuti sintetici che favoriscono la sudorazione;
• Fare attenzione all’alimentazione, evitando cibi che generalmente possono provocare allergie, come fragole, pesche, arachidi e crostacei;
• Utilizzare prodotti cosmetici acquistati in farmacia e che siano ipoallergenici;
• Pulire dolcemente la pelle, non strofinando ma tamponando delicatamente;
• Fare la doccia per non più di 10-15 minuti e con l’acqua che non superi i 34°-36° C, il contatto prolungato con l’acqua calda irrita la pelle e aumenta la sudorazione;
• Evitare saponi eccessivamente sgrassanti
Nella maggior parte dei casi questo tipo di eczema si manifesta nei primi mesi di vita e raramente nell’età adulta. Spesso l’eczema atopico è legato ad intolleranza verso il latte o ad un allergia agli acari della polvere. In questo caso per la diagnosi è indispensabile un’attenta anamnesi personale e familiare, e la misurazione della quantità di immunoglobuline E presenti nel sangue.
Altre forme di dermatite sono: eczema seborroico (si manifesta nel bambino e viene detto crosta lattea ma anche nell’adulto) e la disidrosi (tipo di dermatite localizzata nelle dita delle mani o nella piante del piede).
Consigli utili per la prevenzione
• Indossare abiti in fibra naturale, preferire la seta, il cotone e il lino, evitando i tessuti sintetici che favoriscono la sudorazione;
• Fare attenzione all’alimentazione, evitando cibi che generalmente possono provocare allergie, come fragole, pesche, arachidi e crostacei;
• Utilizzare prodotti cosmetici acquistati in farmacia e che siano ipoallergenici;
• Pulire dolcemente la pelle, non strofinando ma tamponando delicatamente;
• Fare la doccia per non più di 10-15 minuti e con l’acqua che non superi i 34°-36° C, il contatto prolungato con l’acqua calda irrita la pelle e aumenta la sudorazione;
• Evitare saponi eccessivamente sgrassanti
Eczema del bambino
Nel caso di bambini affetti da eczema è consigliabile tenere molto corte le loro unghie, per evitare che si graffino oppure fare loro indossare dei guanti durante la notte. Se il prurito è molto forte, è meglio contattare il pediatra per l’eventuale somministrazione di un antistaminico.
Altri consigli per prendervi cura dei vostri bambini sono di vestirli con indumenti di lino o cotone bianco rimuovendo anche le etichette che possono creare prurito, gli indumenti non devono essere aderenti e devono essere lavati a 60° C con sapone di Marsiglia, risciacquandoli a lungo. Sono da evitare in generale qualsiasi capo in lana, compresi sciarpe e cappelli.
Altri consigli per prendervi cura dei vostri bambini sono di vestirli con indumenti di lino o cotone bianco rimuovendo anche le etichette che possono creare prurito, gli indumenti non devono essere aderenti e devono essere lavati a 60° C con sapone di Marsiglia, risciacquandoli a lungo. Sono da evitare in generale qualsiasi capo in lana, compresi sciarpe e cappelli.
Dermatite da contatto irritativa
La dermatite irritativa è causata dall’azione di una sostanza che produce un danno cellulare se applicata alla pelle: rappresenta la forma più comune di dermatite ed è abbastanza semplice, nel senso che rimane circoscritta e una volta cessato lo stimolo irritativo, regredisce spontaneamente. La dermatite da contatto è dovuta ad una sensibilizzazione che può insorgere nei confronti di numerosissime sostanze: ha un esordio brusco e si manifesta con prurito, arrossamento della pelle, gonfiore, bolle, croste e desquamazione dello strato superficiale. E’ una forma di dermatite più complicata per la tendenza a persistere, recidivare ed estendersi in seguito a nuovi contatti con l’agente sensibilizzante. La localizzazione iniziale è nelle sedi di esposizione alla sostanza in causa, ma i continui contatti sensibilizzanti, possono allargare il fenomeno: ad esempio la dermatite può iniziare da una mano, estendersi successivamente all’altra mano, diffondersi alle braccia, interessare in seguito volto, gambe, tronco.
I sintomi della dermatite irritativa da contatto, se non complicati da processi infettivi, sono essenzialmente dovuti al prurito e alla presenza delle lesioni che possono determinare fenomeni da stress nervoso come insonnia, inappetenza, astenia.
Cause
Le sostanze che possono causare la dermatite sono numerosissime : alcuni metalli, come il nichel, il cromo, il cobalto, componenti della gomma, sostanze antibatteriche, come il mercurio e derivati, formaldeide, alcuni farmaci ed additivi di medicamenti, vegetali, come primula, crisantemo, alimenti, detersivi.
Molte sostanze usate nell’industria possono originare dermatiti allergiche definite professionali.
Terapia
La terapia risolutiva è rappresentata dalla sospensione del contatto con la sostanza incriminata: per fare questo il dermatologo ricorre ad esami allergologici specifici (tests epicutanei), eseguiti sul paziente ed in grado di individuare l’agente nocivo. Si utilizzano poi farmaci a base di cortisone che riducano l’infiammazione e il prurito; in caso di sovrapposizioni infettive si ricorre all’antibioticoterapia.
I sintomi della dermatite irritativa da contatto, se non complicati da processi infettivi, sono essenzialmente dovuti al prurito e alla presenza delle lesioni che possono determinare fenomeni da stress nervoso come insonnia, inappetenza, astenia.
Cause
Le sostanze che possono causare la dermatite sono numerosissime : alcuni metalli, come il nichel, il cromo, il cobalto, componenti della gomma, sostanze antibatteriche, come il mercurio e derivati, formaldeide, alcuni farmaci ed additivi di medicamenti, vegetali, come primula, crisantemo, alimenti, detersivi.
Molte sostanze usate nell’industria possono originare dermatiti allergiche definite professionali.
Terapia
La terapia risolutiva è rappresentata dalla sospensione del contatto con la sostanza incriminata: per fare questo il dermatologo ricorre ad esami allergologici specifici (tests epicutanei), eseguiti sul paziente ed in grado di individuare l’agente nocivo. Si utilizzano poi farmaci a base di cortisone che riducano l’infiammazione e il prurito; in caso di sovrapposizioni infettive si ricorre all’antibioticoterapia.
Alimenti che possono indurre una dermatite irritativa da contatto
Gli alimenti che, più frequentemente, inducono una DIC sono:
succo di limone, cipolla, aglio, mais, ravanello, senape e ananas.
Nella DIC professionale ananas e mais sono le cause più frequenti.
Il succo di ananas contiene un enzima ad attività proteolitica, la bromelina: essa crea un distacco dermo-epidermico, un aumento della permeabilità capillare e una liberazione istamica, con prurito e macerazione della cute. Gli addetti all'industria dolciaria sono più esposti, durante l'uso di canditi, anche per il contatto prolungato con lo zucchero, altro irritante, e per i frequenti lavaggi con detergenti tensioattivi.
L'aglio (Allium sativum) è particolarmente impiegato come aromatizzante e per le sue attività farmacologiche. Viene descritta una grave dermatite bollosa a seguito di medicazioni occlusive. Caratteristica una dermatite localizzata ai polpastrelli soprattutto nelle casalinghe.
La senape (brassica nigra), un olio essenzialedella famiglia delle Cruciferae, oltre ad essere un potente allergene, è responsabile di una dermatite irritativa; a contatto con l'acqua libera l'allyl isothiocyanato da un tioglucoside (sinigrina). Con analogo meccanismo agisce il ravanello della stessa famiglia botanica. L'allyl isothiocyanato è contenuto in altri vegetali come i broccoli, cavolfiori, il rafano, la verza e il cavolino di Bruxelles, tutti potenziali irritanti.
Gli oli essenziali, contenuti nelle spezie, hanno un elevato potere irritativo, oltre ad essere potenti allergeni. Gli agricoltori sono particolarmente esposti pei il contatto durante le fasi di raccolta. Si crea un doppio trauma, chimico e da "frizione".
Il Timo (Thymus vulgaris) può indurre una dermatite da contatto airborne nei lavoratori esposti.
succo di limone, cipolla, aglio, mais, ravanello, senape e ananas.
Nella DIC professionale ananas e mais sono le cause più frequenti.
Il succo di ananas contiene un enzima ad attività proteolitica, la bromelina: essa crea un distacco dermo-epidermico, un aumento della permeabilità capillare e una liberazione istamica, con prurito e macerazione della cute. Gli addetti all'industria dolciaria sono più esposti, durante l'uso di canditi, anche per il contatto prolungato con lo zucchero, altro irritante, e per i frequenti lavaggi con detergenti tensioattivi.
L'aglio (Allium sativum) è particolarmente impiegato come aromatizzante e per le sue attività farmacologiche. Viene descritta una grave dermatite bollosa a seguito di medicazioni occlusive. Caratteristica una dermatite localizzata ai polpastrelli soprattutto nelle casalinghe.
La senape (brassica nigra), un olio essenzialedella famiglia delle Cruciferae, oltre ad essere un potente allergene, è responsabile di una dermatite irritativa; a contatto con l'acqua libera l'allyl isothiocyanato da un tioglucoside (sinigrina). Con analogo meccanismo agisce il ravanello della stessa famiglia botanica. L'allyl isothiocyanato è contenuto in altri vegetali come i broccoli, cavolfiori, il rafano, la verza e il cavolino di Bruxelles, tutti potenziali irritanti.
Gli oli essenziali, contenuti nelle spezie, hanno un elevato potere irritativo, oltre ad essere potenti allergeni. Gli agricoltori sono particolarmente esposti pei il contatto durante le fasi di raccolta. Si crea un doppio trauma, chimico e da "frizione".
Il Timo (Thymus vulgaris) può indurre una dermatite da contatto airborne nei lavoratori esposti.
Protein Contact dermatitis (PCD)
La Protein contact dermatitis (PCD) è una condizione molto più rara, rispetto alle altre forme di dermatite da contatto. Descritta da Hjorth e Roed-Peterson nel 1975, la PCD è una reazione eczematosa di tipo immediato, indotta da proteine alimentari.
Si ipotizza che queste proteine penetrino nella cute già compromessa e inducano una orticaria immediata e una reazione vescicolare, dopo 30 minuti dal contatto con l'allergene.
La PCD si manifesta, nella maggior parte dei casi, come un eczema cronico e ricorrente. Viene ipotizzata una reazione mista (immediata Tipo I e ritardata tipo IV). La sintomatologia riferita pai pazienti è di prurito e sensazione "puntoria".
La dermatite è localizzata nella zona palmare delle mani e interdigitale. La diagnosi si avvale del prick test, delle IgE specifiche e del patch test.
La maggioranza dei pazienti che hanno PCD è rappresentata dai food handlers. L'atopia non è essenziale per lo sviluppo di questa dermatite. Gli allergeni contenuti nelle carni sono una delle maggiori cause di PCD. Macellai e addetti alla macellazione sono fra i lavoratori più colpiti; in una ricerca è stata rilevata la presenza di PCD nel 22% in 144 lavoratori di macello.
Un'altra categoria interessata dalla PCD è quella dei panettieri: in questo caso sono implicati diversi tipi di farina, incluso segale, grano e orzo, e l'ennesima alfa.amylasi. Oltre ai farinacei e alla proteina della carne, sono stati descritti casi di PCD verso frutta, vegetali, spezie e piante. (Tab. 1)
Tab 1. Allergeni responsabili di protein contact dermatitis
Frutti, vegetali,piante: mandorla, banana, fagiolo, cumino dei prati, carota, semi di ricino, cavolfiore, sedano, cicoria, crescione, cetriolo, curry, aneto, melanzana, indivia, fichi, aglio, nocciole, kiwi, limone, lattuga, funghi, cipolla, paprika, pastinaca, arachidi, annanas, patata, pomodoro.
Proteine animali: sangue (maiale, mucca), intestino (maiale), grasso mesenterico (maiale), fegato (vitello, pollo), carne (mucca, maiale, cavallo, agnello), latte, pelle (tacchino, pollo), pesce (merluzzo, seppia, aringa, aragosta, sgombro).
Farinacei: segale, frumento e farina d'orzo.
Enzimi: alpha amylasi.
Si ipotizza che queste proteine penetrino nella cute già compromessa e inducano una orticaria immediata e una reazione vescicolare, dopo 30 minuti dal contatto con l'allergene.
La PCD si manifesta, nella maggior parte dei casi, come un eczema cronico e ricorrente. Viene ipotizzata una reazione mista (immediata Tipo I e ritardata tipo IV). La sintomatologia riferita pai pazienti è di prurito e sensazione "puntoria".
La dermatite è localizzata nella zona palmare delle mani e interdigitale. La diagnosi si avvale del prick test, delle IgE specifiche e del patch test.
La maggioranza dei pazienti che hanno PCD è rappresentata dai food handlers. L'atopia non è essenziale per lo sviluppo di questa dermatite. Gli allergeni contenuti nelle carni sono una delle maggiori cause di PCD. Macellai e addetti alla macellazione sono fra i lavoratori più colpiti; in una ricerca è stata rilevata la presenza di PCD nel 22% in 144 lavoratori di macello.
Un'altra categoria interessata dalla PCD è quella dei panettieri: in questo caso sono implicati diversi tipi di farina, incluso segale, grano e orzo, e l'ennesima alfa.amylasi. Oltre ai farinacei e alla proteina della carne, sono stati descritti casi di PCD verso frutta, vegetali, spezie e piante. (Tab. 1)
Tab 1. Allergeni responsabili di protein contact dermatitis
Frutti, vegetali,piante: mandorla, banana, fagiolo, cumino dei prati, carota, semi di ricino, cavolfiore, sedano, cicoria, crescione, cetriolo, curry, aneto, melanzana, indivia, fichi, aglio, nocciole, kiwi, limone, lattuga, funghi, cipolla, paprika, pastinaca, arachidi, annanas, patata, pomodoro.
Proteine animali: sangue (maiale, mucca), intestino (maiale), grasso mesenterico (maiale), fegato (vitello, pollo), carne (mucca, maiale, cavallo, agnello), latte, pelle (tacchino, pollo), pesce (merluzzo, seppia, aringa, aragosta, sgombro).
Farinacei: segale, frumento e farina d'orzo.
Enzimi: alpha amylasi.
Spezie, aromi ed erbe da cucina
Le spezie sono semi, frutti, radici, cortecce e sostanze vegetali usate in quantità esigue, dal punto di vista nutrizionale, essenzialmente come ingredienti per dare sapore ad un alimento.
Molte di queste sostanze hanno anche altri usi, ad esempio la preservazione del cibo, in medicina, rituali religiosi, cosmesi o profumeria. Le spezie si distinguono dalle erbe da cucina: queste ultime sono parti verdi o foglie fresche di piante, anche esse usate per migliorare il sapore, mentre le spezie sono in genere essiccate.
Nell'antichità l'uso delle spezie era ampiamente diffuso tra gli Egizi, già intirno al 2600 a.C.; venivano forniti cibi speziati agli schiavi, impiegati nella costruzione delle piramidi, con lo scopo di mantenere le maestranze in forze e di proteggerle dalle epidemie.
Nel papiro Ebers (redatto intorno al XVI secolo a.C.) sono descritti numerosi rimedi a base di erbe aromatiche e spezie e fra i ritrovamenti archeologici vi sono tracce di anice, fieno greco, cardamomo, cassia, cumino, aneto e zafferano. Già in quest'epoca la gran parte delle spezie proveniva dall'india.
Le spezie possiedono una notevole allergenicità e sono responsabili di reazioni sia lievi-moderate che sistemiche.
Contengono sostanze ative dal punto di vista farmacologico e queste possono indurre reazioni avverse che andranno differenziate da quelle immunologiche. Le donne sono due volte più predisposte al rischio di allergia alle spezie, per motivi sconosciuti. Queste reazioni sono influenzate dalle abitudini alimentari ( come l'allergia al sesamo in Israele) e molto frequenti anche nei bambini.
La sensibilizzazione può avvenire direttamente, per via gastroenterica o, spesso, per reattività crociata con allergeni inalanti (pollini), che condividono alcuni epitopi (pan-allergeni come Profilline e le Lipid Transfer protein). La pericolosità di queste allergie risiede nell'elevato rischio di "occultamento" di questi alimenti all'interno di preparati, sughi, condimenti, ricette tipiche ecc.; pertanto il paziente, pur conoscendo la sua sensibilizzazione, non riesce ad escludere completamente l'allergene dalla dieta.
Nella tabella che segue sono elencate alcune spezie e i loro possibili effetti allergenici
Manifestazioni cliniche
Aglio : Anafilassi, dermatite da contatto, asma, rinite
Alloro : Dematite allergica da contatto, dermatite periorale, asma
Aneto : Anafilassi, orticaria da contatto
Anice : Allergia alimentare, orticaria da contatto, dermatite ritardata
Basilico : Dermatite allergica da contatto
Cannella : Dermatite allergica da contatto, asma, rinocongiuntivite, stomatite, eritema polimorfo
Cipolla : Anafilassi, dermatite da contatto, asma, rinocongiuntivite
Chiodi di garofano: Dermatite allergica da contatto
Paprica : Orticaria da contatto, rinocongiuntivite
Peperoncino : Eczema generalizzato, sintomi respiratori
Coriandolo : Allergia da contatto, asma, anafilassi
Cumino : Anafilassi, Dermatite da contatto
Finocchio : Rinocongiuntivite, asma, dermatite atopica
Senape : Anafilassi, orticaria da contatto, reazioni ritardate
Molte di queste sostanze hanno anche altri usi, ad esempio la preservazione del cibo, in medicina, rituali religiosi, cosmesi o profumeria. Le spezie si distinguono dalle erbe da cucina: queste ultime sono parti verdi o foglie fresche di piante, anche esse usate per migliorare il sapore, mentre le spezie sono in genere essiccate.
Nell'antichità l'uso delle spezie era ampiamente diffuso tra gli Egizi, già intirno al 2600 a.C.; venivano forniti cibi speziati agli schiavi, impiegati nella costruzione delle piramidi, con lo scopo di mantenere le maestranze in forze e di proteggerle dalle epidemie.
Nel papiro Ebers (redatto intorno al XVI secolo a.C.) sono descritti numerosi rimedi a base di erbe aromatiche e spezie e fra i ritrovamenti archeologici vi sono tracce di anice, fieno greco, cardamomo, cassia, cumino, aneto e zafferano. Già in quest'epoca la gran parte delle spezie proveniva dall'india.
Le spezie possiedono una notevole allergenicità e sono responsabili di reazioni sia lievi-moderate che sistemiche.
Contengono sostanze ative dal punto di vista farmacologico e queste possono indurre reazioni avverse che andranno differenziate da quelle immunologiche. Le donne sono due volte più predisposte al rischio di allergia alle spezie, per motivi sconosciuti. Queste reazioni sono influenzate dalle abitudini alimentari ( come l'allergia al sesamo in Israele) e molto frequenti anche nei bambini.
La sensibilizzazione può avvenire direttamente, per via gastroenterica o, spesso, per reattività crociata con allergeni inalanti (pollini), che condividono alcuni epitopi (pan-allergeni come Profilline e le Lipid Transfer protein). La pericolosità di queste allergie risiede nell'elevato rischio di "occultamento" di questi alimenti all'interno di preparati, sughi, condimenti, ricette tipiche ecc.; pertanto il paziente, pur conoscendo la sua sensibilizzazione, non riesce ad escludere completamente l'allergene dalla dieta.
Nella tabella che segue sono elencate alcune spezie e i loro possibili effetti allergenici
Manifestazioni cliniche
Aglio : Anafilassi, dermatite da contatto, asma, rinite
Alloro : Dematite allergica da contatto, dermatite periorale, asma
Aneto : Anafilassi, orticaria da contatto
Anice : Allergia alimentare, orticaria da contatto, dermatite ritardata
Basilico : Dermatite allergica da contatto
Cannella : Dermatite allergica da contatto, asma, rinocongiuntivite, stomatite, eritema polimorfo
Cipolla : Anafilassi, dermatite da contatto, asma, rinocongiuntivite
Chiodi di garofano: Dermatite allergica da contatto
Paprica : Orticaria da contatto, rinocongiuntivite
Peperoncino : Eczema generalizzato, sintomi respiratori
Coriandolo : Allergia da contatto, asma, anafilassi
Cumino : Anafilassi, Dermatite da contatto
Finocchio : Rinocongiuntivite, asma, dermatite atopica
Senape : Anafilassi, orticaria da contatto, reazioni ritardate
Dermatite da contatto sistemica e nichel
Mentre la dermatite da contatto sistemica (DCS) indotta da farmaci è un'entità nosologica ben definita, le reazioni sistemiche a metalli sono sempre state controverse. Ciò nasce dalla ubiquitarietà di questi apteni, soprattutto del nichel, e dalla difficoltà di quantificare esattamente l'esposizione quotidiana, determinato dalla presenza negli alimenti e nell'acqua.
L'evidenza sperimentale, tuttavia dimostra una netta induzione di reazioni sistemiche, dermatologiche e di altri organi, dopo esposizione orale con solfato di nichel, in pazienti sensibili all' aptene; la percentuale di soggetti reattivi e l'entità delle reazioni è direttamente proporzionale al dosaggio dei test di provocazione e allo stato di sensibilizzazione.
Il ruolo del nichel, come aptene responsabile di DCS, è confermato altresì dai report, degli ultimi anni, di reazioni sistemiche a protesi ortopediche, apparecchi ortodontici e cateteri endovenosi. I quadri clinici associati alla dermatite da contatto sistemica da nichel sono:
La quantità media "normale" di nichel assunto quotidianamente è stata stimata fra 0,02 e 0,48 mg. In tutti gli studi viene confermata la stretta correlazione fra la presenza di una sensibilizzazione ritardata al metallo e la reattività ai test-dose, confermata dall'assenza di reazioni nei soggetti di controllo. La metanalisi di Jensen, ancorchè rimarchi l'estrema variabilità dei criteri di inclusione e delle modalità di scatenamento adottate nei 17 trials, rileva una reattività alla dose di 0,35 - 0,53 mg del 1% dei pazienti allergici al nichel; un dosaggio di 0,55 - 1,33 mg determina una reazione nel 10% di questi soggetti.
La maggioranza dei pazienti inseriti negli studi presenta dei sintomi di dermatite da contatto sistemico e una marcata frequenza di eczema cronico delle mani, riacutizzato dalla esposizione al test-dose. In diversi trials, come quello di Nielsen, i soggetti con flare-up dell'eczema, avevano tollerato un contatto prolungato con utensili di metallo contenenti nichel.
L'evidenza sperimentale, tuttavia dimostra una netta induzione di reazioni sistemiche, dermatologiche e di altri organi, dopo esposizione orale con solfato di nichel, in pazienti sensibili all' aptene; la percentuale di soggetti reattivi e l'entità delle reazioni è direttamente proporzionale al dosaggio dei test di provocazione e allo stato di sensibilizzazione.
Il ruolo del nichel, come aptene responsabile di DCS, è confermato altresì dai report, degli ultimi anni, di reazioni sistemiche a protesi ortopediche, apparecchi ortodontici e cateteri endovenosi. I quadri clinici associati alla dermatite da contatto sistemica da nichel sono:
- coinvolgimento di aree già esposte al metallo con riaccensione delle lesioni eczematose e di pregressi patch test;
- coinvolgimento di aree non esposte sotto forma di pompholyx, baboon sindrome, esantema maculo papulare, eczema flessurale, orticaria, prurito sine materia, lesione vasculite-like.
La quantità media "normale" di nichel assunto quotidianamente è stata stimata fra 0,02 e 0,48 mg. In tutti gli studi viene confermata la stretta correlazione fra la presenza di una sensibilizzazione ritardata al metallo e la reattività ai test-dose, confermata dall'assenza di reazioni nei soggetti di controllo. La metanalisi di Jensen, ancorchè rimarchi l'estrema variabilità dei criteri di inclusione e delle modalità di scatenamento adottate nei 17 trials, rileva una reattività alla dose di 0,35 - 0,53 mg del 1% dei pazienti allergici al nichel; un dosaggio di 0,55 - 1,33 mg determina una reazione nel 10% di questi soggetti.
La maggioranza dei pazienti inseriti negli studi presenta dei sintomi di dermatite da contatto sistemico e una marcata frequenza di eczema cronico delle mani, riacutizzato dalla esposizione al test-dose. In diversi trials, come quello di Nielsen, i soggetti con flare-up dell'eczema, avevano tollerato un contatto prolungato con utensili di metallo contenenti nichel.
L'apporto reale di nichel attraverso l'acqua e le bevande costituisce un altro aspetto controverso e non completamente definito. In molti studi è stato stimato un livello medio di 1-10ug di nichel per litro di acqua fornita attraverso la rete idrica; ma questo dato presenta una estrema variabilità, anche all'interno della stessa area geografica, con valori anche di 35-50ug.
Fra i fattori, che influenzano la concentrazione di nichel, prevale la permanenza dell'acqua nelle tubature; è stata stimata una quantità del metallo di 490ug nei primi 250 ml di acqua corrente, erogata da rubinetto. Dopo 5 minuti di erogazione la concentrazione di nichel ritorna ai valori normali, a conferma della cessione del metallo da rubinetti e tubature. Anche la modalità di assunzione dell'acqua può influenzare la bio-disponibilità e l'assorbimento gastroenterico del nichel, in base, ad esempio, alla concomitanza dei pasti o al digiuno, e la temperatura del liquido.
Tutti gli studi individuano in circa il 25% dell'apporto quotidiano complessivo di nichel, quello avvenuto attraverso i liquidi, anche se con alcune eccezioni. Hindsen e coll. hanno dimostrato l'esistenza di una correlazione tra entità della risposta al patch test, presenza di atopia, pompholyx e risposta al test di provocazione orale con NiSo4. Anche la dose scatenante era correlata a più frequenti riacutizzazioni delle lesioni, come già evidenziato in altri trials. Altro parametro è stato la comparsa di un costante flare-up dei patch test, applicati un mese prima della provocazione orale.
Fra i fattori, che influenzano la concentrazione di nichel, prevale la permanenza dell'acqua nelle tubature; è stata stimata una quantità del metallo di 490ug nei primi 250 ml di acqua corrente, erogata da rubinetto. Dopo 5 minuti di erogazione la concentrazione di nichel ritorna ai valori normali, a conferma della cessione del metallo da rubinetti e tubature. Anche la modalità di assunzione dell'acqua può influenzare la bio-disponibilità e l'assorbimento gastroenterico del nichel, in base, ad esempio, alla concomitanza dei pasti o al digiuno, e la temperatura del liquido.
Tutti gli studi individuano in circa il 25% dell'apporto quotidiano complessivo di nichel, quello avvenuto attraverso i liquidi, anche se con alcune eccezioni. Hindsen e coll. hanno dimostrato l'esistenza di una correlazione tra entità della risposta al patch test, presenza di atopia, pompholyx e risposta al test di provocazione orale con NiSo4. Anche la dose scatenante era correlata a più frequenti riacutizzazioni delle lesioni, come già evidenziato in altri trials. Altro parametro è stato la comparsa di un costante flare-up dei patch test, applicati un mese prima della provocazione orale.
Nichel, ambiente e alimentazione
Il nichel è un elemento ubiquitario, presente nel suolo e nell'acqua; si trova negli organismi viventi perchè sia i vegetali che gli animali assumono il loro nutrimento dal suolo e dall'acqua. il contenuto varia inoltre in funzione della contaminazione del suolo con rifiuti industriali e urbani, del tipo di terreno, dell'impiego di fertilizzanti sintetici.
Il contenuto in nichel dei tessuti vegetali (0,5-5 ug/g) è mediamente quattro volte superiore rispetto a quello presente nei tessuti di derivazione animale, anche se con estrema variabilità. Il fabbisogno minimo quotidiano, di nichel per l'uomo, è stimato in circa 50 ug (0,05 mg), ed è coperto da una normale dieta, anche se appare controversa la sua essenzialità, in assenza di descrizioni di sindromi carenziali, accertate negli animali.
Solo l'1 % del nichel assunto con gli alimenti viene assorbito, mentre il resto rimane nel tratto gastrointestinale e viene eliminato con le feci. L'assunzione concomitante di vit. C e di ferro riduce l'assorbimento del nichel alimentare. Il nichel assorbito si lega all'albumina sierica e viene poi eliminato attraverso il sudore, la bile e l'apparato urinario, attraverso complessi a basso peso molecolare. La concentrazione di nichel nel sudore è alta ( 8-250ug/l). L'aumento di escrezione urinaria di nichel è stato correlato alle fasi di aggravamento dell'eczema, in soggetti patch-positivi. Quella normale è di 2-5ug/ al giorno.
Apporto quotidiano di nichel con la dieta
Le abitudini alimentari, con un diverso consumo di vegetali e derivati animali, nonchè di cioccolato e tè (come nei paesi Anglosassoni) sono ovviamente importanti e si riflettono sul diverso intake medio di nichel nelle varie popolazioni. Anche il contributo dell'acqua e delle altre bevande può influenzare la quantita totale di nichel assunto con l'alimentazione.
Canada 0,20-0,58 mg
Danimarca 0,15 mg ma fino 0,9 mg /die
Finlandia 0,13 mg
Italia 0,3-0,4 mg
Regno Unito 0,12-0,20 mg
Svezia 0,2-4,5 mg
Stati Uniti 0,17-0,6 mg
Valore medio 0,2-0,6 mg
Le variazioni abbastanza ampie nella assunzione di nichel delle popolazioni scandinave sono collegate alle particolari abitudini alimentari (farina d'avena, soia, noci, cacao, ecc.).
Alimenti e contenuto di nichel
I prodotti vegetali hanno un maggiore contenuto di nichel, rispetto agli alimenti di derivazione animale e tra questi (carni, latticini e uova) l'uovo è quello a più alto contenuto. L'assenza di univocità negli elenchi di alimenti ad alto contenuto di nichel, è legata alla mancanza di una concentrazione soglia condivisa in mg/kg, rispetto al quale un alimento possa essere definito "ad alto contenuto". Si passa da una soglia di > 0,5 mg/kg della Swedish Food Administratio a quella di 0,03 mg/kg di altri autori, fino a una review di Falagiani e al. del 2008, che fissa a > 1,0 mg/Kg la soglia di definizione di alimento ad alto contenuto.
In questo caso gli alimenti ad alto contenuto sarebbero soltanto arachidi, avena, cacao e cioccolato, pomodoro concentrato, lenticchie, mandorle, noci e nocciole. A rendere ancora più empirico questo quadro va detto che per lo stesso alimento viene riferito un contenuto di nichel di sovente diverso, secondo le varie fonti e le differenze appaiono a volte rilevanti. Questo fatto non è sorprendente poichè è in funzione del contenuto di nichel nel suolo e nelle acque, in base alle regioni, alle stagioni e agli eventi climatici, potendo variare nel medesimo alimento, a volte, anche di dieci volte.
Allergia sistemica al nichel e sintomatologia gastroenterica
Numerose sono le segnalazioni e le casistiche di pazienti con sintomatologia gastro enterica correlata all'ingestione di alimenti ad alto contenuto di nichel. Un elemento sicuramente obiettivo è rappresentato dalla dimostrazione di alterazioni della mucosa intestinale, nello challenge con nichel, e l'incremento, nei pazienti sensibilizzati, dell'infiltrazione nella lamina propria di CD45RO+ di memoria con riduzione di CD8+
Il contenuto in nichel dei tessuti vegetali (0,5-5 ug/g) è mediamente quattro volte superiore rispetto a quello presente nei tessuti di derivazione animale, anche se con estrema variabilità. Il fabbisogno minimo quotidiano, di nichel per l'uomo, è stimato in circa 50 ug (0,05 mg), ed è coperto da una normale dieta, anche se appare controversa la sua essenzialità, in assenza di descrizioni di sindromi carenziali, accertate negli animali.
Solo l'1 % del nichel assunto con gli alimenti viene assorbito, mentre il resto rimane nel tratto gastrointestinale e viene eliminato con le feci. L'assunzione concomitante di vit. C e di ferro riduce l'assorbimento del nichel alimentare. Il nichel assorbito si lega all'albumina sierica e viene poi eliminato attraverso il sudore, la bile e l'apparato urinario, attraverso complessi a basso peso molecolare. La concentrazione di nichel nel sudore è alta ( 8-250ug/l). L'aumento di escrezione urinaria di nichel è stato correlato alle fasi di aggravamento dell'eczema, in soggetti patch-positivi. Quella normale è di 2-5ug/ al giorno.
Apporto quotidiano di nichel con la dieta
Le abitudini alimentari, con un diverso consumo di vegetali e derivati animali, nonchè di cioccolato e tè (come nei paesi Anglosassoni) sono ovviamente importanti e si riflettono sul diverso intake medio di nichel nelle varie popolazioni. Anche il contributo dell'acqua e delle altre bevande può influenzare la quantita totale di nichel assunto con l'alimentazione.
Canada 0,20-0,58 mg
Danimarca 0,15 mg ma fino 0,9 mg /die
Finlandia 0,13 mg
Italia 0,3-0,4 mg
Regno Unito 0,12-0,20 mg
Svezia 0,2-4,5 mg
Stati Uniti 0,17-0,6 mg
Valore medio 0,2-0,6 mg
Le variazioni abbastanza ampie nella assunzione di nichel delle popolazioni scandinave sono collegate alle particolari abitudini alimentari (farina d'avena, soia, noci, cacao, ecc.).
Alimenti e contenuto di nichel
I prodotti vegetali hanno un maggiore contenuto di nichel, rispetto agli alimenti di derivazione animale e tra questi (carni, latticini e uova) l'uovo è quello a più alto contenuto. L'assenza di univocità negli elenchi di alimenti ad alto contenuto di nichel, è legata alla mancanza di una concentrazione soglia condivisa in mg/kg, rispetto al quale un alimento possa essere definito "ad alto contenuto". Si passa da una soglia di > 0,5 mg/kg della Swedish Food Administratio a quella di 0,03 mg/kg di altri autori, fino a una review di Falagiani e al. del 2008, che fissa a > 1,0 mg/Kg la soglia di definizione di alimento ad alto contenuto.
In questo caso gli alimenti ad alto contenuto sarebbero soltanto arachidi, avena, cacao e cioccolato, pomodoro concentrato, lenticchie, mandorle, noci e nocciole. A rendere ancora più empirico questo quadro va detto che per lo stesso alimento viene riferito un contenuto di nichel di sovente diverso, secondo le varie fonti e le differenze appaiono a volte rilevanti. Questo fatto non è sorprendente poichè è in funzione del contenuto di nichel nel suolo e nelle acque, in base alle regioni, alle stagioni e agli eventi climatici, potendo variare nel medesimo alimento, a volte, anche di dieci volte.
Allergia sistemica al nichel e sintomatologia gastroenterica
Numerose sono le segnalazioni e le casistiche di pazienti con sintomatologia gastro enterica correlata all'ingestione di alimenti ad alto contenuto di nichel. Un elemento sicuramente obiettivo è rappresentato dalla dimostrazione di alterazioni della mucosa intestinale, nello challenge con nichel, e l'incremento, nei pazienti sensibilizzati, dell'infiltrazione nella lamina propria di CD45RO+ di memoria con riduzione di CD8+
Rilascio di nichel dagli utensili della cucina
Per molti anni è stato ipotizzato un ruolo importante, in questa patologia, degli utensili di acciaio inossidabile, per la possibilità di liberare nichel, durante la cottura degli alimenti. Alcuni autori hanno accertato che il contributo dato dagli utensili, alla quantità totale di nichel assunto, è quasi trascurabile: il rilascio da una porzione di cibo cotto in pentole già usate è inferiore a quanto contenuto in 5 gr di cioccolato.
Secondo altre opinioni, tuttavia, il problema potrebbe essere reale, come nel caso della cottura, in pentole e padelle, di alimenti acidi come pomodori, aceto e limoni, che incrementerebbero il rilascio di nichel dai tegami e gli studi che hanno escluso questo meccanismo potrebbero essere stati inficiati da abitudini alimentari che prevedono, in maniera preminente, l'uso di cibi non acidi.
Secondo altre opinioni, tuttavia, il problema potrebbe essere reale, come nel caso della cottura, in pentole e padelle, di alimenti acidi come pomodori, aceto e limoni, che incrementerebbero il rilascio di nichel dai tegami e gli studi che hanno escluso questo meccanismo potrebbero essere stati inficiati da abitudini alimentari che prevedono, in maniera preminente, l'uso di cibi non acidi.
Medicine alternative e integratori alimentari
Una nuova "emergenza" allergologica proviene dalle esposizioni collegate alla medicina alternativa, come i prodotti omeopatici, gli integratori alimentari, i prodotti della medicina cinese, nigeriana, ecc. Alcuni casi sono gia stati oggetto di segnalazione per dermatite da contatto sistemica: al cromo, per un trattamento iposensibilizzante omeopatico a base dello stesso metallo e al mercurio, con un caso di sindrome di Baboon (Immagine A) in una bambina di 5 anni, trattata con un rimedio omeopatico per la tosse. Su internet è possibile verificare l'esistenza di un lungo elenco di prodotti collegati a queste forme di terapia, con un consistente quantitativo di nichel.
In molti casi questi prodotti vengono "consigliati" proprio in pazienti affetti da dermatosi, come l'acne, la dermatite seborroica, la psoriasi e l'eczema. Per alcuni prodotti omeopatici è possibile raggiungere un apporto quotidiano da 0,125 a 9 mg/pro die
(tab 2) (si riporta un esempio di 4 prodotti omeopatici), con un rischio altissimo di indurre una dermatite da contatto sistemica in soggetti sensibilizzati. Il costante ricorso a queste forme di trattamento non-convenzionale rappresenta un rischio notevole per i soggetti allergici, anche perchè questi rimedi vengono prescritti proprio per la cura di eczemi e dermatite atopica.
In molti casi questi prodotti vengono "consigliati" proprio in pazienti affetti da dermatosi, come l'acne, la dermatite seborroica, la psoriasi e l'eczema. Per alcuni prodotti omeopatici è possibile raggiungere un apporto quotidiano da 0,125 a 9 mg/pro die
(tab 2) (si riporta un esempio di 4 prodotti omeopatici), con un rischio altissimo di indurre una dermatite da contatto sistemica in soggetti sensibilizzati. Il costante ricorso a queste forme di trattamento non-convenzionale rappresenta un rischio notevole per i soggetti allergici, anche perchè questi rimedi vengono prescritti proprio per la cura di eczemi e dermatite atopica.
Immagine A Sindrome di Baboon (Sindrome del babbuino)
Tabella 2
Nella seguente tabella viene riportato la quantità di nichel per compressa e la raccomandazione di dosaggio per 4 rimedi omeopatici
Nichel dose di partenza dose massima giornaliera
mg proporzionale al peso proporzionale al peso
Acunol 0,5 0,25-1 mg/2 volte al giorno 0,5-2 mg/2 volte al giorno
Eczemol 0,5 0,125-2 mg al giorno 0,25-4 mg al giorno
Psorizide Forte 1,0 0,5-3 mg al giorno 1,5-9 mg al giorno
Psorizide Ultra 1,5 0,75-4,5 mg al giorno 1,5-9 mg al giorno
Bibliografia:
1 - Mcllveen WD, Negusanti JJ. Nickel in the terrestrial environment. Sci TotalEnviron 1994;148:109-38
2 - Schiavino D, Nucera E, Alonzi C, Buonomo A, Pollastrini E, Roncallo C, De Pasquale T, Lombardo C, Latorre G, Sabato V, Pecora V, Patriarca G. A clinical trial of oral hyposensitization in systemic allergy to nickel. Int J Immunopathol Pharmacol. 2006 Jul-Sep; 19(3):593-600.
3 - Falagiani P, Di Gioacchino M, Ricciardi L, Minciullo PM, Saitta S, Carni A, Santoro G, Gangemi S, Minelli M, Bozzetti MP, Massari S, Mauro S, Schiavino D. Systemic nickel allergy syndrome (SNAS). A review. Rev Port Imunoalergologia 2008; 16 (2):135-147.
4 - Van Ulsen J, Stolz E, van Joost T. Chromate dermatitis from a homeopathic drug. Contact Dermatitis 1988:18:56-57
5 - Audicana M, Bernedo N, Gonzales I, Munoz D, Fernandez E, Gastaminza G. An unusual case of baboon syndrome due to mercury present in a homeopathic medicine. Contact Dermatitis 2001:45:185.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.
Nella seguente tabella viene riportato la quantità di nichel per compressa e la raccomandazione di dosaggio per 4 rimedi omeopatici
Nichel dose di partenza dose massima giornaliera
mg proporzionale al peso proporzionale al peso
Acunol 0,5 0,25-1 mg/2 volte al giorno 0,5-2 mg/2 volte al giorno
Eczemol 0,5 0,125-2 mg al giorno 0,25-4 mg al giorno
Psorizide Forte 1,0 0,5-3 mg al giorno 1,5-9 mg al giorno
Psorizide Ultra 1,5 0,75-4,5 mg al giorno 1,5-9 mg al giorno
Bibliografia:
1 - Mcllveen WD, Negusanti JJ. Nickel in the terrestrial environment. Sci TotalEnviron 1994;148:109-38
2 - Schiavino D, Nucera E, Alonzi C, Buonomo A, Pollastrini E, Roncallo C, De Pasquale T, Lombardo C, Latorre G, Sabato V, Pecora V, Patriarca G. A clinical trial of oral hyposensitization in systemic allergy to nickel. Int J Immunopathol Pharmacol. 2006 Jul-Sep; 19(3):593-600.
3 - Falagiani P, Di Gioacchino M, Ricciardi L, Minciullo PM, Saitta S, Carni A, Santoro G, Gangemi S, Minelli M, Bozzetti MP, Massari S, Mauro S, Schiavino D. Systemic nickel allergy syndrome (SNAS). A review. Rev Port Imunoalergologia 2008; 16 (2):135-147.
4 - Van Ulsen J, Stolz E, van Joost T. Chromate dermatitis from a homeopathic drug. Contact Dermatitis 1988:18:56-57
5 - Audicana M, Bernedo N, Gonzales I, Munoz D, Fernandez E, Gastaminza G. An unusual case of baboon syndrome due to mercury present in a homeopathic medicine. Contact Dermatitis 2001:45:185.
AVVERTENZA: Questo sito ha carattere di divulgazione culturale e informativa, necessariamente generale. Le informazioni contenute, pur basate sugli studi scientifici citati, non sostituiscono il consulto personalizzato del professionista pratico, dietologo o medico. Il lettore non è autorizzato a considerare gli articoli qui contenuti come consulti medici, né a prenderli a pretesto per curarsi da sé.