Sono già noti nell’ambiente medico - scientifico, anche se poco sottolineati in Italia, i danni che il consumo di alcol nelle donne in gravidanza può provocare sul feto e sulla vita futura del nascituro, sia dal punto di vista dello sviluppo morfologico che intellettivo. La novità è che anche poche gocce di alcol rappresentano un pericolo reale per il feto, e non solo il consumo forte e continuativo.
È la conclusione cui è giunto un gruppo di scienziati francesi, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sul periodico specializzato 'La Revue du praticien - Medecine generale'.
Secondo Damien Subtil dell'ospedale di Lilla, anche il consumo a deboli dosi ha effetti negativi sul nascituro, in quanto l’alcol attraversa la placenta ed e' potenzialmente tossico per le cellule nervose del bambino.
Come mai solo circa il 6% dei nati da madri che nel corso della gravidanza hanno consumato notevoli quantità di alcolici presentano la classica sindrome Feto-Alcolica (FES)?
È molto probabile che vi sia un rango di alterazioni del normale sviluppo del SNC e non è da escludersi l'ipotesi di presenze di fattori protettivi a livello dei meccanismi di attacco dell'etanolo ai neuroni.
La più recente sperimentazione animale consente di lanciare un avvertimento alle gestanti in quanto - a conti fatti - anche modiche quantità di alcolici potrebbero influire sullo sviluppo neuronale portando a minime alterazioni che a loro volta influirebbero sulle capacità cognitive e mnemoniche senza peraltro creare problemi di sub-normalità.
In queste ricerche recenti si è partiti dalla constatazione che le malformazioni cerebrali ed il quadro del ritardo mentale dei bambini con FES sono analoghe a quelle dei soggetti colpiti da una rara affezione genetica contrassegnata dalla mutazione del gene L1, un gene che codifica una proteina essenziale per il normale sviluppo cerebrale.
La proteina L1 è una molecola di adesione che promuove l'intersezione/fusione delle membrane delle cellule neuronali fra di loro nonché con altro materiale della matrice extra-cellulare. Questo legame reciproco delle cellule neuronali scatena una cascata di reazioni chimiche che a loro volta promuovono lo sviluppo e la tenuta dei circuiti cerebrali di raccordo sia per funzioni vitali sia per il pensiero astratto. Cellule cerebrali di topo messe a contatto con dosi anche minime di alcol subiscono una netta riduzione della capacità di adesione delle molecole L1 con alterazione delle capacità di migrazione.
Tuttavia, anche dosi più elevate di alcol non bloccano del tutto la capacità di adesione basata su di un'altra molecola N-CAM per cui l'alcol verrebbe a bloccare solo un sito delle proteine L1.
Intanto, per quanto si riferisce all'azione dell’ etanolo sui meccanismi della memoria e dell'apprendimento, viene attribuita importanza al potenziamento a lungo termine (LTP) del rafforzamento delle sinapsi.
Negli animali da esperimento dopo esposizione a modiche dosi di alcol emergono ritardi nell'apprendimento con evidenza autoptica di una riduzione marcata dell'LTP nelle cellule dell'ippocampo cioè di una regione cerebrale importante per la memoria.
Siamo ancora ai primi passi in un insieme di prospettive di ricerca che potranno portare all'individuazione della dose massima da concedersi alle gestanti, anche se dobbiamo tenere molto in considerazione lo studio fatto in Francia e quindi in conclusione il suggerimento è quello di astenersi totalmente.
È la conclusione cui è giunto un gruppo di scienziati francesi, che hanno pubblicato i risultati del loro studio sul periodico specializzato 'La Revue du praticien - Medecine generale'.
Secondo Damien Subtil dell'ospedale di Lilla, anche il consumo a deboli dosi ha effetti negativi sul nascituro, in quanto l’alcol attraversa la placenta ed e' potenzialmente tossico per le cellule nervose del bambino.
Come mai solo circa il 6% dei nati da madri che nel corso della gravidanza hanno consumato notevoli quantità di alcolici presentano la classica sindrome Feto-Alcolica (FES)?
È molto probabile che vi sia un rango di alterazioni del normale sviluppo del SNC e non è da escludersi l'ipotesi di presenze di fattori protettivi a livello dei meccanismi di attacco dell'etanolo ai neuroni.
La più recente sperimentazione animale consente di lanciare un avvertimento alle gestanti in quanto - a conti fatti - anche modiche quantità di alcolici potrebbero influire sullo sviluppo neuronale portando a minime alterazioni che a loro volta influirebbero sulle capacità cognitive e mnemoniche senza peraltro creare problemi di sub-normalità.
In queste ricerche recenti si è partiti dalla constatazione che le malformazioni cerebrali ed il quadro del ritardo mentale dei bambini con FES sono analoghe a quelle dei soggetti colpiti da una rara affezione genetica contrassegnata dalla mutazione del gene L1, un gene che codifica una proteina essenziale per il normale sviluppo cerebrale.
La proteina L1 è una molecola di adesione che promuove l'intersezione/fusione delle membrane delle cellule neuronali fra di loro nonché con altro materiale della matrice extra-cellulare. Questo legame reciproco delle cellule neuronali scatena una cascata di reazioni chimiche che a loro volta promuovono lo sviluppo e la tenuta dei circuiti cerebrali di raccordo sia per funzioni vitali sia per il pensiero astratto. Cellule cerebrali di topo messe a contatto con dosi anche minime di alcol subiscono una netta riduzione della capacità di adesione delle molecole L1 con alterazione delle capacità di migrazione.
Tuttavia, anche dosi più elevate di alcol non bloccano del tutto la capacità di adesione basata su di un'altra molecola N-CAM per cui l'alcol verrebbe a bloccare solo un sito delle proteine L1.
Intanto, per quanto si riferisce all'azione dell’ etanolo sui meccanismi della memoria e dell'apprendimento, viene attribuita importanza al potenziamento a lungo termine (LTP) del rafforzamento delle sinapsi.
Negli animali da esperimento dopo esposizione a modiche dosi di alcol emergono ritardi nell'apprendimento con evidenza autoptica di una riduzione marcata dell'LTP nelle cellule dell'ippocampo cioè di una regione cerebrale importante per la memoria.
Siamo ancora ai primi passi in un insieme di prospettive di ricerca che potranno portare all'individuazione della dose massima da concedersi alle gestanti, anche se dobbiamo tenere molto in considerazione lo studio fatto in Francia e quindi in conclusione il suggerimento è quello di astenersi totalmente.