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Caffè in gravidanza

14/11/2010

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Caffè in gravidanza con moderazione
Vi sono risultati contrastanti sull'effetto del caffè sullo sviluppo fetale anche perché in genere la gestante forte consumatrice di caffè è anche una fumatrice e, quindi, non è facile separare l'effetto dei due fattori; va anche rilevato come troppo spesso ci si fidi delle dichiarazioni delle donne sia circa le abitudini fumatorie sia nei confronti dei consumi di caffé. Presso il St. George's Hospital di Londra vera culla della Medicina Sociale inglese "al letto del malato" su più di 2.000 gestanti seguite nel corso della gravidanza si è provveduto a controllare le dichiarazioni sui consumi tabagici mediante determinazione della cotinina (un metabolita della nicotina nel plasma) ed a studiare sia l'attendibilità delle dichiarazioni sui consumi di caffè sia il metabolismo della caffeina attraverso periodiche determinazioni della quantità di caffeina nel plasma.

Intanto si è confermato che le fumatrici consumano un 50% di più di caffeina rispetto alle gestanti non fumatrici: tuttavia si ha una accelerazione del metabolismo della caffeina tale da determinare tassi di caffeina nel plasma più bassi. Tuttavia la quantità di caffeina consumata durante la gravidanza - quale derivante dalle dichiarazioni delle gestanti - è associata in senso negativo con il peso alla nascita, ma attenzione solo fra le fumatrici. Pertanto, sembra ragionevole consigliare alle donne che hanno smesso di fumare in gravidanza di ridurre l'apporto di caffeina (caffè ma anche tè).

Ma come agisce il caffè nel feto? forse bloccando i recettori dell'adenosina la caffeina interferisce con le normali risposte fisiologiche all'eccesso di carbossiemoglobina che si ha nel circolo materno e, quindi, accentuando gli effetti del fumo sull'uptake dell'Ossigeno, ma tale ipotesi non tiene conto del possibile effetto della nicotina (effetto presupposto sulla base di quanto avviene in analogia fra le gestanti che masticano tabacco).

Il sistema scandinavo di bollire il caffè come infuso (ma anche sistema turco) secondo ricerche olandesi di confronto con il caffè filtrato aumenta le aminotransferasi alaniniche le LDL a causa della presenza di deterpeni che passano nell'infuso (il caestol e il kahweol) di diretta derivazione dai semi; questo non si verifica con il caffè filtrato. Ora mentre il lieve aumento degli enzimi epatici potrebbe essere trascurabile quello del colesterolo dovrebbe indurre ad allargare anche al caffè la dieta mediterranea!

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