La cellulite è un diffusissimo problema che colpisce un gran numero di donne, le giovani come le mature, le grasse come le magre.
Spesso presenta un carattere familiare e compare generalmente dopo la pubertà, con accentuazione e recrudescenza durante la gravidanza e la menopausa.
Interessa principalmente cosce, glutei, ginocchia, caviglie; più raramente, addome e arti superiori.
Come e perché si manifesta la cellulite?
Innanzitutto, bisogna precisare che il termine cellulite, nonostanteil suffisso “ite”, che designa solitamente le infiammazioni, non è un’infiammazione. Essa può essere definita un’alterazione non infiammatoria del tessuto cellulare sottocutaneo.
La causa di questa alterazione va ricercata a livello cellulare, nel processo di scambio tra gli adipociti e il resto dell'organismo che avviene grazie alla rete capillare che circonda le cellule dell'ipoderma.
Grazie a questa sottilissima parete di capillari e cellule è possibile lo scambio di scorie e C02 con nutrienti e ossigeno; bastano però lievi squilibri per rallentare questo scambio e compromettere l'intero processo.
Il primo stadio della cellulite ha la sua origine proprio in questi micro-squilibri: le cellule e i capillari, infatti, per compensare la ridotta disponibilità di ossigeno possono reagire aumentando in modo abnorme la permeabilità della propria membrana, che diventa così più sottile e più fragile. A causa di piccolissimi traumi questa si può rompere, provocando la fuoriuscita di grasso che va a infiltrarsi in aree sempre più estese del lobulo adiposo, dando origine al fenomeno della cellulite.
A questo punto, per risanare la situazione, bisognerebbe intervenire in modo da favorire il riassorbimento del grasso: questo sarebbe possibile eliminando le cause che hanno provocato il rallentamento del flusso sanguigno. Se ciò non avviene, l'organismo reagisce isolando le zone in cui è stata alterata la struttura delle cellule dei lobuli, dando origine al secondo stadio della cellulite. In questa fase avviene la produzione di nuove fibre di collagene che hanno il compito di incapsulare le zone colpite.
Il terzo stadio è caratterizzato dalla formazione di noduli che diventano sempre più grandi e dolenti al tatto e, nei casi più gravi, si può raggiungere addirittura il quarto stadio, con un peggioramento di questi sintomi, aggravati da segni di insufficienza circolatoria (che risultano accentuati in caso di sovrappeso).
Come combattere questo problema?
Innanzitutto, è bene rivolgersi ad un medico, che farà un’accurata anamnesi e prescriverà opportuni esami del sangue (glicemia, uricemia, colesterolemia…): questo servirà ad individuare precisamente dove è avvenuta l’alterazione dell’equilibrio cellulare.
Solo così il Nutrizionista o il Dietista potrà consigliare un regime alimentare mirato.
Possono comunque essere consigliate alcune regole generali da seguire: in linea di massima, una dieta anticellulite deve essere leggermente ipocalorica.
Essa deve inoltre risultare varia e ben equilibrata nei suoi nutrienti: spesso, infatti, sono i piccoli errori quotidiani che aggravano lo stato della cellulite.
Alcuni accorgimenti che possono essere seguiti sono:
· suddividere l’alimentazione giornaliera in 4-5 pasti;
· consumare più verdure, che saziano e sono poco caloriche;
· optare per cotture semplici (vapore, griglia);
· evitare di salare molto;
· consumare frutta ricca di vitamina C e sostanze antiossidanti;
· bere molta acqua non gasata, che aiuta ad eliminare attraverso le urine i liquidi trattenuti dai tessuti;
· evitare cibi molto salati, salumi, formaggi grassi e fermentati, fritti, scatolame, bevande dolcificate, succhi di frutta con sciroppo, alcolici, cioccolato, caffè, the forte;
· non fumare;
· svolgere attività fisica (camminare, nuotare, fare ginnastica).
Spesso presenta un carattere familiare e compare generalmente dopo la pubertà, con accentuazione e recrudescenza durante la gravidanza e la menopausa.
Interessa principalmente cosce, glutei, ginocchia, caviglie; più raramente, addome e arti superiori.
Come e perché si manifesta la cellulite?
Innanzitutto, bisogna precisare che il termine cellulite, nonostanteil suffisso “ite”, che designa solitamente le infiammazioni, non è un’infiammazione. Essa può essere definita un’alterazione non infiammatoria del tessuto cellulare sottocutaneo.
La causa di questa alterazione va ricercata a livello cellulare, nel processo di scambio tra gli adipociti e il resto dell'organismo che avviene grazie alla rete capillare che circonda le cellule dell'ipoderma.
Grazie a questa sottilissima parete di capillari e cellule è possibile lo scambio di scorie e C02 con nutrienti e ossigeno; bastano però lievi squilibri per rallentare questo scambio e compromettere l'intero processo.
Il primo stadio della cellulite ha la sua origine proprio in questi micro-squilibri: le cellule e i capillari, infatti, per compensare la ridotta disponibilità di ossigeno possono reagire aumentando in modo abnorme la permeabilità della propria membrana, che diventa così più sottile e più fragile. A causa di piccolissimi traumi questa si può rompere, provocando la fuoriuscita di grasso che va a infiltrarsi in aree sempre più estese del lobulo adiposo, dando origine al fenomeno della cellulite.
A questo punto, per risanare la situazione, bisognerebbe intervenire in modo da favorire il riassorbimento del grasso: questo sarebbe possibile eliminando le cause che hanno provocato il rallentamento del flusso sanguigno. Se ciò non avviene, l'organismo reagisce isolando le zone in cui è stata alterata la struttura delle cellule dei lobuli, dando origine al secondo stadio della cellulite. In questa fase avviene la produzione di nuove fibre di collagene che hanno il compito di incapsulare le zone colpite.
Il terzo stadio è caratterizzato dalla formazione di noduli che diventano sempre più grandi e dolenti al tatto e, nei casi più gravi, si può raggiungere addirittura il quarto stadio, con un peggioramento di questi sintomi, aggravati da segni di insufficienza circolatoria (che risultano accentuati in caso di sovrappeso).
Come combattere questo problema?
Innanzitutto, è bene rivolgersi ad un medico, che farà un’accurata anamnesi e prescriverà opportuni esami del sangue (glicemia, uricemia, colesterolemia…): questo servirà ad individuare precisamente dove è avvenuta l’alterazione dell’equilibrio cellulare.
Solo così il Nutrizionista o il Dietista potrà consigliare un regime alimentare mirato.
Possono comunque essere consigliate alcune regole generali da seguire: in linea di massima, una dieta anticellulite deve essere leggermente ipocalorica.
Essa deve inoltre risultare varia e ben equilibrata nei suoi nutrienti: spesso, infatti, sono i piccoli errori quotidiani che aggravano lo stato della cellulite.
Alcuni accorgimenti che possono essere seguiti sono:
· suddividere l’alimentazione giornaliera in 4-5 pasti;
· consumare più verdure, che saziano e sono poco caloriche;
· optare per cotture semplici (vapore, griglia);
· evitare di salare molto;
· consumare frutta ricca di vitamina C e sostanze antiossidanti;
· bere molta acqua non gasata, che aiuta ad eliminare attraverso le urine i liquidi trattenuti dai tessuti;
· evitare cibi molto salati, salumi, formaggi grassi e fermentati, fritti, scatolame, bevande dolcificate, succhi di frutta con sciroppo, alcolici, cioccolato, caffè, the forte;
· non fumare;
· svolgere attività fisica (camminare, nuotare, fare ginnastica).