Nella realtà quotidiana ci troviamo frequentemente a contatto con segni di sofferenza psichica non dichiaratamente patologici che si esprimono attraverso lo strumento comunicativo del "cibo". L'uomo è l'unico essere vivente che usa il pasto come atto di aggregazione sociale; non bisogna quindi dimenticare il ruolo centrale dell'atto alimentare come primario strumento di comunicazione sociale. Il disturbo alimentare, già nell'infanzia, viene utilizzato quale strumento di protesta, espressione di disagio, strumento di potere e possibilità di influenzare il comportamento degli adulti; il pasto, momento importante nelle relazioni all'interno della famiglia e nei gruppi sociali, è spesso per il bambino l'occasione per agire i propri conflitti.
Un disagio non opportunamente tradotto e compreso può, quindi, perpetuare in età successive dinamiche comunicative più arcaiche, in cui il cibo e conseguentemente la propria immagine corporea rivestono un ruolo fondamentale. Nei disturbi del comportamento alimentare (DCA) il corpo sembra, infatti, farsi espressione concreta di una particolare sofferenza non soltanto di un singolo individuo o di una singola generazione; in altre parole sembra di trovarsi di fronte ad una sorta di “SILENZIOSO GRIDO DI AIUTO PLURIGENERAZIONALE”. Una richiesta di aiuto che deve essere svelata, perché anche chi la solleva non ne ha coscienza; una richiesta oscura che necessita di risposte chiare e concrete.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano un problema grave e diffuso tra le adolescenti e le giovani donne. Si calcola che in Italia ogni 100 ragazze in età di rischio (12 -25 anni) 8 -10 soffrono di qualche disturbo dell'alimentazione, di cui 1-2 nelle forme più serie e pericolose (anoressia nervosa, bulimia nervosa). Più del 50% delle adolescenti si considerano in sovrappeso ed hanno effettuato almeno un tentativo di restrizione dietetica. In generale sia l'anoressia sia la bulimia nervosa hanno prognosi di guarigione completa di 5 - 10 anni in circa la metà dei casi, tuttavia il tasso di mortalità non è trascurabile ed anzi nel caso dell'anoressia è forse il più elevato tra i disturbi psichiatrici.
CRITERI DIAGNOSTICI dell'ANORESSIA NERVOSA
1. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per l'età e la statura.
2. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi anche quando si è sottopeso.
3. Disturbo del modo in cui il soggetto ha esperienza del proprio peso e della forma del proprio corpo sulla valutazione di sé, o negazione della gravità del proprio sottopeso.
4. Nelle donne dopo il menarca, assenza di tre cicli mestruali consecutivi.
CRITERI DIAGNOSTICI della BULIMIA NERVOSA
1. Ricorrenti episodi di crisi bulimiche. Una crisi bulimica è definita dalle seguenti caratteristiche:
a. Introduzione in un definito periodo di tempo di una quantità di cibo che è decisamente maggiore del normale.
b. Sensazione di perdita del controllo su quello che si mangia durante l'episodio (per esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non poter controllare cosa e quanto si mangia).
2. Ricorrenti comportamenti compensatori inadeguati allo scopo di prevenire l'aumento del peso, come il vomito autoindotto; l'uso improprio di lassativi o altri farmaci; il digiuno e l'eccessivo esercizio fisico.
3. Le crisi bulimiche e i comportamenti compensatori avvengono entrambi almeno due volte alla settimana per tre mesi.
4. La stima di sé è eccessivamente influenzata dal peso e dalla forma del corpo.
5. Il disturbo non si presenta solo durante episodi di anoressia nervosa.
Un disagio non opportunamente tradotto e compreso può, quindi, perpetuare in età successive dinamiche comunicative più arcaiche, in cui il cibo e conseguentemente la propria immagine corporea rivestono un ruolo fondamentale. Nei disturbi del comportamento alimentare (DCA) il corpo sembra, infatti, farsi espressione concreta di una particolare sofferenza non soltanto di un singolo individuo o di una singola generazione; in altre parole sembra di trovarsi di fronte ad una sorta di “SILENZIOSO GRIDO DI AIUTO PLURIGENERAZIONALE”. Una richiesta di aiuto che deve essere svelata, perché anche chi la solleva non ne ha coscienza; una richiesta oscura che necessita di risposte chiare e concrete.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) rappresentano un problema grave e diffuso tra le adolescenti e le giovani donne. Si calcola che in Italia ogni 100 ragazze in età di rischio (12 -25 anni) 8 -10 soffrono di qualche disturbo dell'alimentazione, di cui 1-2 nelle forme più serie e pericolose (anoressia nervosa, bulimia nervosa). Più del 50% delle adolescenti si considerano in sovrappeso ed hanno effettuato almeno un tentativo di restrizione dietetica. In generale sia l'anoressia sia la bulimia nervosa hanno prognosi di guarigione completa di 5 - 10 anni in circa la metà dei casi, tuttavia il tasso di mortalità non è trascurabile ed anzi nel caso dell'anoressia è forse il più elevato tra i disturbi psichiatrici.
CRITERI DIAGNOSTICI dell'ANORESSIA NERVOSA
1. Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del peso minimo normale per l'età e la statura.
2. Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi anche quando si è sottopeso.
3. Disturbo del modo in cui il soggetto ha esperienza del proprio peso e della forma del proprio corpo sulla valutazione di sé, o negazione della gravità del proprio sottopeso.
4. Nelle donne dopo il menarca, assenza di tre cicli mestruali consecutivi.
CRITERI DIAGNOSTICI della BULIMIA NERVOSA
1. Ricorrenti episodi di crisi bulimiche. Una crisi bulimica è definita dalle seguenti caratteristiche:
a. Introduzione in un definito periodo di tempo di una quantità di cibo che è decisamente maggiore del normale.
b. Sensazione di perdita del controllo su quello che si mangia durante l'episodio (per esempio sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non poter controllare cosa e quanto si mangia).
2. Ricorrenti comportamenti compensatori inadeguati allo scopo di prevenire l'aumento del peso, come il vomito autoindotto; l'uso improprio di lassativi o altri farmaci; il digiuno e l'eccessivo esercizio fisico.
3. Le crisi bulimiche e i comportamenti compensatori avvengono entrambi almeno due volte alla settimana per tre mesi.
4. La stima di sé è eccessivamente influenzata dal peso e dalla forma del corpo.
5. Il disturbo non si presenta solo durante episodi di anoressia nervosa.