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Il ferro

12/11/2010

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Il ferro è un metallo dal metabolismo strano. Il corpo umano sembrerebbe fatto per un pianeta poverissimo di ferro, dove esso costituisce un bene preziosissimo. Quando si distruggono i globluli rossi il corpo provvede infatti a "risparmiare" il ferro, e nonostante che il ferro viene così riutilizzato e quindi (in teoria) non serva alcun apporto di ferro, non è infrequente che si cada in situazioni in cui manca. Persino la madre trasmette al figlio (con il latte) una quantità di ferro insufficiente. Basta spesso che in una donna si verifichino delle mestruazioni abbondanti, o che si abbiano anche nell'uomo sanguinamenti periodici o cronici anche relativamente modesti per portare il ferro in dosi critiche o insufficienti.
Il ferro è invece largamente presente in questo nostro mondo, e diffuso ovunque. E' anche noto a molti medici che si può introdurre una notevole quantità di ferro nell'organismo senza che si abbia subito un rimedio alla carenza. Il problema del ferro (metallo presente dentro nell'organismo spesso in dosi critiche) non risiede in effetti nella sua reperibilità, ma nel suo assorbimento, che è piuttosto difficoltoso.

Ruolo

Il ferro è necessario per la sintesi dell'emolgobina, la sostanza che (dentro i globuli rossi) trasporta l'ossigeno al sangue. In pratica, l'emolgobina 1) a livello dei polmoni entra in contatto con l'ossigeno, e "carica" al suo interno una molecola di questo gas. 2) Passa poi nel cuore, e da qui viene "spinta" verso la periferia (muscoli, cervello, altri organi...) dove serve ossigeno. 3) Qui cede l'ossigeno e (così ridotta) 4) torna al cuore, da dove viene di nuovo     5) spinta nei polmoni per una sua "ricarica". E si riparte dal punto (1).
Il ferro è probabilmente l'elemento più critico per la formazione di emoglobina. Da qui si comprende come la mancanza di ferro si riflette direttamente sul trasporto dell'ossigeno con il sangue, e quindi con la capacità di sviluppare lavoro muscolare, di resistere alla fatica, con la capacità di liberare energia aerobia, e in generale per formare un metabolismo efficiente.

Medicina

La mancanza di ferro genera un quadro molto conosciuto come "anemia sideropenica" . Spesso l'anemia sideropenica inizia in modo insidioso e con sintomi vaghi: debolezza, diminuita resistenza alla fatica, vaghi dolori addominali, bruciori di stomaco, mancanza di appetito o fame esagerata... Sono sintomi che spesso si confondono e vengono confusi con quelli di un disagio psicologico o di una netta nevrosi. Davanti a questi sintomi e al sospetto di emorragia anche nascosta conviene fare gli esami di laboratorio che rivelano facilmente la malattia.
terapia: a-casi lievi. Di fronte ad una diagnosi di anemia la dieta ricca di ferro non basta.
Si ricorre alla somministrazione di ferro sotto forma di sali. L'industria farmaceutica produce una grande varietà di sali, nella speranza che ve ne sia qualcuno che provochi meno irritazione gastrica. La terapia non dà risultati immediati, i primi risultati si hanno dopo 15-20 giorni di trattamento, e la somministrazione va proseguita per almeno tre mesi . Vi sono molti casi di insuccesso, dovuti spesso all'abbandono della terapia che richiede una certa costanza.
b-casi gravi. Se l'emorragia supera i 60-70 ml al giorno (circa mezzo litro alla settimana) anche la terapia con i sali di ferro è insufficiente, ed occorre provvedere a eliminare il sanguinamento.

Dietetica

Una dieta equilibrata apporta circa 6 mg di ferro per 1000 Kcalorie. Visto che il fabbisogno teorico di ferro se non vi sono perdite di sangue è nullo, questo potrebbe significare che in teoria il ferro nella dieta basta e avanza.Per quel che riguarda la dietetica generale, non si può che elencare alcuni degli alimenti più ricchi di ferro, tenuto conto che in alcuni casi citati la dieta anche ricca di ferro non è sufficiente.
Il ferro è presente nella maggior parte degli alimenti. Tra i più ricchi sono: fegato, frutti di mare (ostriche, cozze..) alcune verdure come prezzemolo e spinaci, legumi, cacao.

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